venerdì, novembre 30, 2007

Malaga Uncensored









Leggende Metropolitane

Caratteristiche
Si tratta di ipotetici fatti normalmente presentati come realmente accaduti, ma attribuiti quasi sempre a qualche altra persona; in Italia un incipit piuttosto comune è "mio cugino mi ha raccontato...", mentre nei paesi di lingua inglese addirittura è stato coniato un acronimo per riferirsi al soggetto o alla fonte di queste storie: FOAF, friend of a friend, "un amico di un mio amico". Non bisogna pensare che le persone che raccontano una leggenda urbana lo facciano in malafede. Talvolta certo la cosa può accadere, ma più spesso si tratta di "vittime" del fenomeno, di agenti passivi che collaborano, involontariamente, alla diffusione della diceria di turno. Spesso le persone che raccontano le leggende sono davvero convinte della veridicità di quanto affermano e questo perché la natura stessa della leggenda urbana consente quasi sempre un margine di credibilità. Inoltre gli argomenti descritti all'interno di questi racconti popolari sono spesso divertenti e curiosi il che incentiva la voglia di diffonderli e raccontarli ai propri conoscenti. Si ricalca dunque in questo modo un meccanismo simile a quello che consente il diffondersi delle barzellette o degli indovinelli.
Le leggende metropolitane sono solitamente verosimili, ma non sono notizie di
cronaca, anche se talvolta (specie nel periodo estivo) sono riferite dai giornali, sempre però in modo piuttosto generico, senza riportare - come fa una vera cronaca - il nome del protagonista e del testimone, il tempo e il luogo precisi in cui i fatti sono avvenuti.
Queste leggende moderne, nate o diffuse nelle
città, dimostrerebbero che anche l'uomo d'oggi lavora con la fantasia su aspetti della realtà che lo circonda, che gli fa inventare e raccontare fatti che, spacciati per veri e creduti tali, anche se spesso privi degli elementi fantastici e meravigliosi presenti nelle leggende popolari, soddisfano il bisogno universale di storie e rafforzano l'appartenenza ad un certo ambiente.
Si tratta a volte di leggende più antiche adattate e modernizzate. Le leggende urbane possono anche diventare uno strumento di discriminazione, quando attribuiscono, a questo o quel gruppo etnico, religioso o d'altro tipo, dei fatti o dei comportamenti inesistenti. Tipico esempio di quest'ultimo modo di intendere la leggenda metropolitana è la diceria secondo la quale i
Rom utilizzerebbero un particolare codice per stabilire quali case derubare e quali no.
Esempi

Secondo un sondaggio effettuato negli Stati Uniti, la leggenda metropolitana più diffusa è quella del ragazzo che va in discoteca ed incontra una bellissima donna sconosciuta. Passa con lei una notte di sesso; al mattino seguente non la vede a letto: prova a cercarla in bagno, e sullo specchio nota la scritta "Benvenuto nel mondo dell'AIDS", tracciata col rossetto [1].
Tra gli esempi classici di leggenda metropolitana, ripresi spesso nei media, vi sono il cagnolino messicano (un animaletto apparentemente innocuo trovato durante un viaggio all'estero, che una volta portato a casa si scopre essere un topo di fogna
[2]) o l'autostoppista fantasma (una misteriosa donna che, presa a bordo, scompare nel nulla dopo avere avvisato l'autista di un pericolo, proprio nel punto si scopre poi essere morta per un incidente; in una variante invece chiede di essere riaccompagnata a casa e guida l'autista fino al cimitero [3]).
Un'altra leggenda urbana piuttosto diffusa, con diverse varianti, è quella che narra di un'ipotetica mossa segreta, appartenente al repertorio di una non precisata
arte marziale, la quale sarebbe in grado causare una morte "ritardata" (dopo alcuni passi o addirittura dopo alcuni giorni) a coloro che ne siano vittime. Nel cartone animato giapponese Ken il guerriero, il protagonista fa spesso uso di tale "tecnica"; nel film Kill Bill viene chiamata tecnica dell'esplosione del cuore con cinque colpi delle dita.
Agghiacciante in merito al contenuto è quella leggenda, diffusa soprattutto in
Nord Italia, per la quale un pazzo si aggirerebbe d'estate per i parchi acquatici applicando, lungo gli scivoli delle piscine, alcune affilatissime lame da rasoio al fine di provocare dei tagli profondi e dolorosissimi alla schiena degli ignari natanti [4].
Un'altra leggenda è quella secondo la quale i gestori delle piscine scioglierebbero nell'acqua dei reagenti chimici che a contatto con l'urina si colorano di rosso, individuando così il "colpevole". In realtà il fenomeno dell'"acqua rossa" si può verificare, anche nei rubinetti di casa, a causa delle vecchie tubazioni, nelle quali si formano depositi di ferro e calcio che sono poi trasportati dall’acqua corrente.[
citazione necessaria]
Un'altra leggenda molto diffusa nel mondo riguarda i
coccodrilli nelle fogne (in particolare in quelle di New York), è vero che ogni anno questi animali vengano prima comprati poi liberati o abbandonati, anche da piccoli, ma è altamente improbabile che riescano a sopravvivere nelle fogne [5].
Diffusissimo in tutte le aree agricole e montane di Italia centro-settentrionale, Svizzera e Francia è il racconto del
lancio di vipere da elicotteri da parte di vari soggetti quali forestale, verdi o addirittura case farmaceutiche. [6]
In alcuni casi invece, come spesso avviene per la
mitologia, vi sono leggende metropolitane che poggiano su fatti autentici. Un esempio, sempre in Italia, sono le voci che circondano il piccolo borgo di Consonno, una frazione di Olginate in provincia di Lecco, la cui popolazione è emigrata fino a trasformarlo in una vera e propria città fantasma. Le cause di questo abbandono derivano principalmente da una fallita speculazione edilizia. Le strutture deserte, ancora visibili e visitabili, continuano però ad esercitare un certo fascino e spesso vi sono giovani che, per lo più di notte, si recano a esplorarle. Di qui sono nate innumerevoli versioni sul tracollo demografico subito dal paese: alcune sostengono che la scarsa raggiungibilità del posto avrebbe spinto gli abitanti a scegliere luoghi più a contatto con il mondo, altri parlano del misterioso crollo di un ponte che univa il borgo alla strada principale della valle. A queste si sono aggiunte le immancabili dicerie di stampo metafisico e soprannaturale (fantasmi, demoni, anime dannate e così via).
Nella musica

