lunedì, novembre 17, 2008

Comunicato Stampa
della Segreteria Nazionale Funzione Pubblica CGIL

La sentenza sulla mattanza della scuola Diaz a Genova, getta nello sconforto ed indigna tutta quella parte della società, che fortunatamente e' ancora maggioritaria del paese, che crede che massacrare a freddo decine di ragazze e ragazzi addormentati in una scuola, che si sono "macchiati" della sola colpa di esprimere manifestando il proprio punto di vista critico sulle scelte politico economiche dei Grandi, come avvenne durante il G8, sia cosa da condannare in un Paese che vuole definirsi civile. Da ieri, inevitabilmente cambiano i rapporti tra chi crede che in Italia esistono ancora dei diritti civili e chi invece ne farà strame per poter governare con il pugno di ferro.
Di fronte ad un’evidenza che ha fatto il giro del mondo, di fronte a calci e manganellate date indiscriminatamente a persone di ogni età, questa sentenza fa rabbrividire perché ricorda i salvataggi operati per analoghi fatti nelle dittature latino americane. Noi siamo convinti che l’ordine pubblico abbia bisogno di professionisti e persone preparate ad ogni livello.
Coloro che hanno pestato a sangue quel giovane popolo della pace, sono il vero corpo avulso dalla storia civile e dalla Costituzione antifascista del nostro paese. E colpisce ancor più' che in questa inaccettabile sentenza, ad essere perseguiti ed a pagare, siano solo gli ultimi, quegli agenti che si sono prestati ad essere "materiali esecutori" di ordini illegali ed ingiusti che non hanno avuto il coraggio civile di rifiutare.
I capi, i responsabili, coloro che hanno guidato la "catena di comando" escono impuniti!
La violenza , la menzogna e l’abuso vincono sul diritto.
Le tante persone che hanno sofferto e credevano che cambiare questo mondo fosse possibile, nonostante quest’ultima pesantissima e grave manganellata inflitta loro dalla magistratura e dai vertici della polizia, siamo certi non abbandoneranno quell’idea, ma la rafforzeranno nei loro pensieri e sentimenti. Noi non ci stancheremo di chiedere giustizia.
Roma, 14 novembre 2008

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