sabato, novembre 29, 2008
giovedì, novembre 27, 2008
mercoledì, novembre 26, 2008
martedì, novembre 25, 2008
domenica, novembre 23, 2008
venerdì, novembre 21, 2008
Trova l’errore

Dominique “versione enigmista” Strauss Khan, presidente Fondo Monetario Internazionale
Il G20 ha convenuto sulla necessità di “proposte concrete per la sorveglianza, la trasparenza e la regolamentazione dei mercati”. Possibile la creazione di meccanismi di ‘early warning’. Il Fondo Monetario Internazionale e il Financial Stability Forum (…) hanno già espresso venerdì la propria disponibilità a farsi carico del compito.
(La Repubblica, 15 ottobre 2008)
L’economia islandese è prospera e flessibile. Il reddito pro capite è tra i più alti e le diseguaglianze di reddito sono tra le più basse al mondo. Il mercato del lavoro e quello dei prodotti è aperto e flesibile. Le istituzioni e la politica sono forti e il debito del governo è molto basso. La rimarchevole gestione delle risorse naturali del paese ha permesso all’Islanda di diversificare l’economia e ha aiutato ad assicurare la sostenibilità (dello sviluppo, nda). Su questo sfondo, le prospettive economiche a lungo termine per l’economia dell’Islanda rimangono invidiabili.
(Rapporto del Fondo Monetario Internazionale, 4 giugno 2008)
Rapporto dall’Islanda, l’isola della bancarotta
(Titolo di un reportage de “La Repubblica”, 9 ottobre 2008)
«Prelievo non disponibile». Tre parole, martedì mattina, hanno cambiato la vita di Elsa Run Gusladiottir, ventiduenne studentessa di economia all’ università di Reykjavik. «Com’ è andata? Semplice. Mentre facevo la prima colazione seguivo con la coda dell’ occhio le notizie alla tv. E’ apparso in diretta il primo ministro. Strano, mi sono detta. Quando ha iniziato a parlare ho fatto un salto sulla sedia. Stava annunciando che la Landsbanki, la banca dove ho tutti i miei risparmi, era fallita ed era stata nazionalizzata(…)».
(La Repubblica, 9 ottobre 2008)
La borsa dell’Islanda, parte del gruppo Nasdaq, ha annunciato che ha sospeso le contrattazioni del suo listino. (…) Il presidente islandese Lafur Ragnar Grimsson è stato ricoverato in ospedale a inizio settimana per problemi cardiaci. Dimesso dopo breve tempo, Grimsson ha poi ripreso la gran parte delle sue attività.
(Corriere della Sera, 9 ottobre 2008)
Islanda, tracollo finanziario la Borsa è crollata a -76,13%
(La Provincia pavese, 15 ottobre 2008)
Crisi economica: cittadini in rivolta a Reykjavik, “chi ha sbagliato deve pagare”
(Euronews, 26 ottobre 2008)
La piazza in Islanda ora chiede le dimissioni del primo ministro e del capo della banca centrale. La crisi si è abbattuta come una scure sul paese (…). “Perderemo le nostre case, il nostro lavoro?- dice una manifestante- Vogliamo avere risposte a queste domande. Ne abbiamo abbastanza, perchè è accaduto tutto questo? Vogliamo avere voce in capitolo, mostrare che siamo uniti e vogliamo che il governo faccia meglio il suo lavoro”. Quanto accaduto si poteva evitare? E’ la domanda che serpeggia tra la folla. Secondo l’ex ministro delle finanze, intervenuto dal palco, “Si è trattatato di un evento prevedibile e chi non lo ha fatto deve ammettere i suoi sbagli”.
(Euronews, 26 ottobre 2008)
E l’ Fmi aiuta l’ Islanda
(Corriere della Sera, 25 ottobre 2008)
Il Fondo monetario internazionale esce dalla sua disoccupazione di lunga durata. Dopo anni di inattività, si allunga la lista dei Paesi che tornano a chiedere la sua assistenza finanziaria, e proprio ieri l’ Fmi ha siglato il primo accordo preliminare con un nuovo cliente: si tratta dell’ Islanda, il cui sistema bancario è stato spazzato via dalla crisi e il cui prodotto interno lordo viene previsto in contrazione del 10% nel 2009.
(Corriere della Sera, 25 ottobre 2008)
Il ministro delle Finanze islandese ha annunciato oggi che quattro Stati del Grande Nord presteranno all’Islanda 2,5 miliardi di dollari (ovvero quasi 2 miliardi di euro) per aiutare il paese a riprendersi dal collasso economico. A correre in soccorso della piccola Islanda saranno Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca. Che hanno deciso di intervenire dopo che anche il Fondo monetario internazionale ha approvato un proprio pacchetto di aiuti da 2,1 miliardi di dollari (ossia 1,66 miliardi euro).