La canzone di Elio e le storie tese Mio cuggino è un compendio delle leggende metropolitane più famose, riferite secondo il tipico incipit "mi ha detto mio cuggino che..." (con la voce narrante di Aldo Baglio).
Una leggenda molto diffusa nel mondo della musica, in questo caso probabilmente alimentata da un'operazione di
marketing, conosciuta anche con la sigla PID (Paul Is Dead), riguarda Paul McCartney: il bassista dei Beatles sarebbe morto in un incidente stradale nel 1966 e sostituito da un sosia. All'inverso, soprattutto negli Stati Uniti, c'è chi crede che Elvis Presley sia ancora vivo.
Altre leggende riguardano famose canzoni che, ascoltate al contrario conterrebbero messaggi subliminali. Una delle più famose accuse fu quella fatta al gruppo inglese
Led Zeppelin che, secondo varie voci, ascoltata al contrario la canzone Stairway to Heaven (una delle loro più celebri canzoni) diventerebbe un inno a Satana.
Come non citare le innumerevoli voci che periodicamente circolano sull'imminente morte di Vasco Rossi.....
Nel cinema

Mosse di arti marziali che causano la morte "ritardata" di una persona sono uno dei temi centrali dell'anime Ken il guerriero, ma sono comuni anche alla tradizione dei B-movie di arti marziali (da cui probabilmente la leggenda metropolitana deriva). Quentin Tarantino ha ripreso questa idea nel suo film Kill Bill 2. Una delle più diffuse leggende fiorite sulla morte di Bruce Lee, risalente ad almeno la fine degli anni '80, vuole proprio la più famosa star dei film di arti marziali vittima di uno di questi letali colpi leggendari.
il film
Candyman (USA, 1992), diretto da Bernard Rose, si ispira ad un racconto di Clive Barker e narra di una studiosa di leggende urbane che si imbatte per caso in un essere (Candyman, appunto) terribile, simile ad un fantasma con un grande uncino al posto di una mano, che la utilizza come spettatore inerme dei suoi efferati delitti. Il personaggio di Candyman sembra ispirata dalla "storia dell'uncino", molto diffusa negli USA: due fidanzati sfuggono fortunosamente all'assalto di un maniaco omicida con un uncino al posto della mano e, giunti a casa, trovano l'uncino incastrato nella portiera della macchina. Questa storia è talmente celebre che è stata utilizzata anche da Stephen King come titolo di un capitolo del suo saggio sull'horror Danze Macabre, dedicato appunto al racconto dell'orrore nella sua forma più basica: il racconto davanti al fuoco, da cui si passa facilmente alla leggenda urbana.
Il film
Leggende metropolitane (USA, 1998), diretto da Jamie Blanks e che vede la partecipazione di Joshua Jackson (uno dei protagonisti della serie tv statunitense Dawson's Creek), narra di leggende urbane famose in tutto il mondo. Questa pellicola ha il pregio di riassumere in un'ora e mezza le principali leggende urbane passate alla fama mondiale. Da "la banda dei fari" al "cagnolino nel forno a microonde", senza dimenticare la celeberrima "baby sitter assassinata", il film mette in rassegna i grandi classici della categoria "panzane" inserendoli all'interno della propria trama. Sono stati realizzati due seguiti, di pregio ancora inferiore al primo, nel 2001 e nel 2004.
Il film
The Ring (USA, 2003) di Gore Verbinski con Naomi Watts e Brian Cox è anch'esso ispirato a una leggenda metropolitana. In questo caso la bufala parla di una misteriosa videocassetta la quale circola, per cause ignote, nelle case private: chiunque la vede dovrebbe ricevere una telefonata che lo avvisa della propria morte nel giro di una settimana. Il lungometraggio in questione è peraltro il remake di un film giapponese, del 1998, che ebbe notevole successo in patria, ma scarsa diffusione nel resto del mondo.
Il film
Tre scapoli e un bebè (USA, 1987) diretto da Leonard Nimoy, divenne celebre alcuni anni dopo l'uscita nei cinema per una leggenda metropolitana che ancora oggi continua a circolare. Durante il film appare l'immagine di quello che sembra un bambino nascosto dietro una tenda, il quale non ha nulla che vedere con la trama. La leggenda narra di un bambino uccisosi accidentalmente col fucile del padre proprio nell'appartamento dove fu girato il film. La voce ha numerose varianti: secondo alcune la madre, scoprendo il figlio nel film, ebbe un malore o addirittura diventò folle. L'immagine è effettivamente visibile, ma sembra in realtà trattarsi di una semplice sagoma di cartone dell'attore Ted Danson dimenticata sul set, tanto più che gli interni del film furono girati in studi cinematografici e nessuna vera casa fu affittata.[8]
Ultima ma grandissima leggenda metropolitana è quella riguardante il criceto che si sarebbe infilato nel culo Richard Gere per poi andare al pronto soccorso..... IMBATTIBILE

