venerdì, febbraio 29, 2008

W LA FIGA








Supereroi




Veltroni è diabolico. Ha copiato gli slogan e il programma di governo del Silvio.
Che all’inizio se ne è risentito pubblicamente, ma poi ha capito.
Topo Gigio li ha solo alleggeriti, ma di poco.
Un “ma anche” qua.
Un ripartiamo là.
Un conflitto di interessi sbianchettato dappertutto.
L’entusiasmo di Testa d’Asfalto per il suo seguace (perché se uno ti copia il programma vuol dire che lo approva, e quindi è dalla tua parte) è giunto fino a una dichiarazione di inciucio eterno. Topo Gigio lo tiene sulle spine e intanto lavora.Giorno dopo giorno forma una squadra di governo con gli uomini dello psiconano. E’ come una campagna acquisti di Moggi, arriva sempre prima lui: il Roditor Cortese.Veronesi, detto Cancronesi, diventerà il prossimo ministro della Salute. Ichino, giuslavorista in prima linea a favore dei precari (lui ne vorrebbe sempre di più) sarà ministro del Lavoro. La Bonino, che ha vigilato sul flusso incontrollato dei Rom in Italia e sui fondi europei alle mafie, continuerà la sua attività di ministro per la Comunità Europea. Per il ministero dell’Industria è stato arruolato Matteo Colaninno, presidente dei giovani industriali. Il padre Roberto, amico di D’Alema, è uno dei capitani coraggiosi con le pezze al culo che iniziò la distruzione di Telecom comprata a debito. Ed è stato anche (“ma anche”) condannato per il crac Italcase a 4 anni e un mese e all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.Corre voce che Topo Gigio voglia completare la squadra con il figlio di Mastella alla Giustizia, Geronzi all’Economia (su segnalazione di D’Alema e Bersani), il figlio di Romiti al nuovo ministero di Val di Susa-Ponte-di-Messsina-nuovi-inceneritori con ampie deleghe alla manganellatura.Si dice anche (“ma anche”) che Topo Gigio abbia scelto il portavoce, uno che fa concorrenza a Fede, Mentana e Feltri messi insieme. E’ il formidabile Riotta.Non si interrompe un sogno, non si spegne un’emozione.

Far West Elections


Le elezioni politiche sono incostituzionali, il loro risultato è nullo.


Sono stupefatto che il Presidente della Repubblica non abbia PRIMA dato corso al referendum chiesto dai cittadini e DOPO alle elezioni.
Lo psiconano minacciava la marcia su Roma se le Camere non venivano sciolte?
I leghisti imbracciavano i fucili?
Napolitano gli mandava l'esercito e la faceva finita.
Lo paghiamo perchè prenda decisioni, non per fare la statua al Pincio.
La Costituzione è semplice, scritta bene.
Si può discutere, ma la sua interpretazione è chiara.
Il primo articolo dice:

"La sovranità appartiene al popolo".

Invece deputati e senatori sono eletti dai segretari di partito.
Il Parlamento è deciso per quasi l''80% da due persone: Topo Gigio e lo psiconano.
E' il loro Parlamento, veltrusconiano, non italiano.

Ma vi rendete conto della colossale presa per il culo di queste elezioni?
E' in corso il grande mercato delle liste elettorali.
Un mercato in cui c'è di tutto.
Veline e puttane, condannati e prescritti.
Ogni giorno una nuova candidatura della società incivile.
Con la copertura di qualche precario o sopravvissuto alle stragi sul lavoro. Dopo che la legge 30 non è stata cambiata, dopo che l'indulto ha mandato assolti i colpevoli delle morti bianche. Stessi partiti, stesse facce di cuoio.
L'Italia è come Bisanzio prima della caduta.
Tutti interpretano, tutti si parano il culo.
Tutti hanno ragione, tutti hanno torto...
Quando incontrate un politico leggete a voce alta la Costituzione e chiedetegli di rispettarla.
Un Parlamento incostituzionale non ha alcuna legittimità.
I suoi componenti vadano a giocare alla pallacorda ad Arcore o al Festival del cinema 'de Roma.
Riporto il ricorso al Tar di tre avvocati contro la legge elettorale.

"Elezioni del 13/14 aprile: ricorso al Tar.

La legge elettorale è incostituzionale e viola la Convenzione europea dei diritti dell'uomo.Oggi tre cittadini elettori, gli avvocati Aldo Bozzi, del foro di Milano, Giuseppe Bozzi, del foro di Roma e Giuseppe Porqueddu, del foro di Brescia hanno proposto ricorso al Tar del Lazio, impugnando i decreti del Presidente della Repubblica con i quali sono stati convocati i comizi per l'elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, nella parte in cui danno attuazione alle norme della legge Calderoli che appaiono in più stridente contrasto con i diritti fondamentali dei cittadini e le prerogative costituzionali del Presidente della Repubblica.I ricorrenti, sulla scia dei rilievi mossi dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 15 del 2008 (ammissiva del referendum elettorale), chiedono che il Tar sollevi la questione di costituzionalità della legge Calderoli con riferimento a tre punti critici:

1) Le liste bloccate che privano l'elettore della possibilità di scegliere le persone che dovrebbero rappresentarlo in Parlamento

2) L'attribuzione di un premio di maggioranza non subordinato al raggiungimento di alcuna soglia minima

