venerdì, settembre 14, 2007

Mastella From Ceppaloni

Son ministro e volo a spese vostre






PREMESSA



Oggi il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, è al centro delle polemiche. Ma lo è anche in un capitolo dell’istruttiva inchiesta di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, “La casta” pubblicata da Rizzoli (18 euro). Andiamo infatti a pagina 112: “Che certi giornalisti battano la fiacca è vero. Ma certo nessuno al mondo si è mai guadagnato una pensione da giornalista lavorando poco come un altro politico, Clemente Mastella (i due autori avevano appena scritto di Marco Formentini, ndr.). Veniva da Ceppaloni, faceva il ‘promotore’ elettorale per l’allora potentissimo Ciriaco De Mita e venne da lui piazzato alla sede Rai di Napoli verso la metà degli Anni Settanta. Malignità? No, l’ha raccontata lui: ‘A farmi entrare alla Rai fu De Mita. Tre giorni di sciopero contro la mia assunzione. Ai colleghi replicai soltanto: e voi invece siete entrati per concorso!’.”“Era sveglio, lavorava per la radio, cercava di battere soprattutto il Sannio dove aveva in mente di candidarsi. E costruiva il suo futuro ventiquattr’ore su ventiquattro, puntando dritto alle elezioni del 20 giugno del 1976: ‘Il miracolo lo realizzai così. Aspettavo che tutti i dipendenti andassero a mensa. Poi chiedevo ai centralinisti di telefonare nei comuni del mio collegio elettorale. Mi facevo introdurre come direttore della Rai e segnalavo questo nostro bravo giovane da votare: Clemente Mastella. Funzionò’.”.“Diventato professionista il 19 maggio del 1975, un anno e 32 giorni dopo entrava alla Camera. Da quel momento cominciò a succhiare da un’altra delle generose mammelle della politica: la possibilità, per chi era eletto, di mettersi in aspettativa nel posto di lavoro ‘provvisoriamente’ lasciato. E di restarci per anni ed anni. In certi casi, come quello dei magistrati, continuando a prendere, fino a poco tempo fa, sia la busta paga da parlamentare sia da magistrato. Ma in ogni caso tenendo bene agganciata la propria pensione professionale grazie al versamento dei contributi ‘figurativi’. Cosa sono? Sono i versamenti che questo o quell’ente previdenziale è obbligato ad accreditare sul ‘conto’ pensionistico di ogni deputato e ogni senatore anche se i soldi non li riceve né dall’interessato né dal suo datore di lavoro, pubblico o provato che sia. Insomma: contributi fantasma. Che però danno diritto alla pensione finale, da giudice o da professore, da impiegato regionale o da dirigente industriale, anche per decenni non è stato versato un centesimo”.E per puro caso, del ministro Mastella si legge oggi anche qualcosa sull’Espresso che svela “Svendopoli”, l’ultima vergogna di questo nostro sventurato Paese. Lo scandalo che riguarda le case di lusso romane (ex Ina, Pirelli e Assicurazioni Generali) vendute a basso prezzo: indovinate a chi. Ai soliti noti: politici e burosauri di Stato. Ecco dunque Mastella House 1: edificio lungotevere Flaminio, cinque appartamenti intestati a moglie e figli per un totale di 26 vani pagati 1,2 milioni di euro nel 2004. E Mastella House 2: largo Arenula, edificio lungotevere Flaminio, 9 vani pagati 1,45 milioni di euro nel 2007. In totale, 35 vani per 2,65 milioni di euro (oltre 5 miliardi delle vecchie lire) - a quotazioni davvero generosissime, altro che sconto. Devo notificare comunque che il ministro (ma anche giornalista) Mastella ha già minacciato tuoni e fulmini: “Sfido pubblicamente l’Espresso e il suo direttore ad un dibattito e, sin d’ora, annuncio di aver dato mandato (cito testualmente, ndr.) al mio legale di querelare il settimanale”.Libera informazione in libero Stato: ma solo quando fa comodo.Molto discussi sono i trascorsi rapporti di amicizia con l'ex-presidente del consiglio comunale di Villabate e condannato per mafia Francesco Campanella. Rapporti tanto stretti che Mastella fu testimone delle nozze di Campanella. Alle stesse nozze fu testimone anche il presidente della Regione Sicilia Salvatore Cuffaro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Altre critiche gli vengono mosse accusandolo di nepotismo, infatti in parlamento siedono diversi membri della sua famiglia (moglie e figli) tutti inseriti nelle liste del suo partito UDEUR. All'inizio del febbraio 2007 viene raggiunto da un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Napoli. L’ipotesi formulata dagli inquirenti è quella di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento del Napoli Calcio, dichiarato nel 2004 con sentenza del Tribunale di Napoli. L'iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un fatto dovuto, dal momento che, all'epoca della commissione dei presunti illeciti (2002), Mastella era membro a tutti gli effetti del consiglio di amministrazione della Società di cui era, tra l'altro, vicepresidente. Interpellato al riguardo, Mastella si è ovviamente chiamato fuori dal crac della squadra, sostenendo di non aver mai partecipato direttamente alla gestione della Società.




