El Machico

Pablo Emilio Escobar Gaviria (Rionegro, 1 dicembre 1949 – Medellín, 2 dicembre 1993) è stato un criminale colombiano.
Conosciuto anche come El Patrón, El Doctor o El Machico, fu il tristemente celebre Signore della droga colombiana, e divenne tra i più ricchi uomini al mondo grazie allo spaccio di cocaina negli Stati Uniti e in altri paesi.
Conosciuto anche come El Patrón, El Doctor o El Machico, fu il tristemente celebre Signore della droga colombiana, e divenne tra i più ricchi uomini al mondo grazie allo spaccio di cocaina negli Stati Uniti e in altri paesi.
Escobar iniziò quella che sarebbe diventata una delle carriere criminali più brillanti della storia come un adolescente ladro di macchine nelle strade di Medellín, Colombia. Poi si spostò verso il business della cocaina e cominciò a costruire un enorme impero della droga durante gli anni settanta. Durante il suo apogeo, pare che guadagnasse fino a un milione di dollari al giorno.
Nel corso degli anni ottanta, Escobar divenne conosciuto a livello internazionale a mano a mano che la sua rete di droga acquistava notorietà; si dice che El cartel del Medellín controllasse una vasta fetta delle droghe che entravano in Messico, Porto Rico, e nella Repubblica Dominicana, con la cocaina proveniente perlopiù da Peru e Bolivia, dal momento che la cocaina colombiana era inizialmente di qualità inferiore. La droga di Escobar raggiunse molte altre nazioni, la maggior parte attorno alle Americhe, anche se pare che la sua rete si estendesse addirittura fino in Asia.
Escobar corruppe un numero incalcolabile di ufficiali governativi, giudici e altri politici, e spesso uccideva personalmente i gregari che si rifiutavano di collaborare. Corruzione e intimidazione caratterizzarono il sistema colombiano durante l'apogeo di Escobar. Egli praticava un'efficace, infallibile strategia nota come plata o plomo (in Spagnolo letteralmente soldi o piombo), che consisteva nel proporre una triste alternativa: "o accetti i soldi o muori". Escobar fu responsabile della morte di tre candidati Colombiani alla presidenza, tutti concorrenti alle stesse elezioni, così come fu responsabile del bombardamento del volo Avianca 203 e di un edificio della sicurezza di Bogotà nel 1989. Alcuni analisti ipotizzano che egli era coinvolto nell'attacco alla Corte Suprema Colombiana del 1985 da parte delle guerillas di sinistra, che risultò nella morte di metà dei giudici della Corte. Il Cartel de Medellín fu anche coinvolto in una sanguinosa guerra di droga col suo principale rivale, il Cartel de Calí, per tutta la durata della sua esistenza.
Quando il suo impero raggiunse la massima espansione, Forbes magazine stimava che egli fosse il settimo uomo più ricco del mondo, controllando l'80% della cocaina del mondo e il 30 % delle armi illecitamente circolanti. La sua organizzazione possedeva flotte di aerei, navi, veicoli costosi, così come ricche proprietà e vasti appezzamenti di terreno. Le stime indicano che il cartello di Medellín incassava 25 miliardi di dollari l'anno al suo momento più alto.
Benché fosse un nemico degli Stati Uniti e del governo della Colombia, Escobar era un eroe per molti abitanti di Medellín; egli si trovava a suo agio nelle relazioni con il pubblico e lavorava per creare benessere tra i poveri Colombiani. Fanatico degli sport, fece costruire stadi di calcio e sponsorizzava piccole squadre della città. Lavorava duro per coltivare la sua immagine di Robin Hood e non di rado distribuiva denaro ai poveri. La popolazione di Medellín spesso aiutava fornendo nascondigli, nascondendo informazioni alle autorità, o facendo qualunque cosa che potesse proteggere Escobar.