3) L'indicazione sulla scheda elettorale del candidato premierL'impossibilità per gli elettori di scegliere i candidati cambia la natura del Parlamento perché trasforma tutti gli eletti, anziché in rappresentanti del popolo in rappresentanti dei partiti o dei capi politici che li hanno selezionati, comprimendo il principio costituzionale della rappresentativita e della libertà dei parlamentari, che devono esercitare le loro funzioni senza vincolo di mandato.
Essa inoltre viola la Convenzione Europea dei diritti dell'uomo (articolo 3 del Protocollo I).L'attribuzione di un premio di maggioranza, svincolato da ogni soglia minima, altera profondamente la composizione della rappresentanza. Entrambi i sistemi, sia il premio di maggioranza, sia le liste bloccate sono stati adoperati dal fascismo, con la legge Acerbo del 1924 e con la successiva legge del 1928, per espropriare il corpo elettorale della possibilità di compiere delle scelte libere e mortificare il Parlamento.L'indicazione sulla scheda del capo della coalizione candidato alla carico di premier pregiudica le funzioni e la libertà del Capo dello Stato a cui la Costituzione attribuisce il compito di nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri".

martedì, febbraio 26, 2008

"Poiché non sappiamo quando moriremo, siamo portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile.
Però tutto accade solo un certo numero di volte,
un numero minimo di volte.
Quante volte vi ricorderete
di un certo pomeriggio della vostra infanzia,
un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che, senza,
neanche riuscireste a concepire la vostra vita?
Forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno.
Quante altre volte guarderete levarsi la luna?
Forse venti, eppure tutto sembra senza limite."

lunedì, febbraio 25, 2008

Il Fenomeno




Luigi Origene Soffrano - meglio conosciuto come Jimmy il Fenomeno, (Lucera, 22 aprile 1932) è un attore e comico italiano.

È stato la più nota faccia da schiaffi del cinema italiano.
Caratterista universale, non ha mai ricoperto ruoli da protagonista.
È ricordato per il suo viso altamente espressivo, per il suo sguardo strabico, per la sua parlata dialettale e per la sua folle risata.
In quarant'anni di carriera ha partecipato ad oltre 100 film, partendo da quelli interpretati da Totò, passando da Aldo Fabrizi e arrivando alla commedia sexy all'italiana degli anni settanta. Ha ricoperto ogni ruolo, dal postino alla suora, dall'erotomane al bidello.
Negli ambienti di Cinecittà e poi in quelli del calcio è sempre stato considerato un portafortuna.
Negli anni ottanta è sbarcato in TV ed ha partecipato al fortunato programma Drive In di Antonio Ricci, facendo da spalla ad Ezio Greggio.
Indimenticabili gli sketch con Ezio Greggio, che lo fa travestire da portachiavi, ed ogni altro orpello immaginabile.
Con gli anni 90 le sue apparizioni si diradano, ma rimane indimenticabile "Jolly Blu" degli 883, dove interpreta se stesso... Jimmy sembra che viva a Milano, in una non ben precisata pensioncina nei pressi della Stazione Centrale.
Alcuni dicono che sia ricco sfondato, altri che sia povero in canna.
Io propendo verso la seconda delle ipotesi, contando che più o meno regolarmente batte cassa presso il presidentissimo dell'Inter Moratti.
Quando non viene (o veniva) scritturato per i film, si mantiene facendo apparizioni in discoteca, prevalentemente nella riviera romagnola.
Leggenda narra che all'inaugurazione della Baia Imperiale Jimmy fosse presente, con un'impermeabile lillà, tipo Prince in "Purple Rain".
Era sdraiato su un divanone, con 2 zoccolone abbracciate e champagne a gogò... Comunque Jimmy ha fatto del presenzialismo cinematografico un vero e proprio marchio di fabbrica, visto che i produttori ritenevano che portasse fortuna al film.
Diciamo la verità: Jimmy il Fenomeno ultimamente non se la passa certo bene.
Il poverino, che vive alla periferia di Milano e si avvicina alla soglia dei settant'anni, è costretto a sbarcare il lunario mendicando alle porte dei potenti.
Povero, ma non stupido, il bravo Jimmy ha deciso di "infiltrarsi" nel mondo del calcio-mercato dove, si sa, di soldi ne girano parecchi.
Sembra infatti che "il fenomeno" non si perda una sessione di contrattazione ufficiale.
Nello stesso periodo si affacciava anche sul mondo del calcio: spesso era in Lega o al mercato a fare da portafortuna ai dirigenti.
Ha frequentato il calciomercato per anni, diventandone la mascotte e firmando autografi.
Si è trasferito definitivamente da Roma a Milano a metà degli anni novanta; in seguito, sono sopraggiunti problemi di salute che hanno compromesso la sua capacità di camminare. Abbandonata l'attività professionale, dal 2003 è ospite di una casa di riposo a Milano.
È sempre stato single.
Per due anni è stato fidanzato con l'attrice Isabella Biagini.
L'attore ha dichiarato che, dopo la morte, vuole essere imbalsamato e poi esposto al pubblico al “Victor Bar” di Riccione.
Il gruppo Elio e le Storie Tese, nell'album Cicciput lo ha omaggiato con un gioco di parole nella canzone Jimmy il pedofilo.
Nel 1989 avrebbe dovuto lavorare ne La voce della luna di Federico Fellini, interpretando il ruolo del magistrato Gonella, ma rifiutò per un impegno precedentemente preso con il regista Mariano Laurenti.