CONTINUA........


Fossi un ragioniere, se un libello contro gli sprechi dei ragionieri avesse venduto un milione di copie e se un comico con la barba avesse radunato intorno a sé migliaia di persone additando al pubblico ludibrio la casta dei ragionieri, non sarei volato al Gran Premio d'Italia sull'aereo extralusso riservato per legge ai ragionieri. E non solo perché quell'aereo non esiste. Si tratta di una forma minima di prudenza, ancor prima che di decoro. Invece la decisione disinvolta del ministro Mastella di utilizzare l'aereo di Stato per andare a gustarsi dal vivo la Formula Uno testimonia come i politici abbiano completamente smarrito la percezione della rabbia che li circonda. Il notabile sannita ha spiegato che la sua presenza all'autodromo di Monza era richiesta dal cerimoniale, essendogli stato affidato il compito delicatissimo di premiare il terzo in classifica (a Montecarlo, almeno, se ne occupa la principessa Carolina). Ma neppure il cerimoniale più pazzo del mondo avrebbe osato richiedere la presenza sul podio del figlio e del portaborse di Mastella, entrambi regolarmente a bordo dell'aereo pagato da noi. E poco conta che la brigata Ceppaloni fosse stata autorizzata a salirvi dal vicepresidente Rutelli in persona, delegato a premiare il vincitore, come precisato in serata da un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi. E' l'idea stessa che due ministri utilizzino le strutture più costose dello Stato per una missione ludica all'interno dei confini nazionali a rivelarci come l'insensibilità della Casta sia ormai giunta al livello terminale. L'Espresso sostiene che Mastella avesse addirittura chiesto un aereo tutto per sé e che la fusione delle due comitive, la mastellata e la rutellata, si debba più al buon senso dell'Aeronautica che alla vocazione al risparmio del ministro di Troppa Grazia. Ma il vero dramma è che a nessuno degli interessati sia balenata nel cervello l'ipotesi che dal Sud al Nord ci si può spostare a spese nostre anche con un normale aereo di linea, senza scomodare i jet militari per un viaggetto di rappresentanza costato al contribuente italiano ventimila euro. Qualcuno bollerà queste parole di populismo. E considererà populista anche il giovane governatore della Banca d'Italia che si muove in Intercity, facendo eroicamente a meno di carovane speciali e codazzi di auto blu. Ma forse si tratta semplicemente di prontezza di riflessi nell'adeguarsi al cambio di clima: quando il cittadino medio boccheggia, per non irritarlo il potente deve compiere scelte fondate sulla sobrietà.Invece il ceto politico non riconosce il pericolo di tsunami che incombe sulla sua testa. In fondo, pensa, non c'è nessun Sessantotto alle viste, nessun celerino davanti alle fabbriche o alle università, nessuna scia di scioperi e cortei a paralizzare la vita quotidiana. E l'elettore, sedato dalla tv, si agita soltanto per il calcio e i pettegolezzi della cronaca nera. Abituata a misurare la febbre dell'indignazione con strumenti che appartengono alla sua giovinezza, la Casta al potere non sa come orientarsi fra le forme carsiche della nuova contestazione. Si stupisce quando il Grillo di turno riesce a trasformare una piazza virtuale in reale e intanto continua a inanellare prodezze volanti come questa, che consentono al Grillo medesimo di prolungare il suo show, in attesa che anche qui arrivi un Sarkò, o almeno un Veltrò, ad avvertire che il viaggio è finito: tutti giù per terra.

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