(New York Times, 20 novembre 2008)
P.S. Soluzione. Purtroppo non c’è nessun errore. E’ proprio così: il G20 - dopo l’ottimo lavoro del Fmi in Islanda (e in molti altri posti nei quattro angoli del pianeta) - potrebbe affidare al Fondo monetario internazionale pure il controllo della “trasparenza dei mercati” oltre a quello di aiutare gli stati in crisi. Che dire di più? Beh, che oggi proprio gli uomini del Fmi se ne sono usciti con un rapporto sull’Italia. Dicendo che problemi ce ne sono. Ma in fondo non va poi così male. Perchè il declino della crescita, da noi «sarà probabilmente meno pesante che in molte altre economie avanzate per effetto della relativa solidità del sistema bancario». Visto il caso di Reykjavik e dintorni: che il dio dei Belpaesi in difficoltà, per una volta, ce la mandi buona.
giovedì, novembre 20, 2008
martedì, novembre 18, 2008
ma siamo così ignoranti.......
Far Oer, Danimarca, il massacro delle balene
La vergogna della Danimarca

Quando i delfini balena si avvicinano alle isole Far Oer della Danimarca è un giorno di festa. Le scuole chiudono e i bambini si recano in spiaggia insieme ai genitori. La popolazione, vestita con i costumi tradizionali, si appresta a ricevere i cetacei.

I delfini balena arrivano in gruppi, molte femmine con i piccoli. Sono animali socievoli, curiosi e non hanno timore dell'uomo. E' il grande spettacolo di autunno per gli isolani. In motoscafo spingono le balene nelle baie dove l'acqua è poco profonda.

Quindi si avvicinano con fiocine di due chili e le piantano più volte nelle carni degli animali finchè non li hanno immobilizzati. I carnefici delle Far Oer possono allora estrarre i coltelli da 15 centimetri e tagliare grasso e carne viva per trapassare la spina dorsale. I piccoli danesi applaudono mentre le balene gridano. Non lo sapevate? Le balene gridano come gli esseri umani quando sono macellate. L'acqua acquista un bel colore rosso sangue. 2.000 balene sono trascinate sulla riva dai coraggiosi abitanti delle Far Oer per essere lasciate agonizzare. La maggior parte marcisce ed è ributtata a mare.

Il delfino balena è una specie protetta e non si conosce il numero di esemplari ancora esistente.
Invito i lettori del blog a non recarsi in vacanza nelle isole Far Oer o a comprare prodotti danesi fino a quando questo ignobille massacro durerà.
Inviate una mail alla regina di Danimarca per chiederle di intervenire e promuovete questa iniziativa sul vostro blog.
La vergogna della Danimarca

Quando i delfini balena si avvicinano alle isole Far Oer della Danimarca è un giorno di festa. Le scuole chiudono e i bambini si recano in spiaggia insieme ai genitori. La popolazione, vestita con i costumi tradizionali, si appresta a ricevere i cetacei.

I delfini balena arrivano in gruppi, molte femmine con i piccoli. Sono animali socievoli, curiosi e non hanno timore dell'uomo. E' il grande spettacolo di autunno per gli isolani. In motoscafo spingono le balene nelle baie dove l'acqua è poco profonda.

Quindi si avvicinano con fiocine di due chili e le piantano più volte nelle carni degli animali finchè non li hanno immobilizzati. I carnefici delle Far Oer possono allora estrarre i coltelli da 15 centimetri e tagliare grasso e carne viva per trapassare la spina dorsale. I piccoli danesi applaudono mentre le balene gridano. Non lo sapevate? Le balene gridano come gli esseri umani quando sono macellate. L'acqua acquista un bel colore rosso sangue. 2.000 balene sono trascinate sulla riva dai coraggiosi abitanti delle Far Oer per essere lasciate agonizzare. La maggior parte marcisce ed è ributtata a mare.

Il delfino balena è una specie protetta e non si conosce il numero di esemplari ancora esistente.
Invito i lettori del blog a non recarsi in vacanza nelle isole Far Oer o a comprare prodotti danesi fino a quando questo ignobille massacro durerà.
Inviate una mail alla regina di Danimarca per chiederle di intervenire e promuovete questa iniziativa sul vostro blog.
lunedì, novembre 17, 2008
Comunicato Stampa
della Segreteria Nazionale Funzione Pubblica CGIL
La sentenza sulla mattanza della scuola Diaz a Genova, getta nello sconforto ed indigna tutta quella parte della società, che fortunatamente e' ancora maggioritaria del paese, che crede che massacrare a freddo decine di ragazze e ragazzi addormentati in una scuola, che si sono "macchiati" della sola colpa di esprimere manifestando il proprio punto di vista critico sulle scelte politico economiche dei Grandi, come avvenne durante il G8, sia cosa da condannare in un Paese che vuole definirsi civile. Da ieri, inevitabilmente cambiano i rapporti tra chi crede che in Italia esistono ancora dei diritti civili e chi invece ne farà strame per poter governare con il pugno di ferro.