domenica, febbraio 24, 2008

venerdì, febbraio 22, 2008

Non pagate la tassa CIP6 nella bolletta dell'ENEL

diffondi


L'incentivazione alle fonti di energia rinnovabili è stata introdotta dalla legge n. 9 del 1991 e dalla successiva delibera n. 6 emessa dal Cip nel 1992 che ha aggiunto le parole "ed assimilate". Tali normative hanno previsto che i finanziamenti,in parte, gravino (indirettamente) sul singolo utente finale, quale parte del sovrapprezzo del costo della energia. Non esiste, peraltro, una specifica norma che stabilisca un obbligo per il singolo di provvedere al pagamento di una data somma a titolo di finanziamento delle fonti di energia: la normativa in materia, infatti, come sopra accennato, stabilisce che il costo della energia per il pubblico applicato dall'Enel sia costituito da un sovrapprezzo in parte destinato a tale scopo. La "quota" CIP6 viene corrisposta dal singolo utente all'Enel che, a sua volta, la versa allo Stato. Dal momento che questa quota è "annegata" nel prezzo del chilowatt e non esiste una norma che specificamente impone all'utente di pagare quella somma a quel titolo, l'eventuale mancato pagamento da parte del singolo di questa parte dell'intero corrispettivo della fornitura costituisce un inadempimento contrattuale.
Il Cip6 è un tassa sui tumori. Serve a costruire inceneritori che ti termovalorizzano le cellule. Non la vogliono capire con le buone di smettere e di passare alla raccolta differenziata e a forme di smaltimento non nocive per la salute. L'uso criminoso dei NOSTRI soldi per avvelenare le NOSTRE FAMIGLIE deve finire. Vogliamo energie rinnovabili, non respirare diossina e nano particelle. Non pagate più la tassa CIP6 all'ENEL. Io ho già iniziato. L'ENEL ha tolto dalla bolletta la voce A3 con il contributo per gli inceneritori. Calcolare l'importo esatto è quasi impossibile, vale circa il 7%. L'ENEL deve reintrodurre la voce A3 per consentirci di dedurre l'importo esatto.Nel frattempo: - togliete il 7% forfettario dall'importo senza IVA dall'importo che dovete pagare in bolletta - notificate l'autoriduzione all'ENEL nella form all'indirizzo:
Enel/Informazioni con la causale: Detrazione CIP6 per gli inceneritori

lunedì, febbraio 18, 2008

L'Ultimo GRANDE Italiano



  • A volte mi chiedo se il senso di frustrazione, d'impotenza che molti, specie fra i giovani, hanno dinanzi al mondo moderno è dovuto al fatto che esso appare loro così complicato, così difficile da capire che la sola reazione possibile è crederlo il mondo di qualcun altro: un mondo in cui non si può mettere le mani, un mondo che non si può cambiare. Ma non è così: il mondo è di tutti.

  • Facciamo più quello che è giusto, invece di quello che ci conviene. Educhiamo i figli ad essere onesti, non furbi.

  • Guarda un filo d'erba al vento e sentiti come lui. Ti passerà anche la rabbia. [Lettera a Oriana Fallaci]

  • Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che sta succedendo nel mondo la nostra vita non può, non deve, essere normale. Di questa normalità dovremmo avere vergogna.

  • Il mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate. Forse questa è l'occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora, l'occasione per reinventarci il futuro e non rifase il cammino che ci ha portato all'oggi e potrebbe domani portarci al nulla. Mai come ora la sopravvivenza dell'umanità è stata in gioco. [Riferendosi all'11 settembre 2001]

  • Le montagne, come il mare, ricordano una misura di grandezza dalla quale l'uomo si sente ispirato, sollevato. Quella stessa grandezza è anche in ognuno di noi, ma lì ci è difficile riconoscerla. Per questo siamo attratti dalle montagne. Per questo, attraverso i secoli, tantissimi uomini e donne sono venuti quassù nell'Himalaya, sperando di trovare in queste altezze le risposte che sfuggivano loro restando nelle pianure. Continuano a venire.

  • Le montagne sono sempre generose. Mi regalano albe e tramonti irripetibili; il silenzio è rotto solo dai suoni della natura che lo rendono ancora più vivo.

  • In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci.

  • Solo se riusciremo a vedere l'universo come un tutt'uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, comincieremo a capire chi siamo e dove stiamo.

  • Vogliamo eliminare le armi? Bene: non perdiamoci a discutere sul fatto che chiudere le fabbriche di fucili, di munizioni, di mine anti-uomo o di bombe atomiche creerà dei disoccupati. Prima risolviamo la questione morale. Quella economica l'affronteremo dopo. O vogliamo, prima ancora di provare, arrenderci al fatto che l'economia determina tutto, che ci interessa solo quel che ci è utile?
  • È sempre così difficile giudicare il senso di quel che ci capita nel momento in cui ci capita e bisognerebbe imparare, una volta per tutte, a dare meno peso a quella distinzione – bene o male, piacere o dispiacere – visto che il giudizio cambia col tempo e spesso il giudizio stesso finisce per non avere alcuno valore.

  • Finirai per trovarla la Via... se prima hai il coraggio di perderti.