giovedì, novembre 29, 2007

mercoledì, novembre 28, 2007

Linearom

«Ahmetovic? È una scommessa. Quella di fare di un assassino una star»
La celebrità vale comunque, a qualsiasi prezzo, per promuovere, pubblicizzare, vendere. Insomma fare soldi. E così viene buono anche il rom che ha travolto e ucciso quattro giovani guidando ubriaco, Marco Ahmetovic, che ora si trova agli arresti domiciliari. Tutto parte dalla fervida mente moderna di Alessio Sundas, l'agente pubblicitario che promuove la nuova "Linearom" sotto la quale si trova in vendita su e-Ray un orologio da 159 euro "firmato Ahmetovic". Sundas, già al centro di un
caso truffaldino sotto la lente di "Mi manda Raitre", ha detto al Messagero che «è colpa dei giornalisti se Ahmetovic è diventato una star». «La mia - ha ribadito - è una scommessa. Quella di fare di un assassino, di cui comunque non sono stato il complice, una star. Non me ne vergogno, è il mio lavoro». Forte di questa convinzione Alessio Sundas sul suo sito annuncia pure un non meglio identificato "Video Musicale Marco Ahmetovic", lavoro 1- 10 Dicembre 2007, compenso 1.000 euro. Insomma Sundas ci crede, e va avanti imperterrito .

