
Una vita romanzesca e spericolata quella di Luciano Lutring, milanese, 68 anni, un curriculum spaventoso di furti e rapine in Italia ed all'estero alle spalle e un presente fatto di passione per la pittura e per la famiglia.
Il tutto viene raccontato nell'autobiografia del "solista del mitra" dal titolo Una storia da dimenticare e pubblicata dalla casa editrice Agar, che, come afferma l'editore "costituisce un pezzo importante di storia italiana".
La vita di Lutring inizia a Trieste nel 1937, dove nasce da padre ungherese e madre italiana .
La vita di Lutring inizia a Trieste nel 1937, dove nasce da padre ungherese e madre italiana .
La famiglia, poi, si trasferisce a Milano e qui apre un bar latteria.
A Milano, il giovane Luciano, per niente desideroso di proseguire la sua carriera scolastica e, tanto meno, di continuare l'attività dei propri genitori, entra, con i cugini Mario e Pario, nel mondo della malavita milanese.
In questo modo, il bandito Lutring, può permettersi di dedicarsi alle due più grandi passioni dell sua vita: le donne ed i motori.
Tra una rapina e l'altra circola per Milano con la sua Cadillac e fa lo spaccone con gli amici e con le donne.
Dopo la fase iniziale delle rapine di gruppo, Lutring decide di mettersi in proprio.
Dopo la fase iniziale delle rapine di gruppo, Lutring decide di mettersi in proprio.
La prima grande rapina (due milioni di vecchie lire di bottino) nasce un po' per caso.
E' in un ufficio postale di Milano per pagare una bolletta della zia quando, irritandosi per la lentezza del cassiere, sposta involontariamente la giacca e così mette in mostra la pistola scarica che tiene in tasca. Il cassiere si spaventa e, temendo che Lutring faccia ricorso all'arma, lo intima di prendersi 2 milioni e di uscire.
L'ars rapinandi si perfeziona sempre più e, uno dopo l'altro, Luciano mette a segno tutta una serie di rapine, facendo affidamento solo su se stesso: "Le mie rapine le ho fatte sempre da solo.
L'ars rapinandi si perfeziona sempre più e, uno dopo l'altro, Luciano mette a segno tutta una serie di rapine, facendo affidamento solo su se stesso: "Le mie rapine le ho fatte sempre da solo.
Facevo tutto da solo.
Mi arrangiavo anche a falsificare i documenti. Così non ho dovuto appoggiarmi su nessuno", racconta, fiero, il "solista del mitra".
Uniche complici le donne.
E proprio le donne sono state la croce e la delizia di Lutring: "Mai come nel mio caso vale la frase di Maigret 'cercate la donna e trovate un brigante'.
E proprio le donne sono state la croce e la delizia di Lutring: "Mai come nel mio caso vale la frase di Maigret 'cercate la donna e trovate un brigante'.
Per farle contente e riempire di attenzioni le donne, il brigante ha rubato gioielli, pellicce e, persino, una Ferrari".
Le donne ricambiavano il favore, coprendolo durante le fughe dalla Polizia.
Una donna, in particolare, ha segnato la sua vita in quegli anni. Si tratta di Elsa Candida Pasini, in arte Yvonne, valtellinese ed indossatrice. Luciano si innamora perdutamente di lei, la presenta alla famiglia ma i suoi genitori non la accettano.
Una donna, in particolare, ha segnato la sua vita in quegli anni. Si tratta di Elsa Candida Pasini, in arte Yvonne, valtellinese ed indossatrice. Luciano si innamora perdutamente di lei, la presenta alla famiglia ma i suoi genitori non la accettano.
La madre, che voleva accoppiarlo con una ragazza di Milano, la riteneva una di quelle donne "da guardare e non da toccare".
Ecco, allora, che, in nome dell'amore, Luciano decide di arrangiarsi da solo e di sopravvivere facendo il mestiere che meglio gli riesce: il bandito.
"Chiuso il rubinetto, bisognava darsi da fare".
La sua fama diventa sempre più grande.
La sua fama diventa sempre più grande.
Franco di Bella, de Il Corriere della sera, lo soprannomina "il solista del mitra" per quel mitra che spuntava al momento giusto da una custodia per violino.
Con questo nome divenne noto alle cronache degli Anni Sessanta.
Braccato dalla polizia, Lutring decide di recarsi di in Francia.
Braccato dalla polizia, Lutring decide di recarsi di in Francia.
Qui compie delle rapine in Costa Azzurra che suscitano l'ira della criminalità marsigliese, la quale lo "invita" a cercar fortuna ancora.
"In Francia sono diventato il bandito del mercato comune europeo. Facevo le mie rapine con un'Alfa Romeo bianca, tanto che ogni volta che la polizia francese vedeva un'Alfa bianca nel luogo di una rapina, pensava sempre che l'autore fossi io. In realtà, io me ne andavo con un'Alfa Nera".
Il 2 settembre del 1965, la lunga fuga di Lutring ha fine.
Il 2 settembre del 1965, la lunga fuga di Lutring ha fine.
Il bandito viene arrestato dalla Polizia francese e recluso a Parigi. Intanto, in Italia, continuano a considerarlo un latitante ed a condannarlo in contumacia.
In carcere a Parigi, Lutring comincia a scrivere e a dipingere: "All'inizio dipingevo con lo zafferano, col dentifricio, col mercuro cromo.
In carcere a Parigi, Lutring comincia a scrivere e a dipingere: "All'inizio dipingevo con lo zafferano, col dentifricio, col mercuro cromo.
Poi, l'assistente sociale ha visto che mi piaceva dedicarmi alla pittura, mi ha portato i colori; ho cominciato a dipingere per l'assistente soicale, poi per il brigadiere, poi per il maresciallo...".
Nel 1971 arriva la grazia da parte di Georges Pompidou.
Nel 1971 arriva la grazia da parte di Georges Pompidou.
Lutring torna in Italia, continua il suo iter giudiziario e, nel 1977, il presidente Leone, seguendo l'esempio del collega francese, gli concede la grazia. I
l brigante internazionale, che non ha mai ucciso nessuno, può vantarsi, così, di essere l'unico uomo al mondo ad aver ricevuto due grazie.
In Italia, Lutring continua a scrivere e a dipingere.
In Italia, Lutring continua a scrivere e a dipingere.
Diventa padre, prima, di un bambino e, poi, di due gemelle. Il bambino morirà in un terribile incidente domestico il 17 gennaio 1971 e l'episodio lo segnerà profondamente. Nella sua casa in provincia di Varese, prima della morte, si trasferisce anche il padre (la madre era morta nel 1960), con il quale è sempre rimasto in buoni rapporti.
Attualmente, l'ex brigante, separatosi dalla moglie, vive con le due gemelle di cui ha ottenuto, dal Tribunale di Verbania, la custodia.
Attualmente, l'ex brigante, separatosi dalla moglie, vive con le due gemelle di cui ha ottenuto, dal Tribunale di Verbania, la custodia.
Ama scrivere e dipingere e, come scrive nella parte finale del libro, spera di vivere a lungo tanto da poter vedere le sue figlie sposate e felici.
Insomma, un sogno tutto borghese per un uomo che ha vissuto la maggior parte della sua vita al di sopra delle righe.
Video delle IENE
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