  • I miracoli esistono e sono miracoli perché capitano una volta ogni tanto, perché sono qualcosa di insolito, qualcosa che non capiamo, perché sono un'eccezione alla regola del non-miracolo.

  • "Io chi sono?". La risposta sta nel porsi la domanda, nel rendersi conto che io non sono il mio corpo, non sono quello che faccio, non sono quello che posseggo, non sono i rapporti che ho, non sono neppure i miei pensieri, non le mie esperienze, non quell'Io a cui teniamo così tanto. La risposta è senza parole. È nell'immergersi silenzioso dell'Io nel Sé.

  • La vera conoscenza non viene dai libri, neppure da quelli sacri, ma dall'esperienza. Il migior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l'intuizione, non attraverso l'intelletto. L'intelletto è limitato.

  • L'ultimo pezzo del cammino, quella scaletta che conduce sul tetto da cui si vede il mondo o sul quale ci si può distendere a diventare una nuvola, quel'ultimo pezzo va fatto a piedi, da soli.

  • Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua immensa bellezza è lì per tutti. Nessuno può pensare di portarsi a casa un'alba o un tramonto.

  • Viaggiare era sempre stato per me un modo di vivere e ora avevo preso la malattia come un altro viaggio: un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il quale non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso.

  • Vivo ora, qui, con la sensazione che l'universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra.

  • Ho scoperto prestissimo che i migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla.

  • Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo, stare seduti in una casa da tè ad osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l'amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare.




Che MAESTRO....


  • L'unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell'Himalaya… È dentro di noi! (citato in Dentro di noi. Parlano i lettori di Tiziano Terzani, TEA, a cura di A. Bortolotti e M. De Martino)


  • Oggi l'economia è fatta, per costringere tanta gente, a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che da soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente. Io trovo che c'è una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola felice, ed è contento, accontentarsi, uno che si accontenta è un uomo felice. (da Anam, il senzanome, Longanesi, 2004)

  • A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni.

  • Che cos'è che ci fa così spavento della morte? Quello che ci fa paura, che ci congela davanti a quel momento è l'idea che scomparirà in quell'attimo tutto quello a cui noi siamo tanto attaccati. Prima di tutto il corpo. Del corpo ne abbiamo fatto un'ossessione.

  • E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell'aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.

  • Ho fatto questo mio mestiere proprio come una missione religiosa, se vuoi, non cedendo a trappole facili. La più facile, te ne volevo parlare da tempo, è il Potere. Perché il potere corrompe, il potere ti fagocita, il potere ti tira dentro di sé! Capisci? Se ti metti accanto a un candidato alla presidenza in una campagna elettorale, se vai a cena con lui e parli con lui diventi un suo scagnozzo, no? Un suo operatore. Non mi è mai piaciuto. Il mio istinto è sempre stato di starne lontano. Proprio starne lontano, mentre oggi vedo tanti giovani che godono, che fioriscono all'idea di essere vicini al Potere, di dare del "tu" al Potere, di andarci a letto col Potere, di andarci a cena col Potere, per trarne lustro, gloria, informazioni magari. Io questo non lo ho mai fatto. Lo puoi chiamare anche una forma di moralità. Ho sempre avuto questo senso di orgoglio che io al potere gli stavo di faccia, lo guardavo, e lo mandavo a fanculo. Aprivo la porta, ci mettevo il piede, entravo dentro, ma quando ero nella sua stanza, invece di compiacerlo controllavo che cosa non andava, facevo le domande. Questo è il giornalismo.

  • Ho sempre sentito che avevo delle responsabilità. Quel senso del dovere, poi, che avevo sempre addosso, quel senso che, insomma, era giusto fare certe cose o non farle. Ma non ero io... era che non c'era niente di più importante nella mia vita, non c'era niente di più grande, sai... sono uno che non ha mai fatto compromessi. Non ne ho avuto forse un grande bisogno, ma avevo una ripulsione per i compromessi e se questa la vuoi chiamare moralità, sì.

  • Il coraggio è il superamento della paura.

  • L'inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un'illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c'è progresso. Non c'è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono.

  • La regola secondo me è: quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c'è più speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all'erta.

  • La vera comprensione è quella che va al di là della ragione e che si fonda sull'istinto, sul cuore.

  • No, non c'è futuro. Il futuro è una scatola vuota in cui metti tutte le tue illusioni.

  • Questo mondo è una meraviglia. Non c'è niente da fare, è una meraviglia. E se riesci a sentirti parte di questa meraviglia – ma non tu, con i tuoi due occhi e i tuoi due piedi; se Tu, questa essenza di te, sente d'essere parte di questa meraviglia – ma che vuoi di più, che vuoi di più? Una macchina nuova?

  • Una strada c'è nella vita. La cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici "oh, guarda, c'è un filo". Quando vivi non lo vedi il filo, eppure c'è. Perché tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.

Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. Ma non c'è più.

Tiziano "Anam" Terzani


Still Missing....




venerdì, febbraio 15, 2008

Ma bevete meno....

Tutta la vita davanti

Tempi Morti






Quelli come te...



E' Tornato!!

