martedì, luglio 24, 2007

lunedì, luglio 23, 2007

ANCHE QUESTA E' ITALIA..........

Jesolo, bosniaco si tuffa con un marocchino e muore nel fiume
Salva due bimbi e annega
dai genitori neppure un grazie


JESOLO - È annegato, risucchiato dalla corrente alla foce del Piave. Portato chissà dove dall'acqua del fiume che in quel punto, a Cortellazzo (Jesolo), incontra il mare. Ieri mattina attorno alle 12, è scomparso in un attimo Dragan Cigan di 31 anni, cittadino bosniaco, manovale a San Martino di Lupari - in provincia di Padova -, che poco prima si era tuffato in mare assieme ad un altro extracomunitario marocchino H. R. di 35 anni, per soccorrere due fratellini di sette e dieci anni , arrivati al mare con mamma e papà da Roncade (Treviso), che stavano per annegare. Alla fine i bimbi se la sono cavata, mentre Dragan non ce l'ha fatta. Ha lottato con tutte le sue forze ma un'onda se l'è portato via e non è più riuscito a guadagnare terra.

Il marocchino che con lui si era tuffato è riuscito a raggiungere la riva, tirato su a braccia dagli altri bagnanti che nel frattempo si erano mobilitati per dare una mano. A quanto pare però, non i genitori dei bimbi che non appena hanno riabbracciato i figli, se ne sono andati suscitando l'indignazione degli altri bagnanti. Hanno lasciato la spiaggia senza aspettare l'esito delle ricerche dell'uomo che ha salvato i loro figli. Senza curarsi della disperazione della sorella e degli altri familiari di Dragan, che in Bosnia aveva una moglie e due figli di 4 e 9 anni. Una coppia di Vittorio Veneto è fuori di sé per quanto ha visto: "Ci siamo vergognati di essere italiani quando abbiamo visto i genitori dei bimbi di Roncade salvati andarsene senza neppure avvicinarsi a confortare i familiari dell'uomo annegato e senza ringraziare quel marocchino". E aggiungono: "Non credevamo ai nostri occhi. Un comportamento inqualificabile".

E pensare che Dragan e H. R. non appena hanno visto i bimbi in difficoltà, senza conoscersi, senza parlare la stessa lingua, non hanno perso un momento. E' bastato uno sguardo d'intesa e si sono buttati in acqua. In quel momento la spiaggia era affollata di bagnanti, ma solo loro si sono tuffati nel disperato tentativo di trarre in salvo i bimbi. La corrente in quel punto è fortissima, i due giovani hanno speso tutte le energie per cercare di salvarli. La riva era lì a due passi, ma sembrava irraggiungibile. Intanto a terra montava l'angoscia. All'apprensione per i due fratellini si aggiungeva l'ansia per Dragan che non ce la faceva più a lottare contro la corrente. Zurica la sorella del manovale bosniaco iniziava a urlare disperata. Con lei c'erano il marito e il figlio. Sono stati minuti drammatici con la famiglia di Roncade che nel frattempo si allontanava. Poco dopo è stata rintracciata dalla polizia di Jesolo che l'ha accompagnata in commissariato per ricostruire la vicenda.
Italia rosso tenebra




Pubblico una lettera sulla nascita della Seconda Repubblica che per il giudice Antonio Ingroia: "affonda i suoi pilastri nel sangue". Me l'hanno inviata Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco, autori del libro: "L'agenda rossa di Paolo Borsellino". Un'agenda che portava sempre con sè e scomparsa dopo l'attentato. Ho letto il libro. In via D'amelio sembra che quel giorno ci fosse un traffico istituzionale da ora di punta e che tutti sapessero quello che sarebbe succcesso a Paolo Borsellino. Un uomo solo che difendeva uno Stato inesistente.