Di fronte ad un’evidenza che ha fatto il giro del mondo, di fronte a calci e manganellate date indiscriminatamente a persone di ogni età, questa sentenza fa rabbrividire perché ricorda i salvataggi operati per analoghi fatti nelle dittature latino americane. Noi siamo convinti che l’ordine pubblico abbia bisogno di professionisti e persone preparate ad ogni livello.
Coloro che hanno pestato a sangue quel giovane popolo della pace, sono il vero corpo avulso dalla storia civile e dalla Costituzione antifascista del nostro paese. E colpisce ancor più' che in questa inaccettabile sentenza, ad essere perseguiti ed a pagare, siano solo gli ultimi, quegli agenti che si sono prestati ad essere "materiali esecutori" di ordini illegali ed ingiusti che non hanno avuto il coraggio civile di rifiutare.
I capi, i responsabili, coloro che hanno guidato la "catena di comando" escono impuniti!
La violenza , la menzogna e l’abuso vincono sul diritto.
Le tante persone che hanno sofferto e credevano che cambiare questo mondo fosse possibile, nonostante quest’ultima pesantissima e grave manganellata inflitta loro dalla magistratura e dai vertici della polizia, siamo certi non abbandoneranno quell’idea, ma la rafforzeranno nei loro pensieri e sentimenti. Noi non ci stancheremo di chiedere giustizia.
Roma, 14 novembre 2008
della Segreteria Nazionale Funzione Pubblica CGIL
La sentenza sulla mattanza della scuola Diaz a Genova, getta nello sconforto ed indigna tutta quella parte della società, che fortunatamente e' ancora maggioritaria del paese, che crede che massacrare a freddo decine di ragazze e ragazzi addormentati in una scuola, che si sono "macchiati" della sola colpa di esprimere manifestando il proprio punto di vista critico sulle scelte politico economiche dei Grandi, come avvenne durante il G8, sia cosa da condannare in un Paese che vuole definirsi civile. Da ieri, inevitabilmente cambiano i rapporti tra chi crede che in Italia esistono ancora dei diritti civili e chi invece ne farà strame per poter governare con il pugno di ferro.
Di fronte ad un’evidenza che ha fatto il giro del mondo, di fronte a calci e manganellate date indiscriminatamente a persone di ogni età, questa sentenza fa rabbrividire perché ricorda i salvataggi operati per analoghi fatti nelle dittature latino americane. Noi siamo convinti che l’ordine pubblico abbia bisogno di professionisti e persone preparate ad ogni livello.
Coloro che hanno pestato a sangue quel giovane popolo della pace, sono il vero corpo avulso dalla storia civile e dalla Costituzione antifascista del nostro paese. E colpisce ancor più' che in questa inaccettabile sentenza, ad essere perseguiti ed a pagare, siano solo gli ultimi, quegli agenti che si sono prestati ad essere "materiali esecutori" di ordini illegali ed ingiusti che non hanno avuto il coraggio civile di rifiutare.
I capi, i responsabili, coloro che hanno guidato la "catena di comando" escono impuniti!
La violenza , la menzogna e l’abuso vincono sul diritto.
Le tante persone che hanno sofferto e credevano che cambiare questo mondo fosse possibile, nonostante quest’ultima pesantissima e grave manganellata inflitta loro dalla magistratura e dai vertici della polizia, siamo certi non abbandoneranno quell’idea, ma la rafforzeranno nei loro pensieri e sentimenti. Noi non ci stancheremo di chiedere giustizia.
Roma, 14 novembre 2008
Mi ama o mi Obama?
Mi ama o mi Obama?
Obama parla al mondo attraverso YouTube. Mediaset chiede danni per 500 milioni di euro a YouTube.
Obama predica l'avvento delle reti sociali e della democrazia diretta. L'Italia rilancia il digitale terrestre e la legge ammazzablogger (Levi-Veltroni).
Negli Stati Uniti la banda larga è ovunque, da noi è in Parlamento e 3.000 comuni sono senza ADSL.
La politica italiana vive di televisione, senza contraddittorio. La televisione si è fatta addirittura politica. Telepolitica. La televisione distrugge la coscienza delle persone. La Rete aiuta a formarla.
Lo psiconano sfoglia la margherita: "Mi ama o mi Obama? Mi ama o mi Obama?" Secondo me lo Obama.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?), noi neppure.
FREE BLOGGER
mercoledì, novembre 12, 2008
martedì, novembre 11, 2008
L'orgia sbagliata....