"E' inutile continuare a farsi delle illusioni su quello che dovrebbe essere, perchè purtroppo la Storia non è così.
Non avviene quello che è giusto che avvenga.
Avviene quello che le forze sul terreno di battaglia, le forze geopolitiche portano a realizzarsi."
Tiziano Terzani

martedì, febbraio 12, 2008

Bob's thoughts


  • Chi ha paura di sognare è destinato a morire.
  • Finché il colore della pelle di un uomo sarà più importante di quello dei suoi occhi sarà sempre guerra.
  • La politica non mi interessa, è affare del demonio. I politici giocano con la testa delle persone. Mai giocare con la testa delle persone.
  • Io non sono famoso a me stesso.
  • La mia musica vivrà in eterno. Forse è stupido dirlo, ma quando sono sicuro delle cose, io le dico. La mia musica vivrà per sempre.
  • La vita e Dio sono la stessa cosa. Dio è il dono della vita. Io sono in qualche modo eterno perché sono unico, non duplicabile. La singolarità di ogni uomo e di ogni donna è un dono di Jah.
  • Coltivare erba non è legale? Se è Dio che ce l'ha data allora vuoi dire che anche Dio non è legale?
  • Quando fumi erba conosci meglio te stesso. Tutte le tue debolezze e le tue nefandezze sono rivelate dall'erba che ti dà un' immagine più limpida di te stesso.
  • Mio padre era bianco, mia madre era nera, io sono in mezzo, io sono niente, tutto quello che ho è Dio.
  • Bob Marley non è il mio nome. Non conosco ancora il mio nome.
  • Sono stato qui prima e tornerò qui di nuovo.
  • I momenti sereni di oggi sono i pensieri tristi di domani.
  • Dicono che non puoi fumare erba, dicono che è illegale, che ti rende ribelle.... ribelle contro chi?
  • Non ho educazione, solo ispirazione. Se fossi stato erudito sarei un idiota.
  • La gente vuole sentire un messaggio, un messaggio di Dio. Questo messaggio può passare attraverso di me o attraverso qualcun altro. Io non sono un leader, sono solo un messaggero. Le parole delle canzoni e non chi le canta sono importanti e attraggono la gente.
  • Sì, è vero, ho una BMW ma solo perché BMW sta per Bob Marley and the Wailers e non perché mi piacciono le automobili di lusso.
  • L'uomo ha un universo dentro se stesso.
  • Combatti il diavolo con una cosa chiamata amore.
  • Ora possiedo una jeep, una vecchia jeep, così nessuno potrà più dire che guido una BMW...non potevo più tenere la BMW, mi procurava un sacco di noie...
  • Nessun uomo può comandare un altro uomo, noi abbiamo bisogno di unità.
  • Dio non ha mai detto: andate all'università per conoscere chi è Dio veramente. Dio è un concetto semplice che anche i bambini possono sapere
  • Perché abbiamo i dreadlocks? Perché ci mantengono puri, ci tengono lontani da babilonia. Se io avessi i capelli ben rasati mi accoglierebbero in luoghi come le discoteche e perderei la mia integrità.
  • So di essere nato con una taglia sulla testa.
  • Io non sono di questo mondo, sapete. Vivo in questo mondo, ma non sono del mondo.
  • Quello che vogliamo realmente è il diritto di avere ragione e il diritto di avere torto.
  • Se Dio non avesse avuto canzoni da farmi cantare, io non avrei cantato nessuna canzone. Le canzoni vengono da Dio, tutte.
  • È la vita con cui abbiamo a che fare. Non la morte. Colui che vede la luce e la conosce, vivrà.
  • Io amo la campagna. Voglio vivere in una fattoria. Non voglio davvero vivere in un appartamento.
  • Tra qualche anno mollerò tutto, mi ritirerò in campagna e non canterò più per nessuno. No sto scherzando.
  • Il nome Wailers viene dalla Bibbia. Ci sono molti posti dove si incontrano persone che si lamentano. I bambini piangono, piangono per avere giustizia.
  • Non voglio combattere nessuno con nessuna arma; io non devo combattere per i miei diritti, i miei diritti devono venire da me.
  • I soldi non contano, la musica conta. Quando i discografici pensano prima al denaro che alla musica, la musica non avrà il valore che loro pensano abbia.
  • I soldi non sono importanti... Dio è importante, il cielo, l'aria sono importanti. I soldi non sono nulla, servono solo a rendere l'uomo schiavo
  • Se ascolti gli altri cantanti, finisci per imitarli e io voglio rimanere originale. Imparo di più dal guardarmi intorno che ascoltare la musica degli altri.
  • La prima cosa che si deve evitare è essere ignorante sulle cose che ti circondano. Devi essere intelligente.
  • L'Occidente non ha futuro.
  • Tutte le Chiese ti dicono che morirai e andrai in Paradiso ma la Bibbia dice che il dono di Dio è la vita su questa terra.
  • La gente in America non si sente oppressa perché ha molte cose materiali. Ha un lavoro, da mangiare, soldi. E sono proprio queste le cose che la opprimono!
  • Tu dici che Hailè Selassiè era un dittatore... allora io ti chiedo: è vero che gli italiani mangiano solo pizza e sono tutti mafiosi? Perché è questo ciò che scrivono i giornali. Non credere a tutto quello che i giornali scrivono.
  • Può essere che un uomo sia aggressivo perché non è passato attraverso il pericolo, come me. Io posso permettermi di prendere le cose con calma perché sono passato attraverso il fuoco. Non è lontano dal fuoco che puoi trovare la calma, ma dentro ad esso.
  • Non puoi sprecare la tua vita nell'egoismo, altrimenti tutto ciò che resterà di te saranno solo un mucchio di parole e poi morirai. Per dare un significato alla vita devi fare qualcosa.
  • Non sono venuto a chiedere prestiti, sono venuto a conquistare!
  • L'alcool distrugge mentre l'erba costruisce.
  • Roma è il nemico, l'anticristo. Non mi piacciono i papi, loro vengono e ti dicono "Vivi in pace, vivi in questo, vivi in quello". Sì, certo, vivi in pace nella loro società! Il Papa ha benedetto Mussolini che ha invaso l'Etiopia, la culla della Cristianità mentre Roma è nata l'altro ieri, Roma non è nulla.
  • La cosa migliore che sia mai accaduta è che due Papi sono morti l'altro giorno. Vero, vero. Una delle cose più dolci che siano mai accadute. I Rasta in Giamaica pregano ogni giorno affinché muoiano più Papi. Così quando ad un Papa gli viene un attacco di cuore, puoi immaginare le scene di gioia in Giamaica. Siamo felici, facciamo festa!
  • È la notte la vera musica che sento: rane, grilli, i suoni della natura. La musica è il canto della terra.
  • I soldi sono la radice di ogni male. Sono stati creati per tenere la gente in catene, sono un sostituto della realtà.
  • Sono stato in America... mostravano immagini e continuavano a dirmi che Dio era bianco. Dissi a me stesso: che posto infernale, l'unica cosa che potrei essere qui è uno schiavo.
  • Io un profeta? Io popolare? Io sono sempre stato popolare. Avere 5 buoni amici è già essere popolare.
  • L'Apocalisse avviene ogni giorno, per le strade.
  • Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore.. o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria ispirazione.
  • Quando morirai andrai in cielo ma io non sono d'accordo; forse il cielo è un posto bellissimo ma io vivo qui e la realtà è quella che ho davanti agli occhi.
  • Alla fine è semplice: il bene, il male, la lotta di chi soffre, la paura di chi è solo come un cane per strada. La vita è un gioco d'azzardo, se perdi stai calmo e aspetta la tua occasione ma non perdere la bussola. Non farti corrompere.
  • Io sono solo quello che sono, non quello che la gente vuole che io sia.

