Le reazioni alla decisione del premier di fare causa alle dieci domande che gli sono state rivolte
Bersani: "Iniziativa sconsiderata". La Fnsi: "Fare domande non è una concessione"
Querela di Berlusconi a Repubblica
Franceschini: "Ora ci denunci tutti"
ROMA - Pier Luigi Bersani considera la causa intentata dal Premier a Repubblica "sconsiderata". Dario Franceschini rilancia: "Ci denunci tutti". Il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, Franco Siddi, interviene per ricordare come in un Paese libero fare domande non sia una concessione, ma un diritto-dovere di chi fa informazione. L'Ordine dei giornalisti si dice allarmato: "Non vi siano più intimidazioni". E' una valanga di reazioni quella che segue la decisione di Silvio Berlusconi di chiedere un milione di euro come risarcimento per le dieci domande che gli vengono poste quotidianamente e a cui lui, quotidianamente, si rifiuta di rispondere.
Bersani: "Deve portare in tribunale mezzo mondo". ''L'iniziativa mi pare inaccettabile e dieci volte sconsiderata'', afferma il candidato alla segreteria del Partito democratico, Pier Luigi Bersani. "Percorrendo questa strada - commenta - il presidente del Consiglio si vedrà costretto a chiamare in tribunale mezzo mondo''.
Franceschini: "Ci denunci tutti". Il segretario del Pd Dario Franceschini ha espresso la sua solidarietà e quella del partito al direttore Ezio Mauro giudicando "incredibile" l'azione giudiziaria del premier: "E' chiaro che ci troviamo di fronte a una indegna strategia di intimidazione nei confronti di un singolo giornale, dell'opposizione e di chiunque difenda i principi di un Paese libero che non ha precedenti in nessuna democrazia e che è anche un segno di paura e di declino. Il presidente del Consiglio non denunci solo Repubblica, ci denunci tutti".
Enrico Letta: "Gravissimo". Per l'esponente dei democratici, presente a Pesaro alla Festa del Pd insieme a Pier Luigi Bersani, "l'attacco di Berlusconi è un fatto molto grave".
Donadi (Idv): "Aggressione vergognosa". "Piena solidarietà al direttore e ai giornalisti di Repubblica per la vergognosa aggressione attuata nei loro confronti da Berlusconi". Lo dice il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi, che aggiunge: "Repubblica è colpevole di fare ancora in questo paese un giornalismo basato sui fatti e sulle verità anche scomode per il potere".
Bonelli: "Intimidazione alla democrazia". "Se in un paese libero 10 domande, su fatti e circostanze che in altri paesi europei avrebbero già portato alle dimissioni di qualunque premier, non possono essere rivolte è la dimostrazione che ci troviamo di fronte a una involuzione democratica gravissima". Lo dice l'ex capogruppo alla Camera dei Verdi Angelo Bonelli, che propone "un volantinaggio di massa e di proporzioni storiche per raggiungere tutti i cittadini italiani con le 10 domande".
Fnsi e Odg: "Fare domande non è una concessione". Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, ha dichiarato ai microfoni di Econews e di ItaliaRadioWeb: "Vorremmo un Paese normale dove porre delle domande da parte di un organo di informazione non sia oggetto di una concessione, ma fatto naturale e scontato". "Non può non suscitare apprensione e allarme in quanti ritengono che misure di questo genere finiscono per mettere in discussione gli spazi di autonomia e di libertà di opinione e di stampa in Italia", ha aggiunto Enrico Paissan, vice presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti.
Federconsumatori: "Valutiamo azioni legali". "Chiunque metta in campo iniziative tese a ledere la libertà di informazione e comunicazione, da qualsiasi parte provengano, sarà fortemente contrastato dalla Federconsumatori". Questa la dichiarazione del presidente Rosario Trefiletti, che aggiunge: "Verificheremo l'opportunità di pratiche ad opponendum dell'iniziativa del presidente del Consiglio".
Articolo 21: "Tutti i media pubblichino le 10 domande". "Che tutte le radio, che tutti i siti,
che tutti i blog, che tutti i giornali anche quelli più distanti e che odiano lo stile giornalistico di Repubblica decidano assieme di ripubblicare le 10 domande perché quello che accade oggi a Repubblica potrà capitare a chiunque". E' l'appello lanciato dal portavoce, Beppe Giulietti, e dal presidente di Articolo 21, Federico Orlando.
venerdì, agosto 28, 2009
giovedì, agosto 20, 2009
Televisione: la morte dell'anima
Ieri, all'improvviso, mi sono accorto di aver perso un'abitudine, un vizio. La televisione era spenta. Da quanto era spenta? Settimane, mesi. Era diventata un soprammobile, un pezzo di antiquariato come le radio a valvole dei mercatini d'estate. Ricordo che un tempo, distrattamente, la accendevo. Facevo zapping. Lei rimaneva lì, implacabile, senza che nessuno la vedesse, la ascoltasse, come un vecchio rincoglionito che non si ha il coraggio di zittire. Sembrava innocua con i suoi mikebongiorni e pippibaudi. Ma non lo era. Si è introdotta nelle nostre case. Lentamente è diventata la padrona dei nostri consumi, dei nostri sogni, dei nostri figli, del Parlamento. Una lavatrice che ha reso il bucato italiano grigio, nero, poi solo sporco. Un candeggio all'incontrario delle coscienze. All'inizio c'era qualche filtro per evitare intossicazioni della mente, ma da anni non c'è più nessuna protezione, solo balle in libertà. Queste cose le sappiamo, come chi fuma sa che fa male.
Passare dalla coscienza del problema al cambiamento è più difficile. Io sono cambiato. E' capitato anche a voi? "Se non ti guardo non esisti". E non la guardo più, non esiste più.
Io mi informo, mi diverto, mi incazzo in Rete. La sera è più bella con i video che mi inviate come commento al post. Non tutti sono in tema, ma quasi tutti valgono il biglietto. Nunvereggaecchiu, wpapillo, byoblu, trarcomavaglio, quimilanolibera, danielemartinelli e tanti altri fanno InformazioneRete. C'è gente pagata per mentire in televisione e ragazzi che fanno informazione a loro spese in Rete.
Oggi voglio condividere un traguardo con voi. I video prodotti da questo blog, pubblicati con il nome "StaffGrillo" e caricati su YouTube hanno superato i 50 milioni di viste. 400 filmati, interviste, servizi o montaggi creati per Internet in meno di tre anni. Il canale su YouTube è stato aperto il 3 ottobre 2006. Chi decide l'informazione in Rete è il navigatore, non il palinsesto dei telegiornali.
"Telegiornali", vi rendete conto dell'effetto che fa ora questa parola? Ricorda i cinegiornali dell'Istituto Luce. I teledirettori sono come i cagnolini nel retro delle automobili degli anni '60 che muovevano la testa in su e in giù.
Voglio dire grazie a tutti i blogger, ai navigatori. Anche ai rompicoglioni, ai troller che hanno attivato le difese immunitarie del blog e lo hanno reso più forte. Grazie per commenti che spesso valgono un post, grazie dei vostri video che informano, mettendo spesso a rischio anche fisico, di chi li fa. L'informazione sta andando al potere. Loro non lo sanno ancora. Credono che la propaganda rimarrà per sempre al potere. In Rete non ci vengono. Quando si affacciano come Riotta o Mastella ne rimangono segnati per sempre. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
martedì, agosto 18, 2009
Iscriviti a:
Post (Atom)