giovedì, ottobre 26, 2006

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO

Un Paese sull'orlo di una crisi di nervi

Ho una strana sensazione. Avverto degli scricchiolii. Micro fratture nei muri. Leggo dei fischi alla bandiera italiana a Vicenza. Con il palco gremito dei rappresentanti della finta opposizione che sorridono senza fare una piega.Ascolto da mesi discorsi imbarazzanti del Governo. Imbarazzanti per la loro inconsistenza. Per la loro ignoranza. E soprattutto per la mancanza di coraggio. E’ inutile personalizzare, parlare male di Prodi o di Berlusconi. E’ un’intera classe politica, dall’usciere comunale al Presidente della Camera, che si aggrappa ai suoi privilegi. In modo sempre più infantile. Plateale. Per loro noi siamo solo caramelle, gelati, pop corn. Per cambiare veramente bisogna spazzarli via. Ci vuole la ramazza popolare. La democrazia diretta e facce nuove, non queste cariatidi supponenti che passano il tempo a mettersi il fard.Gli italiani, fino ad ora, sono stati alla finestra. Per vedere come andava a finire. Come se assistessero a un film un po’ scarso che non li riguardava. Forse il finale è arrivato. In pensione si va da morti. I risparmi di una vita, il TFR, sono espropriati. Ma anche questo ha ormai poca importanza in un Paese di precari e di senza lavoro. Di finti industriali che controllano le televisioni e i giornali. Che ci stanno spolpando da dentro, grazie al meccanismo delle concessioni. Lo Stato gli concede le frequenze radiotelevisive, l’acqua, le autostrade, la dorsale telefonica, tutto. Roba nostra, soldi loro. E tanta riconoscenza, tante donazioni per i partiti. Che così rimangono alla loro mangiatoia.La classe politica vuole conservare i propri privilegi in un Paese che sta perdendo tutto. Gli italiani cominciano ad accorgersene. Ad avvertire odore di bruciato. E a capire che la differenza è tra noi e loro. Non tra destra e sinistra. C’è una sensazione di irrealtà in giro. Se si ascoltano Casini o Bersani sembra di essere ai tempi di Ceaucescu. Tira un’aria tra il venticinqueluglio e l’ottosettembre. Un’aria che non promette nulla di buono. Non l’avvertite anche voi?
RESET

Bisogna fare RESET. Stampare magliette con sopra scritto RESET. Tatuarsi RESET. Telefonare alla fidanzata e dirle: “Da oggi ti insegno una nuova posizione: RESET”. Spegnere la televisione al nonno e gridargli nell’orecchio: “RESEEETT!”.Ripartire da capo. Non è possibile vivere con la sicurezza di andare verso la catastrofe, anche se con ottimismo. Il Paese è allo sbando. Il Partito Democratico che vogliono far nascere esiste già, si chiama dsmargheritaforzaitalia. E’ ovunque. E’ la camicia di forza del Paese.La soluzione non è un nuovo leader. Un nuovo partito. Questa democrazia con il buco intorno è fallita. Lo Stato Unitario dopo 150 anni sembra un ferrovecchio. Un coniuge con cui si convive, ma non si sa più il perchè. Bisogna iniziare con pazienza dalle fondamenta. Dai comportamenti individuali. Dal fare rispettare i nostri diritti. Dall’acqua, dall’energia, dalla spazzatura, dalla connettività, dai trasporti. Le Authority e i Garanti non si sa a cosa servono. I politici sono peggio dei mattoni autobloccanti. Al funzionario pubblico che non fa il suo lavoro urliamo: “RESET-RESET-RESET”. A chi vuole farci digerire le porcate dell’indulto gridiamo: “RESET”. Direttamente nelle loro feste del c...o. Nelle loro email. A chi vuole consegnare i monopoli naturali nelle mani degli strozzini mandiamo un “RESET”.Questo Parlamento non è lo specchio del Paese, queste industrie non sono lo specchio di chi le gestisce. Basta pagare uscite milionarie a degli incapaci con precari che non arrivano a fine mese. Cimoli è ancora lì?Il Paese si sta incazzando, lo sento. E più si incazza, più si parla di spirito riformista e di diritti degli evasori. Ognuno si trovi il suo spazio per dire: “RESET”, ogni giorno, tutti i giorni, fino a sfinirli, a ritrovare il nostro Paese che ci stanno portando via.In questo blog sono sempre più numerosi coloro che scrivono dall’estero o che vogliono emigrare. Ma stiamo scherzando? All’estero ci vadano loro, la nomenclatura della democrazia autoreferenziale. Le iniziative per fare RESET non me le posso inventare tutte da solo. Datemi una mano. Scrivete la vostra, le votiamo e poi ci proviamo.

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