lunedì, febbraio 11, 2008

DOPO.......
ER MONNEZZA


..... ER PATATA....


....DOPO.....ER PUPONE......


ER TIGRE

(ALIAS BOMBAROLO)

Cena





ZEINA AL FANTINO
TRI IN NA' SCRANA DA BOUN!!!!

NOI A ZANNALAND


ANGELO'S STILL ALIVE!!!


MALA-VIDA

TU CHIAMALE SE VUOI.....EMOZIONI....

FINALMENTE ABBIAMO LE PROVE!!!! ANDRY E IL VIBRA


QUESTA LA CAPISCONO...SE SI RICORDANO....SOLO IN 2......SERATINA.....

venerdì, febbraio 08, 2008

World Press Photo



È la foto dell'anno
La fotografia di un soldato statunitense in un bunker afghano è il miglior scatto dell'anno. L'immagine, colta dal britannico Tim Hetherington per la rivista Vanity Fair, ha vinto la 51esima edizione del World Press Photo, uno dei più prestigiosi premi foto-giornalisti del mondo. Mostra lo «sfinimento di un uomo, e lo sfinimento di una nazione», ha spiegato la giuria nel fornire le motivazioni della sua scelta

Che Personaggi

El Machico





Pablo Emilio Escobar Gaviria (Rionegro, 1 dicembre 1949Medellín, 2 dicembre 1993) è stato un criminale colombiano.
Conosciuto anche come El Patrón, El Doctor o El Machico, fu il tristemente celebre Signore della
droga colombiana, e divenne tra i più ricchi uomini al mondo grazie allo spaccio di cocaina negli Stati Uniti e in altri paesi.


Escobar iniziò quella che sarebbe diventata una delle carriere criminali più brillanti della storia come un adolescente ladro di macchine nelle strade di Medellín, Colombia. Poi si spostò verso il business della cocaina e cominciò a costruire un enorme impero della droga durante gli anni settanta. Durante il suo apogeo, pare che guadagnasse fino a un milione di dollari al giorno.
Nel corso degli
anni ottanta, Escobar divenne conosciuto a livello internazionale a mano a mano che la sua rete di droga acquistava notorietà; si dice che El cartel del Medellín controllasse una vasta fetta delle droghe che entravano in Messico, Porto Rico, e nella Repubblica Dominicana, con la cocaina proveniente perlopiù da Peru e Bolivia, dal momento che la cocaina colombiana era inizialmente di qualità inferiore. La droga di Escobar raggiunse molte altre nazioni, la maggior parte attorno alle Americhe, anche se pare che la sua rete si estendesse addirittura fino in Asia.
Escobar corruppe un numero incalcolabile di ufficiali governativi, giudici e altri politici, e spesso uccideva personalmente i gregari che si rifiutavano di collaborare. Corruzione e intimidazione caratterizzarono il sistema colombiano durante l'apogeo di Escobar. Egli praticava un'efficace, infallibile strategia nota come plata o plomo (in Spagnolo letteralmente soldi o piombo), che consisteva nel proporre una triste alternativa: "o accetti i soldi o muori". Escobar fu responsabile della morte di tre candidati Colombiani alla presidenza, tutti concorrenti alle stesse elezioni, così come fu responsabile del bombardamento del
volo Avianca 203 e di un edificio della sicurezza di Bogotà nel 1989. Alcuni analisti ipotizzano che egli era coinvolto nell'attacco alla Corte Suprema Colombiana del 1985 da parte delle guerillas di sinistra, che risultò nella morte di metà dei giudici della Corte. Il Cartel de Medellín fu anche coinvolto in una sanguinosa guerra di droga col suo principale rivale, il Cartel de Calí, per tutta la durata della sua esistenza.

