
Dominique “versione enigmista” Strauss Khan, presidente Fondo Monetario Internazionale
Il G20 ha convenuto sulla necessità di “proposte concrete per la sorveglianza, la trasparenza e la regolamentazione dei mercati”. Possibile la creazione di meccanismi di ‘early warning’. Il Fondo Monetario Internazionale e il Financial Stability Forum (…) hanno già espresso venerdì la propria disponibilità a farsi carico del compito.
(La Repubblica, 15 ottobre 2008)
L’economia islandese è prospera e flessibile. Il reddito pro capite è tra i più alti e le diseguaglianze di reddito sono tra le più basse al mondo. Il mercato del lavoro e quello dei prodotti è aperto e flesibile. Le istituzioni e la politica sono forti e il debito del governo è molto basso. La rimarchevole gestione delle risorse naturali del paese ha permesso all’Islanda di diversificare l’economia e ha aiutato ad assicurare la sostenibilità (dello sviluppo, nda). Su questo sfondo, le prospettive economiche a lungo termine per l’economia dell’Islanda rimangono invidiabili.
(Rapporto del Fondo Monetario Internazionale, 4 giugno 2008)
Rapporto dall’Islanda, l’isola della bancarotta
(Titolo di un reportage de “La Repubblica”, 9 ottobre 2008)
«Prelievo non disponibile». Tre parole, martedì mattina, hanno cambiato la vita di Elsa Run Gusladiottir, ventiduenne studentessa di economia all’ università di Reykjavik. «Com’ è andata? Semplice. Mentre facevo la prima colazione seguivo con la coda dell’ occhio le notizie alla tv. E’ apparso in diretta il primo ministro. Strano, mi sono detta. Quando ha iniziato a parlare ho fatto un salto sulla sedia. Stava annunciando che la Landsbanki, la banca dove ho tutti i miei risparmi, era fallita ed era stata nazionalizzata(…)».
(La Repubblica, 9 ottobre 2008)
La borsa dell’Islanda, parte del gruppo Nasdaq, ha annunciato che ha sospeso le contrattazioni del suo listino. (…) Il presidente islandese Lafur Ragnar Grimsson è stato ricoverato in ospedale a inizio settimana per problemi cardiaci. Dimesso dopo breve tempo, Grimsson ha poi ripreso la gran parte delle sue attività.
(Corriere della Sera, 9 ottobre 2008)
Islanda, tracollo finanziario la Borsa è crollata a -76,13%
(La Provincia pavese, 15 ottobre 2008)
Crisi economica: cittadini in rivolta a Reykjavik, “chi ha sbagliato deve pagare”
(Euronews, 26 ottobre 2008)
La piazza in Islanda ora chiede le dimissioni del primo ministro e del capo della banca centrale. La crisi si è abbattuta come una scure sul paese (…). “Perderemo le nostre case, il nostro lavoro?- dice una manifestante- Vogliamo avere risposte a queste domande. Ne abbiamo abbastanza, perchè è accaduto tutto questo? Vogliamo avere voce in capitolo, mostrare che siamo uniti e vogliamo che il governo faccia meglio il suo lavoro”. Quanto accaduto si poteva evitare? E’ la domanda che serpeggia tra la folla. Secondo l’ex ministro delle finanze, intervenuto dal palco, “Si è trattatato di un evento prevedibile e chi non lo ha fatto deve ammettere i suoi sbagli”.
(Euronews, 26 ottobre 2008)
E l’ Fmi aiuta l’ Islanda
(Corriere della Sera, 25 ottobre 2008)
Il Fondo monetario internazionale esce dalla sua disoccupazione di lunga durata. Dopo anni di inattività, si allunga la lista dei Paesi che tornano a chiedere la sua assistenza finanziaria, e proprio ieri l’ Fmi ha siglato il primo accordo preliminare con un nuovo cliente: si tratta dell’ Islanda, il cui sistema bancario è stato spazzato via dalla crisi e il cui prodotto interno lordo viene previsto in contrazione del 10% nel 2009.
(Corriere della Sera, 25 ottobre 2008)
Il ministro delle Finanze islandese ha annunciato oggi che quattro Stati del Grande Nord presteranno all’Islanda 2,5 miliardi di dollari (ovvero quasi 2 miliardi di euro) per aiutare il paese a riprendersi dal collasso economico. A correre in soccorso della piccola Islanda saranno Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca. Che hanno deciso di intervenire dopo che anche il Fondo monetario internazionale ha approvato un proprio pacchetto di aiuti da 2,1 miliardi di dollari (ossia 1,66 miliardi euro).
(New York Times, 20 novembre 2008)
P.S. Soluzione. Purtroppo non c’è nessun errore. E’ proprio così: il G20 - dopo l’ottimo lavoro del Fmi in Islanda (e in molti altri posti nei quattro angoli del pianeta) - potrebbe affidare al Fondo monetario internazionale pure il controllo della “trasparenza dei mercati” oltre a quello di aiutare gli stati in crisi. Che dire di più? Beh, che oggi proprio gli uomini del Fmi se ne sono usciti con un rapporto sull’Italia. Dicendo che problemi ce ne sono. Ma in fondo non va poi così male. Perchè il declino della crescita, da noi «sarà probabilmente meno pesante che in molte altre economie avanzate per effetto della relativa solidità del sistema bancario». Visto il caso di Reykjavik e dintorni: che il dio dei Belpaesi in difficoltà, per una volta, ce la mandi buona.
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