Scie Chimiche


Da diverso tempo circola su Internet la teoria delle cosiddette scie chimiche (in inglese chemtrails). Secondo questa teoria, alcune delle scie lasciate in cielo dagli aerei sarebbero differenti da quelle normali. Mentre quelle normali sono sostanzialmente composte da vapore acqueo e sono quindi assimilabili alle nuvole (in particolare ai cirri), le scie chimiche sarebbero (cito da questa pagina di Sciechimiche.org)
"scie di sostanze chimiche nebulizzare [sic] nell'aria tramite sistemi di irrorazione montati su aereoplani [sic] che non appartengono al normale traffico aereo. Queste sostanze vengono irrorate a diverse altezze a seconda degli scopi per cui vengono utilizzati."E quali sono questi scopi? Secondo le
pagine Web dei sostenitori della teoria, che chiamerò per brevità sciachimisti (absit iniuria verbis), si va dalle operazioni militari per creare una sorta di gigantesca, tossica antenna temporanea in cielo a un "progetto volto a rallentare il preoccupante aumento della temperatura terrestre".Ma ci sono anche ipotesi ancora più preoccupanti: la cosiddetta "ipotesi Monsanto", per esempio.
"Vaste aree agricole dopo la comparsa delle scie, sono state letteralmente bruciate e il terreno reso pressoché sterile…ai normali semi ovviamente, non a quelli standardizzati per quel tipo di condizioni."Semi che, ovviamente, verrebbero venduti in esclusiva dalla Monsanto con lauti profitti.Se non vi soddisfa questo scenario, potete sempre attribuire alle scie chimiche effetti ancora più nefasti:
"Alcuni sospettano che il governo statunitense, d'accordo con altri governi coinvolti nel programma, stia autorizzando il rilascio graduale di bio agenti, allo scopo di vaccinare le popolazioni dall'alto. Questo, potrebbe talvolta essere la causa di malattie (SARS, AVIARIA) arrecate a qualche persona ammalata dal vaccino stesso"Un'accusa mica da ridere. E c'è di più. Dice Sciechimiche.org:
"si pensi alla strana epidemia di patologie respiratorie che ha colpito da qualche mese, circa il 40% della popolazione italiana!" Capito? Il freddo, il fumo di sigaretta e l'inquinamento cittadino non c'entrano nulla. Se vi viene il mal di gola, non è perché avete lasciato a casa la sciarpetta. E' tutta colpa delle scie chimiche.Ma ancora non basta. Gli sciachimisti sostengono che le scie chimiche "possano davvero fare parte di un programma atto a ridurre il numero della popolazione". E linkano un
articolo di una vecchia conoscenza undicisettembrina, Maurizio Blondet, che descrive un'inquietante proposta di eliminare quattro miliardi di persone. Perché? Perché i carburanti fossili si stanno per esaurire, e non bastano per tutti. Per non parlare dei parcheggi in centro.Ovviamente si tratta di progetti ultrasegreti, dei quali soltanto gli sciachimisti sono a conoscenza, in ossequio a un'inossidabile tradizione del complottismo: il complottista è un avanguardista, un orgoglioso e inquieto depositario di un sapere che gli altri ancora non hanno l'intelligenza di cogliere, e quindi si sente superiore a noi imbecilli che non sappiamo e che pensiamo che le scie chimiche siano quelle di chi ha mangiato troppi broccoli e fagioli.I sostenitori delle scie chimiche hanno anche identificato il modus operandi di queste irrorazioni venefiche:
"non si tratta né di aerei di linea né commerciali, poiché spesso transitano in zone in cui il traffico aereo è inesistente e soprattutto ignorano i limiti di quota e distanza che regolano la sicurezza di volo. Inoltre sono stati fotografati sia in volo sia in aeroporti, sono spesso aerei bianchi senza insegne, cisterne dei cieli normalmente usate per rifornire di carburante i caccia da guerra in quota, ma che a quanto pare possono essere adibite ad altro scopo." (
fonte)Non solo: sanno anche esattamente chi c'è dietro:
"In altri paesi, come il Canada, molte persone si sono già mobilitate e hanno scoperto l'implicazione dei militari americani dietro questo progetto." (
fonte)Notate la certezza con la quale esprimono l'accusa: non dicono "potrebbero esserci dietro i militari, magari gli americani", ma dicono chiaro e tondo "hanno scoperto l'implicazione dei militari americani". L'accusa è precisa ed è fornita senza spazio per dubbi o equivoci sull'identità dei colpevoli.E' a questo punto che scatta il Principio della Talpa Suicida, valido per tante ipotesi di complotto oltre a questa: se hai davvero scoperto i terribili segreti di una banda di assassini pronti a tutto e vuoi rivelarli, forse pubblicarli su Internet con sotto il tuo nome e cognome è un tantinello incauto.Gli sciachimisti sono venuti a conoscenza (dicono) di un piano segretissimo degli americani per inquinare il pianeta e forse far fuori quattro miliardi di persone. Se gli americani sono disposti a far schiattare oltre metà dell'umanità, non si faranno certo scrupoli a far fuori senza troppi complimenti chiunque spifferi i loro piani in un rintracciabilissimo sito Web o si avvicini anche solo vagamente alla verità, giusto?E allora come mai gli sciachimisti sono ancora vivi e liberi di parlare?
OriginiUna volta tanto sappiamo abbastanza precisamente da dove nasce questa teoria. Risale alla metà degli anni Novanta, e fu il giornalista William Thomas a
descriverla per primo nel 1997; le sue idee furono diffuse da alcuni popolarissimi programmi radiofonici statunitensi, come quello di Art Bell, che è un appassionato di misteri e complotti (fu il suo talk show a diffondere la storia di John Titor, il "viaggiatore nel tempo").Thomas è autore di numerosi libri su ogni sorta di complotti, come si può vedere nel suo sito, e afferma di avere varie prove e testimonianze della realtà del fenomeno.
Le "prove"Potreste pensare che se gli sciachimisti fanno in Rete queste affermazioni agghiaccianti, debbano avere il supporto di prove ineccepibili (e un'assicurazione sulla vita molto costosa). Ecco il loro vademecum su come distinguere una scia normale da una scia chimica:
"Le scie chimiche assomigliano inizialmente alle normali scie di condensazione, ma sono molto più spesse, si estendono per tutto il cielo e spesso vengono tracciate a croce, a reticolo e lungo linee parallele. Invece di dissiparsi rapidamente, le scie chimiche si espandono e formano "piume" e "code di cavallo". Nel giro di mezz'ora o meno, si aprono formando tenui formazioni che si uniscono a formare un velo bianco sottile o una 'falsa nuvola tipo cirro' che persiste per ore" (