Quando il suo impero raggiunse la massima espansione,
Forbes magazine stimava che egli fosse il settimo uomo più ricco del mondo, controllando l'80% della cocaina del mondo e il 30 % delle armi illecitamente circolanti. La sua organizzazione possedeva flotte di aerei, navi, veicoli costosi, così come ricche proprietà e vasti appezzamenti di terreno. Le stime indicano che il cartello di Medellín incassava 25 miliardi di dollari l'anno al suo momento più alto.
Benché fosse un nemico degli Stati Uniti e del governo della Colombia, Escobar era un eroe per molti abitanti di Medellín; egli si trovava a suo agio nelle relazioni con il pubblico e lavorava per creare benessere tra i poveri Colombiani. Fanatico degli sport, fece costruire stadi di calcio e sponsorizzava piccole squadre della città. Lavorava duro per coltivare la sua immagine di
Robin Hood e non di rado distribuiva denaro ai poveri. La popolazione di Medellín spesso aiutava fornendo nascondigli, nascondendo informazioni alle autorità, o facendo qualunque cosa che potesse proteggere Escobar.

Nel
1991, Escobar si consegnò spontaneamente alle autorità colombiane per evitare l'estradizione negli Stati Uniti o peggio l'assassinio da parte del cartello rivale. Escobar fu "imprigionato" nella sua prigione privata di lusso, La Catedral, che gli fu permesso di costruire come ricompensa per il suo essersi costituito. Aveva infatti negoziato un accordo con il governo colombiano, che prevedeva 5 anni di confinamento obbligatorio nella sua prigione privata, e gli garantiva nessuna estradizione negli Stati Uniti. Purtroppo, la sua "prigione" somigliava di più a una lussuosa fortezza, e lui inoltre mostrava ben poco rispetto per l'accordo, essendo stato visto più volte al di fuori de La Catedral: alle partite di calcio, a fare shopping in centro a Medellín, alle feste, e in altri luoghi pubblici. Dopo che un articolo apparve sulla stampa locale, mostrando foto della sua "cella" piena di ogni comfort, e rivelando che Escobar aveva fatto uccidere molti suoi soci in affari che erano andati a trovarlo a La Catedral, l'opinione pubblica obbligò finalmente il governo ad agire. Quando un ufficiale del governo tentò di spostare Escobar in un'altra prigione il 22 luglio 1992, egli scappò, avendo paura di essere estradato negli Stati Uniti.
Nel
1992, gli operatori della US Delta Force (e poi anche quelli della Navy SEALs) ingaggiarono una caccia all'uomo. Essi addestrarono e guidarono una speciale task force di polizia Colombiana, nota come il Search Bloc, creata apposta per localizzare Escobar e consegnarlo alla giustizia. Dopo, con l'acuirsi del conflitto tra Escobar e i governi Colombiani/USA, il numero dei suoi nemici cresceva, e un gruppo conosciuto come Los Pepes (i perseguitati da Pablo Escobar) iniziò una sanguinosa campagna nella quale più di 300 affiliati/parenti di Escobar furono uccisi e gran parte delle loro proprietà distrutte. Alcuni osservatori affermano che i membri del Search Bloc e delle intelligence Statunitensi/Colombiane, nei loro sforzi per punire Escobar, erano collusi con Los Pepes o comunque coordinavano le attività del Search Bloc e dei Los Pepes. Questa coordinazione sarebbe stata raggiunta tramite la condivisione delle informazioni di intelligence, per permettere ai Los Pepes di smontare la montagna organizzativa che proteggeva Escobar e i suoi pochi alleati rimasti. Tutto ciò porta a discutere circa il ruolo che gli Stati Uniti hanno giocato nel raccogliere informazioni di intelligence, poiché parte di queste informazioni furono poi utilizzate dai Los Pepes nelle loro crociate di giustizia sommaria.
Ad ogni modo, la guerra contro Escobar terminò il
2 dicembre 1993, quando egli cercò di eludere il Search Bloc un'ennesima volta. Utilizzando la tecnica della triangolazione radio fornita dagli Stati Uniti, una squadra Colombiana di sorveglianza elettronica trovò che Escobar si nascondeva in un quartiere borghese di Medellín. Ci fu una sparatoria tra Escobar e il Search Bloc. Alcuni credono che gli Stati Uniti impiegarono cecchini speciali. Anche se la dinamica esatta della morte di Escobar è stata oggetto di dibattito, è certo che fu costretto a scappare sui tetti delle case, dove fu colpito alla gamba, alla schiena, e fatalmente dietro l'orecchio.
La caccia a Escobar è stata documentata da Mark Bowden nel libro Killing Pablo (ed. inglese). Dopo la morte di Escobar, il Medellìn Cartel si frammentò e il mercato della cocaina presto divenne dominato dal rivale
Cartel de Calí, fino alla metà degli anni novanta quando anche i suoi leader furono uccisi o catturati.