Nel 1991, Escobar si consegnò spontaneamente alle autorità colombiane per evitare l'estradizione negli Stati Uniti o peggio l'assassinio da parte del cartello rivale. Escobar fu "imprigionato" nella sua prigione privata di lusso, La Catedral, che gli fu permesso di costruire come ricompensa per il suo essersi costituito. Aveva infatti negoziato un accordo con il governo colombiano, che prevedeva 5 anni di confinamento obbligatorio nella sua prigione privata, e gli garantiva nessuna estradizione negli Stati Uniti. Purtroppo, la sua "prigione" somigliava di più a una lussuosa fortezza, e lui inoltre mostrava ben poco rispetto per l'accordo, essendo stato visto più volte al di fuori de La Catedral: alle partite di calcio, a fare shopping in centro a Medellín, alle feste, e in altri luoghi pubblici. Dopo che un articolo apparve sulla stampa locale, mostrando foto della sua "cella" piena di ogni comfort, e rivelando che Escobar aveva fatto uccidere molti suoi soci in affari che erano andati a trovarlo a La Catedral, l'opinione pubblica obbligò finalmente il governo ad agire. Quando un ufficiale del governo tentò di spostare Escobar in un'altra prigione il 22 luglio 1992, egli scappò, avendo paura di essere estradato negli Stati Uniti.
Nel 1992, gli operatori della US Delta Force (e poi anche quelli della Navy SEALs) ingaggiarono una caccia all'uomo. Essi addestrarono e guidarono una speciale task force di polizia Colombiana, nota come il Search Bloc, creata apposta per localizzare Escobar e consegnarlo alla giustizia. Dopo, con l'acuirsi del conflitto tra Escobar e i governi Colombiani/USA, il numero dei suoi nemici cresceva, e un gruppo conosciuto come Los Pepes (i perseguitati da Pablo Escobar) iniziò una sanguinosa campagna nella quale più di 300 affiliati/parenti di Escobar furono uccisi e gran parte delle loro proprietà distrutte. Alcuni osservatori affermano che i membri del Search Bloc e delle intelligence Statunitensi/Colombiane, nei loro sforzi per punire Escobar, erano collusi con Los Pepes o comunque coordinavano le attività del Search Bloc e dei Los Pepes. Questa coordinazione sarebbe stata raggiunta tramite la condivisione delle informazioni di intelligence, per permettere ai Los Pepes di smontare la montagna organizzativa che proteggeva Escobar e i suoi pochi alleati rimasti. Tutto ciò porta a discutere circa il ruolo che gli Stati Uniti hanno giocato nel raccogliere informazioni di intelligence, poiché parte di queste informazioni furono poi utilizzate dai Los Pepes nelle loro crociate di giustizia sommaria.
Ad ogni modo, la guerra contro Escobar terminò il 2 dicembre 1993, quando egli cercò di eludere il Search Bloc un'ennesima volta. Utilizzando la tecnica della triangolazione radio fornita dagli Stati Uniti, una squadra Colombiana di sorveglianza elettronica trovò che Escobar si nascondeva in un quartiere borghese di Medellín. Ci fu una sparatoria tra Escobar e il Search Bloc. Alcuni credono che gli Stati Uniti impiegarono cecchini speciali. Anche se la dinamica esatta della morte di Escobar è stata oggetto di dibattito, è certo che fu costretto a scappare sui tetti delle case, dove fu colpito alla gamba, alla schiena, e fatalmente dietro l'orecchio.
La caccia a Escobar è stata documentata da Mark Bowden nel libro Killing Pablo (ed. inglese). Dopo la morte di Escobar, il Medellìn Cartel si frammentò e il mercato della cocaina presto divenne dominato dal rivale Cartel de Calí, fino alla metà degli anni novanta quando anche i suoi leader furono uccisi o catturati.
Dapper Don

John Joseph Gotti jr., meglio noto come John Gotti (New York, 27 ottobre 1940 – Springfield, 10 giugno 2002) è stato un criminale statunitense.
Fu capo di un temuto clan mafioso degli Stati Uniti d'America degli anni '80 e '90 - secondo per volume d'affari e per omicidi solo al clan capeggiato da Al Capone.
Nato in una povera famiglia italiana immigrata ed undicesimo di sedici fratelli, ancora minorenne Gotti lascia la scuola per unirsi ad una gang di New York. Si unirà poi ad un fanatico capoclan legato a John Gambino e si segnalerà come un ottimo killer. Negli anni cinquanta conobbe il carcere per reati minori ma una volta uscito commetterà due omicidi che gli consentiranno di fare carriera nella Mafia.