Rense.com) E, come già detto, vengono rilasciate da misteriosi aerei bianchi senza insegne. Secondo lo "scopritore" delle scie chimiche, questi aerei sarebbero anche privi di finestrini, come documentato da fotografie che li ritraggono all'opera.Una delle "prove" presentate dai sostenitori delle scie chimiche è data dalle interrogazioni parlamentari. Se si fa un'interrogazione, vuol dire che il fenomeno è reale, no? Certo. Chiedetelo al Questore della Camera italiano Edouard Ballaman, che si fece bidonare fino all'interrogazione alla Camera dalla bufala del numero succhiaricarica.Un'interrogazione parlamentare significa semplicemente che il parlamentare (in questo caso Piero Ruzzante, come documenta lui stesso qui e qui), crede che esista una determinata situazione. E a volte anche ai parlamentari capita di prendere una cantonata, specialmente se si appoggiano a riviste dedicate al complottismo e alla pseudoscienza come Nexus (citata appunto da Ruzzante). E' lo stesso meccanismo alla base di quest'interrogazione al Consiglio Regionale della Sardegna (a nome Davoli-Uras-Pisu).Gli sciachimisti portano anche "prove" di popolazioni che hanno subìto un improvviso aumento di malattie (almeno così affermano, senza mai fornire documentazione, come al solito) e di persone che hanno fatto analisi chimiche, trovando bario e altre sostanze, e dicono che è tutta colpa delle scie chimiche: ma prima di arrivare a conclusioni così ardite (e se fosse colpa di qualcos'altro?) bisogna vedere se le scie chimiche effettivamente esistono.
Perché le scie chimiche sono una bufalaHo già accennato al Principio della Talpa Suicida come prima obiezione fondamentale alla teoria di complotto. La seconda obiezione, di buon senso ancor prima che di scienza, è che i cospiratori, chiunque essi dovessero essere, respirerebbero la stessa nostra aria, per cui non si capisce come farebbero a proteggere sé stessi e i propri cari contro il nefasto effetto delle scie chimiche.La terza obiezione, sempre di buon senso, è che disperdere nell'atmosfera delle sostanze chimiche generando delle scie "strane" e vistosissime, che attirano l'attenzione sull'aereo militare in missione mortale, sarebbe il piano segreto più stupido dell'universo. E' come se James Bond andasse in giro nel covo del supercattivo di turno con addosso la scritta "Guardatemi! Sono una spia!" e un bersaglio a cerchi concentrici. Come osserva acutamente un lettore nei commenti qui sotto, se davvero l'unico modo per fare queste venefiche irrorazioni segrete è usare aerei che producono delle scie molto visibili, perché non farle di notte?Passiamo alla scienza. Tutti i comportamenti descritti dagli sciachimisti rientrano fra quelli che possono avere anche le normali scie di condensazione: si disperdono più o meno rapidamente a seconda delle condizioni atmosferiche. Assumono forme differenti a seconda del vento in quota. Tutto qui.La disposizione a X o a griglia deriva semplicemente dal fatto che gli aerei tendono a seguire direttrici di volo ben precise: è come se ci fossero delle strade nel cielo, con i relativi svincoli e incroci. Le scie degli aerei non fanno altro che segnare visivamente quelle direttrici e le loro intersezioni. Basta guardare una carta nautica.Chi osserva le scie degli aerei da terra, inoltre, non ha alcuna percezione delle quote differenti alle quali si formano: scie che apparentemente s'incrociano o sembrano adiacenti possono essere separate da centinaia o migliaia di metri. Una scia a quota più alta, essendo più lontana, ha un aspetto più sottile di una che si forma a quota relativamente più bassa.Le "prove" fotografiche degli sciachimisti sono piene di effetti di questo genere. Ne vedete una qui sotto, che su Sciechimiche.org è etichettata come esempio di scie chimiche conclamate (
qui):
Anche una scia intermittente non è da considerare anomala, come invece sostengono alcuni sciachimisti. L'atmosfera ha zone calde e fredde, umide e secche, ed è in continuo rimescolamento. Se un aereo attraversa una zona in cui si avvicendano condizioni atmosferiche diverse, la scia di condensazione si forma soltanto dove lo consentono le condizioni dell'atmosfera.Ma che dire dei misteriosi "aerei bianchi senza insegne" e senza finestrini? C'è chi dice di averli visti e persino fotografati. Come ben spiegato dal ponderoso (e riccamente illustrato)
documento sulle scie chimiche preparato dagli esperti di MD80.it, sito di riferimento per i professionisti del volo italiani, qualsiasi aereo ad alta quota, visto da terra, tende ad assumere una colorazione bianco-azzurrognola per via della diffusione della luce nell'atmosfera. Esattamente come fanno le montagne innevate viste da lontano. E le livree degli aerei di linea sono praticamente tutte bianche ("senza insegne", appunto) nella zona inferiore del velivolo.L'apparente mancanza di finestrini è spiegata dal fatto che le foto mostrate dagli sciachimisti sono scattate da grande distanza (l'aereo è a vari chilometri di quota e raramente sta direttamente sopra il fotografo) con un teleobiettivo, e l'atmosfera tende ad offuscare i dettagli. Le immagini sono sfuocate e la loro bassa risoluzione non permette di distinguere un oggetto piccolo come un finestrino. Provate ad andare a qualche chilometro da un aeroporto e guardate gli aerei che atterrano. Ne vedete i finestrini? Appunto. Oltretutto esistono anche gli aerei commerciali da trasporto, che effettivamente non hanno finestrini. L'assenza reale o apparente di finestrini, quindi, non prova assolutamente nulla.Lo stesso documento di Md80.it spiega anche le segnalazioni di "scie chimiche" a bassa quota: sono semplicemente i vortici di condensazione (vapore acqueo, insomma) che si formano sull'aereo in determinate condizioni atmosferiche e che si possono osservare in molte immagini disponibili in Rete, come questa e questa. Non si tratta di fumogeni di quelli usati per abbellire i voli acrobatici, ma di pura e semplice condensazione momentanea di vapore acqueo.Anche le "appendici strane" notate da alcuni sciachimisti sulle ali degli aerei non hanno nulla di strano: sono semplicemente le carenature degli attuatori idraulici che muovono i flap. Quelle situate alle estremità delle ali sono le winglet, alettine sempre più diffuse sugli aerei moderni.Lo "sfiatatoio" che si vede sulla coda di alcuni aerei, invece, non è lo scarico dell'irroratore chimico, ma semplicemente l'ugello di scarico del generatore ausiliario o APU (Auxiliary Power Unit): una piccola turbina a gas.
Ma allora cosa c'è dietro la mania delle scie chimiche?E' chiaro che la teoria sciachimista è letteralmente campata per aria. Dunque perché tanto clamore? La gente è davvero così ingenua?In parte sì. Complice il rimbambimento mediatico di giornali che dedicano la prima pagina alle lettere di consorti indignate e relativi maritini e di programmi televisivi stracolmi di niente, l'alfabetizzazione scientifica del cittadino medio è a livelli patetici, creando un terreno fertilissimo per qualsiasi teoria che faccia leva sulle paure istintive. Ma non è solo questo.Bisogna aggiungere il fatto che il mistero si confeziona con poca fatica e vende molti più giornali della più intrigante delle ricerche scientifiche. Il complottismo paga, perché permette di vendere
libri, gadget, talismani e DVD, e appaga, perché crea seguaci; si diventa guru. Allora diventa chiaro perché le cariatidi del complottismo, come Luogocomune.net, spaziano dall'11 settembre agli sbarchi lunari alle scie chimiche: si chiama diversificazione del prodotto. E diventa chiaro perché le scie chimiche persistono. Sono un business.