Dapper Don




John Joseph Gotti jr., meglio noto come John Gotti (
New York, 27 ottobre 1940Springfield, 10 giugno 2002) è stato un criminale statunitense.

Fu capo di un temuto clan mafioso degli Stati Uniti d'America degli anni '80 e '90 - secondo per volume d'affari e per omicidi solo al clan capeggiato da Al Capone.
Nato in una povera famiglia italiana immigrata ed undicesimo di sedici fratelli, ancora minorenne Gotti lascia la scuola per unirsi ad una gang di
New York. Si unirà poi ad un fanatico capoclan legato a John Gambino e si segnalerà come un ottimo killer. Negli anni cinquanta conobbe il carcere per reati minori ma una volta uscito commetterà due omicidi che gli consentiranno di fare carriera nella Mafia.
Negli
anni settanta divenne molto ricco grazie allo spaccio di sostanze stupefacenti ed il 16 dicembre del 1985, dopo il decesso di Aniello Dellacroce, divenne il capo del clan Dellacroce, che in quel momento combatteva contro il clan Paul Castellano: vinta tale guerra di Mafia, Gotti divenne il padrino incontrastato di Cosa Nostra americana e la testata The Time gli dedicò una copertina in prima pagina disegnata da Andy Warhol.
A John Gotti si deve l'allargamento degli interessi della mafia americana in settori divenuti, poi, strategici, quali la droga (con
Pablo Escobar è stato il più grosso trafficante di cocaina del mondo), lo sfruttamento della prostituzione e il traffico internazionale di armi.

Il figlio Frank morì a 12 anni nel 1980, investito dall'auto di un vicino, John Favara, mentre andava in bicicletta sotto casa. Favara non fu processato per la morte di Frank perchè gli inquirenti ritennero che la morte del bambino fosse stata un incidente stradale. Favara, temendo la reazione del padrino, aveva deciso di trasferirsi, ma, due giorni prima del trasloco, era svanito senza lasciare traccia. Di questa scomparsa non e' mai stato accusato nessuno.
Questa di Favara è una storia che merita di essere raccontata, dà l’immagine di un Gotti feroce e sanguinario come pochi. Favara è a bordo della sua automobile; improvvisamente sbuca, a bordo della sua bicicletta, Frank, uno dei figli di Gotti. Non c’è niente da fare, e l’urto è violento. Il ragazzino muore sul colpo. Da quel momento di Favara non si saprà più nulla. Il tam tam mafioso racconta di una squadra di otto picciotti che lo prelevano e lo portano davanti a Gotti. Quest’ultimo si incarica di ucciderlo con le sue mani, sezionandolo con una sega elettrica; i resti del poveretto vengono poi gettati nell’Atlantico ben zavorrati con il cemento. Tutti sanno che in quella “scomparsa” c’è la sua pesante mano, ma lui se la ride: ha un alibi di ferro, decine di persone sono pronte a testimoniare che si trovava in vacanza in Florida.Gotti non ha la saggezza dei vecchi patriarchi di mafia, che parlavano con i loro interminabili silenzi, e non dovevano imporre nulla, già i loro desideri erano ordini indiscutibili. Lui ama la bella vita, ostenta sfacciato la sua ricchezza. Non si capisce se è il cinema a ispirarsi a lui, o lui ai personaggi dei film. Il suo quartier generale è a Little Italy, al “Ravenite Social Club”, un locale che solo lui e i suoi fedelissimi possono frequentare. La Polizia riempie le due stanze di microspie. Niente. Il fatto è che Gotti quando deve parlare di cose delicate o lo fa passeggiando all’aria aperta; oppure nell’appartamento sopra il club, dove vive un’anziana signora di origine italiana, ben lieta di ospitarlo. Dal 1986 al 1990 viene processato tre volte, e sempre assolto. Ogni volta a Queens, dove vive in una villetta tutto sommato modesta, è festa come se fosse il 4 luglio: fuochi d’artificio, musica, hot dogs e hamburger offerti a chiunque ne voglia. È anche fortunato. I fedeli del defunto Castellano sistemano una carica di tritolo in una Buick parcheggiata di fronte al “Veterans & Friends Social Club”. L’ordigno era destinato a Gotti, ma chi ne viene ucciso è Frank De Cicco, un padrino che si era schierato con Gotti e contro Castellano. De Cicco aveva lasciato sull’automobile un biglietto da visita. Tornato a prenderlo, non fa in tempo ad aprire la portiera che viene fatto in mille pezzi. Chi ha azionato il dispositivo per l’esplosione aveva scambiato De Cicco per Gotti, che si salva.

Soprannominato dai tabloid inglesi "Teflon Don" o "Dapper Don" (l'elegantone), nel dicembre 1990 venne arrestato e poi nell'aprile 1992 condannato a
Brooklyn grazie alla fondamentale testimonianza di un suo uomo, Sammy Gravano, ormai pentito. Morì in un carcere federale a causa di un cancro che lo aveva colpito al collo ed alla nuca.