Negli anni settanta divenne molto ricco grazie allo spaccio di sostanze stupefacenti ed il 16 dicembre del 1985, dopo il decesso di Aniello Dellacroce, divenne il capo del clan Dellacroce, che in quel momento combatteva contro il clan Paul Castellano: vinta tale guerra di Mafia, Gotti divenne il padrino incontrastato di Cosa Nostra americana e la testata The Time gli dedicò una copertina in prima pagina disegnata da Andy Warhol.
A John Gotti si deve l'allargamento degli interessi della mafia americana in settori divenuti, poi, strategici, quali la droga (con Pablo Escobar è stato il più grosso trafficante di cocaina del mondo), lo sfruttamento della prostituzione e il traffico internazionale di armi.
Il figlio Frank morì a 12 anni nel 1980, investito dall'auto di un vicino, John Favara, mentre andava in bicicletta sotto casa. Favara non fu processato per la morte di Frank perchè gli inquirenti ritennero che la morte del bambino fosse stata un incidente stradale. Favara, temendo la reazione del padrino, aveva deciso di trasferirsi, ma, due giorni prima del trasloco, era svanito senza lasciare traccia. Di questa scomparsa non e' mai stato accusato nessuno.
Questa di Favara è una storia che merita di essere raccontata, dà l’immagine di un Gotti feroce e sanguinario come pochi. Favara è a bordo della sua automobile; improvvisamente sbuca, a bordo della sua bicicletta, Frank, uno dei figli di Gotti. Non c’è niente da fare, e l’urto è violento. Il ragazzino muore sul colpo. Da quel momento di Favara non si saprà più nulla. Il tam tam mafioso racconta di una squadra di otto picciotti che lo prelevano e lo portano davanti a Gotti. Quest’ultimo si incarica di ucciderlo con le sue mani, sezionandolo con una sega elettrica; i resti del poveretto vengono poi gettati nell’Atlantico ben zavorrati con il cemento. Tutti sanno che in quella “scomparsa” c’è la sua pesante mano, ma lui se la ride: ha un alibi di ferro, decine di persone sono pronte a testimoniare che si trovava in vacanza in Florida.Gotti non ha la saggezza dei vecchi patriarchi di mafia, che parlavano con i loro interminabili silenzi, e non dovevano imporre nulla, già i loro desideri erano ordini indiscutibili. Lui ama la bella vita, ostenta sfacciato la sua ricchezza. Non si capisce se è il cinema a ispirarsi a lui, o lui ai personaggi dei film. Il suo quartier generale è a Little Italy, al “Ravenite Social Club”, un locale che solo lui e i suoi fedelissimi possono frequentare. La Polizia riempie le due stanze di microspie. Niente. Il fatto è che Gotti quando deve parlare di cose delicate o lo fa passeggiando all’aria aperta; oppure nell’appartamento sopra il club, dove vive un’anziana signora di origine italiana, ben lieta di ospitarlo. Dal 1986 al 1990 viene processato tre volte, e sempre assolto. Ogni volta a Queens, dove vive in una villetta tutto sommato modesta, è festa come se fosse il 4 luglio: fuochi d’artificio, musica, hot dogs e hamburger offerti a chiunque ne voglia. È anche fortunato. I fedeli del defunto Castellano sistemano una carica di tritolo in una Buick parcheggiata di fronte al “Veterans & Friends Social Club”. L’ordigno era destinato a Gotti, ma chi ne viene ucciso è Frank De Cicco, un padrino che si era schierato con Gotti e contro Castellano. De Cicco aveva lasciato sull’automobile un biglietto da visita. Tornato a prenderlo, non fa in tempo ad aprire la portiera che viene fatto in mille pezzi. Chi ha azionato il dispositivo per l’esplosione aveva scambiato De Cicco per Gotti, che si salva.
Soprannominato dai tabloid inglesi "Teflon Don" o "Dapper Don" (l'elegantone), nel dicembre 1990 venne arrestato e poi nell'aprile 1992 condannato a Brooklyn grazie alla fondamentale testimonianza di un suo uomo, Sammy Gravano, ormai pentito. Morì in un carcere federale a causa di un cancro che lo aveva colpito al collo ed alla nuca.

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