martedì, novembre 27, 2007

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Preferiamo ricordarcelo da vivo....il Califfo

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E' facile smettere di fumare, io ci sono riuscito un sacco di volte!!!!




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Facce da cazzo



Un Tibetano




Tarifa Pueblo



Duroni di capodanno


Ghirlandeina del Tom





4 Amici al bar




La Triade


CENA DI CLASSE






Malaga For Tappa


lunedì, novembre 26, 2007

CINESI DI MERDA



Il pastore tibetano Runngye Adak è stato condannato a otto anni di carcere.

La sentenza tenuta nascosta per alcuni giorni alla fine è stata resa pubblica.

L'accusa per l'uomo, padre di 11 figli, è quella di avere urlato il primo agosto scorso a una festa popolare nella provincia del Sichuan, Cina del Sud, una frase "terribile":
LUNGA VITA AL DALAI LAMA.

Questa la sua colpa.
Tre suoi amici, che poche ore dopo l'arresto, si erano permessi di protestare e di chiederne la liberazione sono stati a loro volta imprigionati: la corte li ha ritenuti colpevoli di avere attentato "alla sicurezza nazionale" (agenzia Nuova Cina).
C'è poco da aggiungere o commentare. Basta che si sappia.

Il Delitto

Secondo cortometraggio dai produttori del "Colloquio".
Gabri, Vez e Bufa.
Pavironica Productions di Modena colpisce ancora.
Se il successo sarà riconfermato seguirà presto il terzo episodio di questa mini-serie.

Rai: rinviata fiction su vittima di mafia.



Mastella: «avrebbe potuto turbare la serenità dei giudici della Corte d'Assise di Appello che dal 13 dicembre si riuniranno in udienza proprio per il processo che riguarda l'assassinio di Graziella Campagna». Il fratello della donna uccisa:«Mi auguro sia in buona fede».


LA VICENDA - La fiction narra la vicenda di Graziella Campagna, 17 anni, che lavorava come stiratrice in una lavanderia di Villafranca Tirrena, paesino in provincia di Messina. Due boss mafiosi latitanti di Palermo dimenticano un'agendina nella tasca di una giacca lasciata in lavanderia. Graziella scopre che l'uomo che tutti in paese conoscono come l'ingegnere Cannata altro non era che il boss Gerlando Alberti junior, nipote dell'omonimo boss di Palermo. Il mafioso, per paura di essere scoperto, come emergerà dal processo, decide di eliminare la ragazza. La sera del 12 dicembre 1985 Graziella non torna a casa. [...] Il processo prende il via e si conclude nel dicembre 2004 con la condanna all'ergastolo di Alberti e del suo complice Giovanni Sutera.


Ma il nipote del boss palermitano dopo un anno e mezzo torna in libertà perché i giudici della Corte d'assise non depositano entro i termini stabiliti le motivazioni della sentenza di condanna e quindi viene annullata per decorrenza dei termini la custodia cautelare. (VOGLIAMO COMMENTARE....???)


Alberti, infatti, rimasto in cella per altri reati, ha lasciato il carcere perché avendo già scontato una condanna per traffico di droga e potendo beneficiare dell'indulto per gli altri reati di cui è stato ritenuto colpevole torna un uomo libero. La vicenda suscita scalpore e il ministro Mastella nel settembre 2006 invia gli ispettori, che dopo alcuni mesi archiviano il caso sul magistrato che era stato accusato di avere ritardato il deposito delle motivazioni della sentenza.I


L FRATELLO DELLA VITTIMA: «DOV'ERA MASTELLA?»


«Mi chiedo dov'era il ministro della Giustizia Mastella quando il giudice della Corte d'assise di Messina ha ritardato il deposito della sentenza di condanna di Gerlando Alberti, accusato della morte di mia sorella, consentendo in questo modo la sua scarcerazione».Piero Campagna punta anche il dito contro l'indulto «che doveva essere per i piccoli criminali, ma ne ha beneficiato anche Alberti». «Mi chiedo - aggiunge Campagna - se Mastella si preoccupa di una povera ragazza uccisa innocentemente, o per una famiglia distrutta dal dolore e per un film che ricostruisce ciò che è accaduto in tanti anni di depistaggio e non per la giustizia. Ritengo che il tribunale giudica sulle prove dell'accusa. Se non ha nulla da temere non c'era motivo di fare tutto ciò».


Commento: CLEMENTE, sei un uomo piccolo piccolo. Censurare una fiction per un qualsiasi altro politico vorrebbe dire aver toccato veramente il fondo, ma per te è diverso: purtroppo sappiamo che puoi fare ancora di peggio.

Ora per favore spiegaci come fa un film a "turbare la serenità di un giudice"...sono curioso. Stiamo parlando di persone che combattono tutti i giorni la Mafia, abituate quindi a reggere ben altre pressioni. E comunque quale sarebbe stato l'effetto di questa fantomatica componente emozionale nel giudizio? Qualche anno in più di carcere per dei mafiosi che hanno ucciso una diciassettenne? Ma magari! Propongo una fiction prima di ogni processo contro mafiosi, assassini e pedofili.Ora ammettiamo, per assurdo, che per una volta tu abbia ragione: un film può influenzare un giudizio. Ma a questo punto non era più semplice mandare una circolare (o un pizzino se preferisci) per consigliare a questi giudici di non accendere la tv quella sera? O è una cosa troppo onesta da fare?Ah dimenticavo: questi ispettoroni che hanno archiviato il caso non saranno mica gli stessi che controllavano anche le virgole nelle sentenze di De Magistris e che ti hanno "costretto" a trasferirlo vero? No perchè noto una certa disparità di trattamento.Troppe domande, troppo confuse. Come sempre è meglio spazzare la polvere sotto al tappeto, l'importante è che non si veda.
(Per chi volesse approfondire la vicenda che ispira la fiction ecco il
link di una puntata di Blu Notte)

Eco-Balle


TUTTE LE ECOBALLE DI GORE
Così l’ex consigliere di Thatcher smonta gli allarmi del premio Nobel per il catastrofismo.