E’ difficile perfino immaginarlo. E’ difficile immaginare che un giornale possa difendere la censura. Ed è difficile immaginare che una televisione possa difendere - a spada tratta - un giornalista che racconta in diretta di essere stato un informatore della Cia. Ma francamente è ancora più difficile immaginare che un comico possa essere cacciato per aver fatto il suo mestiere. Ovvero per una battuta. L’Italia, però – per sua (s)fortuna – è un paese con molta fantasia. E infatti, queste cose accadono. Anzi, sono appena accadute. Tutte e tre contemporanemante. E senza che nessuno si sia stupito – o abbia protestato – più di tanto.
Di cosa stiamo parlando? Ma della cacciata di Daniele Luttazzi dagli schermi de “La 7”. Una cacciata andata in onda – si fa per dire – giusto sabato scorso. E che sembra non aver sconvolto più di tanto l’opinione pubblica del Belpaese. Del resto, perché sorprendersi? Da decenni, la televisione italiana sembra diventata il set del remake de “Il Padrino”. Ogni tanto, qualcuno – dopo aver detto una frase sbagliata – semplicemente scompare. Per fortuna – e per ora – solo dal video. Domani, chissà. E’ successo – tanto per fare qualche esempio celebre – a Beppe Grillo. Che nei lontani anni Ottanta si permise di fare la battuta sbagliata sulle persone sbagliate: i socialisti dell’allora (quasi) onnipotente Bettino Craxi. Ed è successo, negli anni del secondo governo Berlusconi, pure a Sabina Guzzanti. Che ebbe il torto di attaccare l’allora (davvero) onnipotente Cavaliere. Ma la cacciata bis di Luttazzi – che per la cronaca era tra le vittime dell’ormai celebre editto bulgaro di berlusconiana memoria – rappresenta un vero e proprio capolavoro nel suo genere. Per le ragioni che sfiorano il ridicolo (avrebbe offeso l’inoffendibile Giuliano Ferrara descrivendolo alle prese con un’improbabile orgia sadomaso). Ma soprattutto per il modo in cui è stata raccontata dalla stampa. E addirittura non raccontata dal tg della sua stessa rete, “La7″. Che - la sera dello stop del programma di Luttazzi - ha censurato la notizia.
Ma facciamo un passo indietro. E per prima cosa – anche se in Italia va poco di moda – raccontiamo i fatti. Anzi, i fatti li lasciamo raccontare a Luttazzi. Che nel suo blog, sabato scorso, ha scritto: “Stasera è successo un fatto gravissimo”. Ovvero “verso le 20, dei funzionari di La7 sono entrati in sala montaggio per impedire fisicamente che proseguissimo (il lavoro, ndr). Hanno occupato la stanza, hanno intimato al tecnico di sospendere (senza averne titolo)”, e “uno di loro si è seduto al mio posto alla consolle e non se ne andava, sfidandoci”. Insomma, il comico stava ultimando la sesta puntata della sua trasmissione, “Decameron”, che doveva andare in onda proprio quella sera. Quando la rete – che per la cronaca è controllata da Telecom Italia - all’improvviso ha deciso di cancellare il programma dal suo palinsesto. Con tanto di irruzione in stile marines (o, se preferite, in stile golpe alla Repubblica delle banane). Ma perché tanta foga? E perché tanta fretta?
Quel che è certo è che gli spettatori de “La7” hanno scoperto che Decameron era stato cancellato, soltanto il giorno dopo. Perché – sempre in perfetto stile Repubblica delle banane – il vicedirettore del telegiornale della rete Telecom, Pina Debbi ha deciso di non dare la notizia nell’edizione di sabato notte (e se non ci credete, leggete qui cosa scrive il Corriere della Sera). Le ragioni - quelle vere - dello stop a Luttazzi, invece, sono rimaste avvolte nella nebbia fitta dei comunicati ufficiali della tv. Che hanno spiegato che il comico era stato cacciato per aver “gravemente insultato e offeso Giuliano Ferrara, che con la stessa La 7 collabora da anni come coconduttore di 8 e mezzo”.