"Chi ha rubato l'agenda rossa di Paolo Borsellino? Chi se ne serve, da quindici anni, probabilmente a scopo di ricatto? Se non cerchiamo di rispondere a queste domande, non possiamo dirci cittadini italiani consapevoli, ma soprattutto non possiamo illuderci di aver onorato la memoria di Paolo Borsellino e dei cinque agenti della sua scorta assassinati 15 anni fa in via D’Amelio con l’ennesima esplosione stragista della storia repubblicana... Molti giovani, oggi, non sanno neppure cosa sono state le stragi del ’92 e del ’93 in Italia, perché ci sono state, da chi siano state volute, chi siano stati gli esecutori, chi possano essere i “mandanti occulti’’ ....
Noi non ci stanchiamo di ripetere che dietro le stragi del 1992 e del 1993, 1000 chili di tritolo stragista confezionato con composti militari, oltre venti morti, cento feriti, eseguite da Cosa nostra e dai soliti ignoti committenti, c'è la coscienza sporca del nostro presente, perché dietro quelle stragi c’è la genesi della nostra Seconda Repubblica che, come ripete da anni il pm Antonio Ingroia, ex allievo prediletto di Paolo Borsellino, “affonda i suoi pilastri nel sangue’’.
Non ci stanchiamo di ripetere che quelle stragi sono state il folle rilancio di una partita (che qualcuno ha definito “trattativa’’) giocata da raffinatissime menti criminali, che hanno messo lo Stato italiano sotto scacco per occupare le istituzioni, traballanti dopo Tangentopoli e il crollo dei partiti tradizionali, e conquistare una posta tutta politica: l’abolizione del 41 bis, l’abolizione dell’ergastolo, l’abolizione della confisca dei beni, la revisione dei processi, leggi più favorevoli al rientro dall’ estero e alla gestione di ingenti capitali di provenienza oscura.
Il guaio è che, cessate di colpo le stragi, con la nascita della Seconda Repubblica, poco alla volta, una botta da destra e una da sinistra, queste richieste sono diventate materia di riforme, di autentiche concessioni, ovvero leggi dello Stato, in nome di un garantismo ipertrofico che non si capisce a chi debba servire se non agli stessi manovratori occulti della strategia della tensione, alle stesse centrali del potere criminale. Perché?
Quale eredità hanno lasciato le stragi del ’92 e del ‘93 nelle stanze del potere in Italia?
La paura di un nuovo Novantadue, oggi, torna ad agitare il paese: dai veleni del caso Bnl-Unipol, alla nuova contrapposizione tra politica e magistratura, tra ceto politico e informazione, fino all' allarme lanciato recentemente sul ritorno all' operatività di una “nuova P2’’, o meglio di un ''agglomerato oscuro'' che si muove in una logica di ricatto, un “network di potere’’ in possesso di un disegno strategico per indebolire i partiti, per minare la loro credibilità, proprio come avvenne quindici anni fa, con Tangentopoli, in un clima di destabilizzazione sempre più forte culminato poi nella stagione delle stragi. Pensiamo al caso Visco-Speciale, allo spionaggio militare, alla ''control room'' di Telecom, al dossieraggio diffuso, alle campagne di discredito contro Prodi prima delle elezioni 2006. Lo stesso Ingroia, recentemente, in un’intervista tv, ha giudicato la politica italiana una politica ''debole'', sottolineando la necessità della massima vigilanza democratica, per evitare il pericolo di una ''spallata'' alle istituzioni, nuovamente e tristemente attuale nel paese.. Come mai l’indifferenza, l’ostruzionismo, l’ottusita’ e la distrazione, le “apparenti ingenuità’’’ degli apparati istituzionali preposti alla protezione di Paolo Borsellino, quelle omissioni colpevoli che quindici anni fa portarono alla morte del procuratore aggiunto di Palermo, non hanno finora suscitato una mobilitazione politica, vera, concreta, alla ricerca della verità ulteriore su quell' eccidio?
Perché nessuno all’interno dei partiti, all’interno del Parlamento, all’interno del governo di centro-sinistra, raccoglie la richiesta, più volte avanzata da Rita Borsellino, di istituire una commissione parlamentare d’ inchiesta che scavi sui misteri ancora irrisolti delle stragi del ’92 e del ’93?
C'entra, con questa apatia istituzionale, quell'agenda rubata, forse a scopo di ricatto? I protagonisti occulti di quella stagione di terrore e di trattative sommerse, rimasti impuniti, oggi dove sono? ... "
Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco

mercoledì, luglio 18, 2007

WEEK END IN TENUTA SALVATI (14-15 luglio 2007)

THE FINAL COUNTDOWN



La pensione degli italiani si allontana. Ogni anno l’asticella viene posta più in alto. Sempre più in alto. E chi alza l’asticella sono i nostri cari dipendenti. La ragione è che non ci sono più i soldi. L’esempio, si sa, fa miracoli. E i parlamentari non si sono tirati indietro. Tutti per uno e uno per tutti. Per loro i soldi ci sono sempre.
Dopo due anni e mezzo dall’inizio della legislatura hanno il diritto alla pensione.
DUEANNIEMEZZOOOOOOOOOOOOO!!!!!
A noi lo scalone e a loro lo scivolo.
Questo Parlamento non ha alcuna autorità per varare una legge sulle pensioni. Nessuna. Qualunque legge è nulla. Lo è per la par condicio. Due anni e mezzo per tutti o non se ne parla.
Prodi e lo Sciupà potranno modificare le pensioni solo dopo essersi puliti la bocca dai privilegi dei parlamentari, anche di quelli già acquisiti.
Da oggi è attivo sul blog il “Final Countdown”, il conto alla rovescia. Un servizio per i cittadini e per i nostri dipendenti. Ogni giorno ci informerà su quanti giorni, ore, minuti, secondi mancano al raggiungimento della loro pensione. A partire dal 28 aprile 2006, inizio della legislatura. I parlamentari potranno così regolarsi per evitare crisi di governo anticipate e i cittadini inizieranno la giornata in letizia sapendo che qualcuno almeno la pensione la prende.
Forse qualche parlamentare si vergogna. Lo spero. Chi vuole dissociarsi e rinunciare a questo schifoso privilegio può farlo inviando una mail a: parlamentare-dissociato. Il suo nome sarà pubblicato sul blog.

venerdì, luglio 06, 2007

"Porta itineris dicitur longissima esse"



la porta è la parte più lunga di un viaggio
.....il primo passo è il più difficile da compiere