Allora erano veri i racconti incredibili di Gunnbjörn Ulfsson e degli altri avventurieri che dicevano d’aver lambito le coste di una terra nuova e inesplorata, e che da anni accendevano con i loro resoconti le fantasie dei pescatori dei villaggi islandesi. Lo pensò anche Erik Thorvaldsson, che la gente del paese chiamava “il Rosso” per il colore dei capelli.E, forse, anche per la tinta che assumevano le sue gote ogni volta che cedeva alle facili collere. Lo pensò quando, dopo quattro giorni di navigazione e una condanna all’esilio per aver ucciso due uomini, avvistò dal ponte della nave – e con lui i suoi pochi compagni d’avventura, gente che poco o nulla aveva da perdere – le coste di quella nuova terra. Erano verdi, ricche di pascoli e di boschi di betulle, il mare pescoso. Il nuovo mondo da colonizzare non poteva che chiamarsi Groenlandia, la terra verde. Era il 982 dopo Cristo, narrano le saghe vichinghe, e da quasi duecento anni era cominciato un ciclo di riscaldamento della Terra (i climatologi l’hanno ribattezzato “periodo caldo medievale”) che sarebbe durato fino al Seicento, alla Piccola era glaciale. Di lì a qualche anno il figlio di Erik, Leif, si sarebbe avventurato ancora più a ovest, fino ad approdare in quella che ribattezzò Vinland, la terra del vino, l’odierna provincia canadese del Newfoundland.A differenza di allora, la Groenlandia è oggi pressoché interamente ricoperta dai ghiacci (presenti anche intorno al Mille, ma non nella parte meridionale dell’isola) e nel Newfoundland, per rivedere una vite in grado di produrre grappoli decenti, si è dovuto attendere il 2002 e l’aumento, di qualche decimo di grado, delle temperature medie.Secondo le cassandre del global warming, lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia e la “migrazione” verso nord dei vigneti (citano le aumentate produzioni della Columbia britannica canadese, che confina a sud con lo stato americano di Washington) sarebbero la prova dell’imminente e già avviato disastro ecologico del terzo millennio. Secondo Christopher Walter Monckton, terzo visconte di Brenchley ed ex consigliere di Margaret Thatcher, queste “prove”, oltre a non provare nulla (se non che nel medioevo faceva più caldo di oggi) sarebbero anche false. Due settimane fa Monckton ha pubblicato, sulla rivista dello Science and Public Policy Institute di Washington, un lungo saggio pensato per smontare – passo dopo passo – tutte le teorie contenute nel documentario “Una scomoda verità” che ha fruttato al suo produttore, l’ex vicepresidente americano Al Gore, due premi Oscar e il Nobel per la pace. Smontare il film, diventato l’antologia dei luoghi comuni dell’ambientalismo mondiale, equivale a ridurre drasticamente le certezze dei sostenitori della teoria del global warming.E Monckton dà segno di saperlo. Il visconte di Brenchley non è nuovo a iniziative simili: recentemente, ha finanziato di tasca propria la distribuzione nelle scuole britanniche, in 3.400 copie, del documentario “The Great Global Warming Swindle”, la grande truffa del global warming, andato in onda su Channel 4 a marzo. Alla proiezione tenutasi lo scorso giugno a Praga, in prima nazionale assoluta, il presidente ceco Vaclav Klaus ha lodato l’opera degli autori, sostenendo che la loro è “una lotta della ragione contro l’irrazionalità”.Sempre con fondi propri, Monckton ha fatto uscire una serie di inserzioni pubblicitarie sul New York Times e sul Washington Post nelle quali sfidava Al Gore a confrontarsi con lui in un dibattito televisivo. Gore non ha risposto, lui è andato avanti. E’ stato l’aristocratico inglese a finanziare (con 60 mila sterline) la battaglia legale del camionista Stewart Dimmock, riuscito a far bollare come “inaccurato e fazioso” il film di Gore da un giudice dell’Alta Corte di Londra.Sarà invece lo Science and Public Policy Insitute a produrre il documentario di cui Lord Monckton sarà il protagonista, “Apocalypse No”, nel quale – parodiando l’ex vicepresidente americano e i suoi slide catastrofisti – spiegherà perché, a suo avviso, il global warming è un falso problema.Nel suo paper, l’ex advisor della Thatcher prende spunto dai nove “errori” riscontrati proprio dal giudice Michael Burton dell’Alta Corte nel film prodotto da Gore per stilare un elenco di ben 35 incongruenze, se non di palesi “falsità”, contenute nella pellicola. Della un tempo verde Groenlandia si occupa al punto 19 del suo saggio: “Gore sostiene che il ‘global warming’ sta rendendo instabile la calotta di ghiaccio della Groenlandia. Non è vero. Il ghiaccio della Groenlandia cresce di due pollici (circa cinque centimetri, ndr) ogni anno. A dire il vero la calotta groenlandese ha resistito a ciascuno dei tre periodi compresi tra una glaciazione e l’altra, ognuno dei quali era in media più caldo di 5 gradi rispetto a oggi. (...) Anzi, l’ultima volta che si è sciolta è stato 850 mila anni fa, quando l’umanità nemmeno esisteva e, quindi, non avrebbe potuto causare lo scioglimento. (...) Lo stesso Ipcc (la commissione Onu sul cambiamento climatico, ndr) ha detto nel 2001 che per sciogliere metà del ghiaccio della Groenlandia sarebbe necessario un innalzamento delle temperature di 5,5 gradi per migliaia di anni”.La leggenda della Groenlandia, suggerisce Monckton, è una delle tante utilizzate da Gore (“che cita soltanto due articoli di carattere scientifico in tutta la sua