Ora riesce difficile credere che “La 7” abbia davvero scatenato tutto questo polverone solo per difendere Ferrara. Anche perchè gli insulti al direttore del “Foglio” erano andati in onda – e senza alcuna scia di polemiche - ben 7 giorni prima della decisione di cassare Decameron. Ma soprattutto riesce difficile credere che la tv di Telecom tolleri ancora il barbuto conduttore di 8 e mezzo. Che nel 2003 – proprio dai suoi schermi – dichiarò urbi et orbi di essere stato una spia a libro paga della Cia (come potete leggere sul sito dell’ordine dei giornalisti della Lombardia). Ma questa – ovviamente - è tutta un’altra storia. E, sia come sia, “La7” il meglio di sé l’ha dato attraverso la viva voce del suo direttore, Antonio Campo Dall’Orto. Che, per inciso si è formato alla corte di Berlusconi (è stato vicedirettore di Canale 5). E che al quotidiano torinese La Stampa, il giorno dopo la chiusura del programma, ha dato altre motivazioni per lo stop a Luttazzi. Più alte. Più solenni. E ben più nebbiose. Dichiarando che “La7 vive dei capisaldi di libertà di espressione” e “la decisione” di chiudere Decameron “vuole” appunto “difendere il principio dell’uso responsabile di un bene prezioso come la libertà di stampa”.
In sostanza, secondo il ragionamento di Campo Dall’Orto, a “La7” la censura non esiste. Esiste, invece, la libertà di dire quel che si vuole. Ma se la si usa male, si viene cancellati. Ovvero censurati. Un cortocircuito logico contro cui ci si sarebbe aspettati un vero e proprio fuoco di fila della cosiddetta stampa libera. E invece? E invece i due maggiori quotidiani italiani - Corriere della Sera e Repubblica - hanno sposato in pieno la tesi di Dall’Orto. E persino Aldo Grasso, il più noto critico televisivo del Belpaese - proprio sulle pagine del Corriere dell’ 8 dicembre - si è schierato sul fronte pro censura. Scrivendo: “Che triste vicenda quella di Daniele Luttazzi”, quando “un direttore ti dice che puoi scrivere o dire quello che vuoi, ti devi sentire responsabilizzato due volte: uno per quello che scrivi o dici, due per dimostrare di meritare tanta fiducia”.
Ma La Stampa è andata addirittura oltre. Attaccando Decameron (“ma far ridere è davvero un’altra cosa”). E Tessendo un vero e proprio elogio de “La7”. Che, come ha scritto il quotidiano di Torino sempre l’8 dicembre, non solo è “la più raffinata tra le reti generaliste”. Ma è anche “molto ben frequentata”, perché – a parte Luttazzi - ci “lavorano giornalisti e conduttori che stanno lì ben volentieri perché alla Rai o a Mediaset potrebbero avere, se non censure, problemi” o “seccature”. Ma chi sono queste voci libere? La Stampa, nel dubbio, le ha pure elencate: Gad Lerner (che, come potete leggere nel suo blog, si è formato a Lotta continua e poi é passato a più miti consigli, entrando anche nel comitato dei 45 che ha varato il regolamento delle elezioni primarie del Pd); lo stesso Ferrara (ex informatore Cia ed ex ministro del primo governo Berlusconi); e dulcis in fundo, Daria Bignardi (che tra l’altro ha il merito di aver condotto un’edizione del Grande Fratello e nel suo blog ama discettare solo di argomenti seri, come la “secchezza vaginale”). Peccato che l’autrice del pezzo, Alessandra Comazzi, non abbia citato anche Ritanna Armeni, che è la coconduttrice di 8 e mezzo assieme a Ferrara ed è stata portavoce di Bertinotti. Almeno avrebbe completato l’intero arco costituzionale delle voci libere. Da destra a sinistra. Passando pure per il centro.
Vi siete mai chiesti perchè l’Italia – secondo la classifica di Freedom house 2007 – è al 64^ posto per libertà di stampa, dopo la Guyana e prima di Sao Tomé (che è 65^)? Se le voci libere e scomode della nostra tv sono le Bignardi, trovare la risposta non è certo difficile.
Ma a proposito di risposte. Noi bamboccioni alla riscossa abbiamo - volutamente - lasciato una questione in sospeso: perché tanta foga e perché tanta fretta nel cancellare Luttazzi? Be’, la sera dello stop, Decameron avrebbe dedicato una puntata al vetriolo all’ultima enciclica del papa. E di questo – nel fumoso comunicato de “La7” - non c’era traccia. Vi basta? A noi, sì. O per lo meno – visto lo strapotere del Vaticano in Italia – questa ci sembra una motivazione un po’ più valida di quella di aver pronunciato una frase sbagliata sull’orgia sbagliata (con dentro pure Previti, Berlsuconi e Dell’Utri).
Comunque sia. Per sfogare la nostra rabbia per questa ennesima censura, vogliamo seguire il metodo Luttazzi. E provare a immaginare Campo Dall’Orto a gattoni e a culo nudo e Ratzinger in tenuta sadomaso che lo frusta. Con la teo-dem Binetti in latex, che armata di videocamera riprende il tutto. Ecco ci sentiamo già meglio. Voi no?
P.S. Volete sapere qual è la battuta che è costata il posto a Luttazzi? Eccovi serviti:
“L’altro giorno, incontro una ragazza che mi fa: Daniele, dopo 4 anni di guerra in Iraq, 3.900 soldati americani uccisi, 85.000 civili americani ammazzati e tutti i soldati italiani morti anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Ma come si fa a sopportare una cosa del genere?”.
“Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema. Penso a Giuliano Ferrara dentro una vasca da bagno con Berlusconi e Dell’Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sado-maso che li frusta. Va già meglio, no?”.
Non vi basta? Volete godervi Luttazzi in voce e corpo? Guardate qui.

Dell’Utri attacca Antimafia e pentiti. E definisce l’ex boss Vittorio Mangano un “eroe”. Certo: a qualcuno potrebbe anche venire il dubbio che l’ex senatore forzista, e con lui tutto il Popolo delle libertà, abbia voluto strizzare l’occhio ai voti di Cosa nostra (anche perchè ci sono le elezioni di casa nostra). E magari qualche magistrato potrebbe avere addirittura la tentazione di approfondire la questione. Ma tanto sarebbe tutto inutile. Perchè Berlusconi respingerebbe queste accuse come i soliti (infondati) sospetti. E se la prenderebbe come sempre coi giudici. Dicendo magari che sono tutti matti. E che avrebbero bisogno di un esame di salute mentale. Ah, no. Pardon: questo non lo direbbe. Lo ha - già - detto.
lunedì, novembre 10, 2008
domenica, novembre 09, 2008
venerdì, novembre 07, 2008
DIFFERENZIA..........
rifiuti sono un incantesimo. Non esistono. Il Comune di Capannori lo dimostra. Un passo alla volta si può arrivare a "Rifiuti zero" e riciclare e guadagnare con il riciclo. Se ci riesce Capannori, perchè non possono farlo anche altrove? Anche gli altri Comuni, invece di avvelenare cittadini, cibi e ambiente con gli inceneritori? Già, perchè? I consigli comunali a chi rispondono? A quali interessi? E perchè non vogliono farsi filmare durante le sedute pubbliche? Timidezza? Loro non molleranno mai, noi neppure.
"Capannori è il primo comune in Italia ad aver aderito alla “strategia rifiuti zero”.
In questi anni Capannori ha dimostrato che l’aumento dei rifiuti non è un dato immodificabile.
Il Comune ed ASCIT (l’azienda locale che si occupa della raccolta dei rifiuti) hanno avviato una riorganizzazione del servizio. Hanno eliminato tutti i cassonetti ed attivato la raccolta domiciliare “porta a porta”, con la consegna a tutte le famiglie degli strumenti per la raccolta differenziata.
A Capannori il “porta a porta” è consolidato per 26 mila dei 45 mila cittadini, con oltre l’80% di differenziazione.
Con la raccolta differenziata dal 2004 al 2007 sono stati avviati a riciclaggio 56.861 tonnellate di rifiuti.
Dall’avvio del “porta a porta” c’è stata una riduzione dei rifiuti indifferenziati di oltre 10.000 tonnellate.
Grazie alla sola raccolta differenziata della carta nel 2007 si è risparmiato l’abbattimento di 100.000 alberi, il consumo di 2.85 milioni di litri di acqua, l’emissione di 9.100 tonnellate di CO2. Per un termine di paragone, 2.85 milioni di litri di acqua risparmiati equivalgono al risparmio idrico del consumo annuo di 31.647 cittadini.
Nel 2007 sono state raccolte 15.723 tonnellate di materiale differenziato. In Provincia di Lucca il costo medio di conferimento dell’indifferenziato è di 160 euro alla tonnellata. Se queste 15.723 tonnellate fossero finite nel circuito dei rifiuti indifferenziati sarebbero stati necessari 2.515.680 di euro per il loro smaltimento.
La spesa di conferimento agli impianti di riciclaggio delle 15.723 tonnellate è stata invece di 507.688 euro. Inoltre, va considerato che la carta è una risorsa. Infatti, dalla vendita delle 6.439 tonnellate di carta raccolta sono stati ricavati 340.010 euro: il risparmio è di 2.348.000 di euro.
Il “porta a porta” necessita di un numero più elevato di operatori. Dall’inizio di questa raccolta ad oggi ci sono state 30 nuove assunzioni.
Con i risparmi ottenuti dal non dover smaltire i rifiuti indifferenziati, oltre a coprire i costi delle nuove assunzioni, il Comune ha riconosciuto una riduzione della tariffa ai cittadini, pari al 20% sulla parte variabile."
A cura di Marco Boschini, www.comunivirtuosi.org
BERLUSCONI NON E' ABBRONZATO... MA COTTO
Caro Beppe,
sono un ragazzo italiano che lavora all'estero e che per l'ennesima volta si sente preso in giro dalle parole del solito Berlusconi.
Sono stufo che una persona cosi ci rappresenti nel mondo !
Spesso non è facile crearsi una credibilità, essere italiani ci porta a essere visti positivamente per molti aspetti: creatività, moda, buon umore... Ma dall'altro lato veniamo spesso messi alla prova sulla nostra affidabilità, onestà e dobbiamo fare molta fatica per crearci una certa credibilità.
Questa mina vagante continua a viaggiare a nostre spese in giro per il mondo e a dire delle cose prive di senso e che portano solo delle ripercussioni negative al popolo italiano.
Sono Stufo!!! Penso che siamo stufi!!!
Basta! Facciamo una raccolta firme da inviare a Napolitano che sciolga le camere per "Palese Incapacità", che lo mandi a casa, che li mandi a casa tutti questi incompetenti!
ARTICOLO TRATTO DAL BLOG DI GRILLO
sono un ragazzo italiano che lavora all'estero e che per l'ennesima volta si sente preso in giro dalle parole del solito Berlusconi.
Sono stufo che una persona cosi ci rappresenti nel mondo !
Spesso non è facile crearsi una credibilità, essere italiani ci porta a essere visti positivamente per molti aspetti: creatività, moda, buon umore... Ma dall'altro lato veniamo spesso messi alla prova sulla nostra affidabilità, onestà e dobbiamo fare molta fatica per crearci una certa credibilità.
Questa mina vagante continua a viaggiare a nostre spese in giro per il mondo e a dire delle cose prive di senso e che portano solo delle ripercussioni negative al popolo italiano.
Sono Stufo!!! Penso che siamo stufi!!!
Basta! Facciamo una raccolta firme da inviare a Napolitano che sciolga le camere per "Palese Incapacità", che lo mandi a casa, che li mandi a casa tutti questi incompetenti!
ARTICOLO TRATTO DAL BLOG DI GRILLO
giovedì, novembre 06, 2008
uso della forza....
http://it.youtube.com/watch?v=j2oFfahEbdM
Il forzuto di Arcore ci riprova. Alla Fiera del ciclo e del motociclo ha affermato, riferendosi alla Val di Susa: “Useremo la forza contro i blocchi, non c’è comunità o minoranza che possa pretendere di fermare un cantiere…”. Ha straparlato di “16 miliardi già a disposizione” per fare un buco nel Frejus. Il problema è che il tunnel nel Frejus è già stato realizzato nel lontano 1800 e lui non era stato informato da Lunardi. Forse alludeva al Moncenisio. Al supertunnel di 23 chilometri che finirà tra 15 anni. Un’opera che non serve a nulla, ma che distribuisce un fiume di denaro.Marco Ponti professore al Politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti di economia dei trasporti in Europa e consulente della Banca Mondiale, scriveva tre anni fa:"Si è partiti promettendo che il progetto si sarebbe ripagato al 60%. Poi si è scesi al 40% e infine è stato stabilito che bastava il 40% dei costi, esclusi quelli per i 'nodi' in prossimità delle città, molto dispendiosi. Secondo le mie simulazioni si arriverebbe al 20%; altri stimano il 23%. Il sistema è destinato al default: pagherà lo Stato. Molti di questi lavori verranno inaugurati, ma poi non ci saranno i soldi per proseguirli e saranno ri-inaugurati a ogni tornata elettorale. La Torino-Lione è un monumento alla dissipazione: costerà almeno 13 miliardi (fu ottimista, ndr), come 3 o 4 ponti sullo Stretto. Per sviluppare l'innovazione si deve puntare sulle tecnologie, non sul cemento. Quanto all'occupazione, oggi le grandi opere hanno un moltiplicatore modesto: non si mobilitano più, come nell'Ottocento, i braccianti. È poi evidente che il nostro è un territorio con un grande valore turistico per il futuro. Quindi ci sono modi più redditizi per spendere. A meno che qualcuno non si riprometta, per se stesso, grandi affari sulle grandi opere".Il referendum per la nuova base americana a Dal Molin a Vicenza è stato annullato, a Chiaiano sono stati picchiati i residenti, a Piazza Navona è arrivato un camion pieno di manganelli tricolori sotto gli occhi della Polizia (neppure una multa per sosta vietata, belin).E’ il governo del manganello. L’uso della forza come politica del consenso. Non credo che gli italiani siano informati sulla Val di Susa e sullo spreco colossale di risorse pubbliche. Decine di miliardi per far viaggiare tra vent’anni una mozzarella da Lisbona a Kiev mentre il Piemonte chiude i battenti. Un’impresa piemontese su quattro sta fallendo. Tremila i prossimi licenziati, quarantamila i cassintegrati L’Olivetti perde lo stabilimento di Agliè, 250 dipendenti. Motorola lascia a casa dall’oggi al domani 370 tecnici. Dayco, 470 operai in mobilità. Bertone, 1.200 lavoratori in cassa integrazione. 700 operai della Pininfarina (700 milioni di euro di debiti) a rischio. La Fiat sbarra i cancelli di Mirafiori fino al 16 novembre, 3.500 operai in cassa integrazione.Le aziende chiudono e si aprono i buchi nelle montagne con altri buchi di bilancio. Loro non molleranno mai, noi neppure.
Il forzuto di Arcore ci riprova. Alla Fiera del ciclo e del motociclo ha affermato, riferendosi alla Val di Susa: “Useremo la forza contro i blocchi, non c’è comunità o minoranza che possa pretendere di fermare un cantiere…”. Ha straparlato di “16 miliardi già a disposizione” per fare un buco nel Frejus. Il problema è che il tunnel nel Frejus è già stato realizzato nel lontano 1800 e lui non era stato informato da Lunardi. Forse alludeva al Moncenisio. Al supertunnel di 23 chilometri che finirà tra 15 anni. Un’opera che non serve a nulla, ma che distribuisce un fiume di denaro.Marco Ponti professore al Politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti di economia dei trasporti in Europa e consulente della Banca Mondiale, scriveva tre anni fa:"Si è partiti promettendo che il progetto si sarebbe ripagato al 60%. Poi si è scesi al 40% e infine è stato stabilito che bastava il 40% dei costi, esclusi quelli per i 'nodi' in prossimità delle città, molto dispendiosi. Secondo le mie simulazioni si arriverebbe al 20%; altri stimano il 23%. Il sistema è destinato al default: pagherà lo Stato. Molti di questi lavori verranno inaugurati, ma poi non ci saranno i soldi per proseguirli e saranno ri-inaugurati a ogni tornata elettorale. La Torino-Lione è un monumento alla dissipazione: costerà almeno 13 miliardi (fu ottimista, ndr), come 3 o 4 ponti sullo Stretto. Per sviluppare l'innovazione si deve puntare sulle tecnologie, non sul cemento. Quanto all'occupazione, oggi le grandi opere hanno un moltiplicatore modesto: non si mobilitano più, come nell'Ottocento, i braccianti. È poi evidente che il nostro è un territorio con un grande valore turistico per il futuro. Quindi ci sono modi più redditizi per spendere. A meno che qualcuno non si riprometta, per se stesso, grandi affari sulle grandi opere".Il referendum per la nuova base americana a Dal Molin a Vicenza è stato annullato, a Chiaiano sono stati picchiati i residenti, a Piazza Navona è arrivato un camion pieno di manganelli tricolori sotto gli occhi della Polizia (neppure una multa per sosta vietata, belin).E’ il governo del manganello. L’uso della forza come politica del consenso. Non credo che gli italiani siano informati sulla Val di Susa e sullo spreco colossale di risorse pubbliche. Decine di miliardi per far viaggiare tra vent’anni una mozzarella da Lisbona a Kiev mentre il Piemonte chiude i battenti. Un’impresa piemontese su quattro sta fallendo. Tremila i prossimi licenziati, quarantamila i cassintegrati L’Olivetti perde lo stabilimento di Agliè, 250 dipendenti. Motorola lascia a casa dall’oggi al domani 370 tecnici. Dayco, 470 operai in mobilità. Bertone, 1.200 lavoratori in cassa integrazione. 700 operai della Pininfarina (700 milioni di euro di debiti) a rischio. La Fiat sbarra i cancelli di Mirafiori fino al 16 novembre, 3.500 operai in cassa integrazione.Le aziende chiudono e si aprono i buchi nelle montagne con altri buchi di bilancio. Loro non molleranno mai, noi neppure.
mercoledì, novembre 05, 2008
Il ragazzo...
Vi racconto una storia........c'era un ragazzo che lavorava presso una fattoria e nel suo piccolo cercava di contribuire al benessere degli animali che ci vivevano ,poi un brutto giorno uno di questi animali si ammalò ,ed il ragazzo avvertì il proprietario della fattoria del malessere dell'animale, questo dal canto suo disse...ma CHE VUOI CHE SIA!!!! NON VALE LA PENA PORTARLO DAL VETERINARIO PER FARLO CURARE!!!!! .........tanto ci sei tu a vegliare su di loro di notte..........appunto proprio per quel motivo il ragazzo aveva cercato aiuto da parte del suo datore di lavoro perché lo mettesse in condizione di offrire una prestazione adeguata.......ma come al solito c'è chi se ne lava le mani...tanto....vero...ci sono gl'altri......che se ne occupano.......
martedì, novembre 04, 2008
lunedì, novembre 03, 2008
domenica, novembre 02, 2008
sabato, novembre 01, 2008
Iscriviti a:
Post (Atom)