bibliografia, più il rapporto dell’Ipcc che non ha valore scientifico, ma politico”, spiega il visconte britannico) per perorare la sua visione del clima mondiale. E non è la sola che riguardi i ghiacci dell’estremo nord. “Secondo Gore – scrive Monckton – l’Artico si è riscaldato più velocemente del resto del pianeta, negli ultimi anni. (...) In realtà, l’Artico si è raffreddato negli ultimi sessant’anni e, oggi, è più freddo in media di un grado di quanto fosse negli anni Quaranta. Addirittura, nel 2001 è stato registrato un record di neve caduta sull’emisfero settentrionale e nel 2007 parecchie navi si sono incagliate nei ghiacci, sebbene pochi giornali si siano occupati della notizia.Ma sono gli stessi giornali che hanno raccontato con stupore dell’apertura alla navigazione del Passaggio a nord-ovest omettendo di dire che sì, questo accadeva per la prima volta dall’inizio delle rilevazioni sulla presenza di ghiacci effettuate via satellite, ma che le stesse rilevazioni sono cominciate ventinove anni fa. A dire il vero, il Passaggio a nord-ovest era navigabile anche nel 1945 e nel 1903 il grande esploratore norvegese Amundsen lo percorse a bordo di una nave” prima di lanciarsi alla conquista del Polo nord. Allo stesso modo, sottolinea l’aristocratico inglese, non è affatto vero che gli orsi polari starebbero scomparendo a causa del surriscaldamento terrestre: “Un rapporto del Wwf – scrive nel saggio – ha dimostrato che gli orsi polari si sono riprodotti con maggior facilità nelle aree più temperate [dell’Artico] e meno in quelle in cui si registrano temperature più rigide (...) Il vero pericolo, per loro, è la caccia, non il global warming. Non a caso, negli anni Quaranta se ne contavano appena cinquemila esemplari. Oggi che la caccia è regolamentata ce ne sono circa 25 mila”.Le “verità” goriane che faticano a reggere sono parecchie, sostiene Monckton, e molte hanno a che fare con il ghiaccio che si scioglie. O con il livello dei mari che sale, per esempio: “Gore dice che lo scioglimento della parte occidentale dell’Antartide e della Groenlandia causeranno un innalzamento di circa sei metri del livello dei mari (...) ma secondo il rapporto 2007 dell’Ipcc, per raggiungere un livello di sei o sette metri ci vorrebbero millenni, mentre per i prossimi cento anni la commissione si limita a predire un innalzamento di circa sei centimetri, non metri”. Ne consegue che un’altra delle “scomode verità” invocate da Gore sia tutt’altro che vera, secondo il saggista nobiluomo: “L’idea di Gore per cui gli atolli abitati del Pacifico starebbero registrando un esodo a causa delle sempre più frequenti inondazioni di cui sarebbero oggetto non è vera”. Nessuno starebbe scappando, “soltanto alcuni residenti di Tuvalu hanno chiesto di spostarsi in Nuova Zelanda, sebbene il National Tidal Facility dell’Australia abbia mostrato che l’innalzamento del livello delle onde nella zona sia stato pari allo spessore di un capello. Il problema dei locali è dovuto ai pescatori che, irresponsabilmente, hanno fatto saltare in aria parte della barriera corallina. Non a caso, un recente studio, assai dettagliato, ha chiarito come nelle Maldive il livello dei mari siasempre lo stesso da circa 1250 anni”.Monckton ricorda tutti gli altri casi – citati nella sentenza del giudice Burton – in cui Gore e i suoi adepti hanno citato lo scioglimento di ghiacci come l’indice del surriscaldamento terrestre (che a loro detta sarebbe principalmente causato dall’uomo). “Lo scioglimento del ghiacciaio del Kilimangiaro è cominciato 125 anni fa, e la maggior parte di esso non c’era già più quando, nel 1936, Hemingway scrisse ‘Le nevi del Kilimangiaro’. Sulla vetta, tuttavia, le temperature non superano mai i meno 7 gradi centigradi”. Lord Monckton, semmai, cita le deforestazioni selvagge del Kenya come causa del disastro del più alto monte africano. Allo stesso modo il lago Ciad si starebbe prosciugando per il dissennato uso agricolo delle sue acque “e d’altronde il bacino era a secco anche nell’8500, nel 5500, nel 1000 e nel 100 avanti Cristo”, sostiene l’advisordella Lady di ferro. Addirittura uno degli eventi atmosferici citati da Gore come “provocati dall’uomo”, quell’uragano Caterina che – unico nella storia del paese – colpì le coste del Brasile nel 2004, fu dovuto al freddo: “La temperatura delle acque di superificie era più fredda del normale, non più calda. Ma la temperatura dell’aria era la più fredda da 25 anni, addirittura”, più fredda di quella delle acque già fresche, quindi, tanto da causare un vortice d’aria.Tornando ai ghiacciai, lo scioglimento di quelli di mezzo mondo “risale al 1820, assai prima di quando l’uomo, in teoria, avrebbe potuto influire su di essi, ed è costante da allora”. Al contrario, non sarebbe nemmeno vero che nell’area del Sahara il processo di desertificazione si stia accentuando: “Nel 2007 c’è stato un record di piogge, e negli ultimi 25 anni, grazie all’aumento delle precipitazioni, circa 300 mila chilometri quadrati di deserto sono scomparsi”.Ma la madre di tutte le accuse è quella che vuole nell’aumento del biossido di carbonio la causa principale del supposto innalzamento della temperatura terrestre. E causa dell’elevata concentrazione di CO2 nell’aria sarebbe, dicono i sostenitori delle teorie reclamizzate da Al Gore, proprio l’essere umano con le sue attività industriali e le sue emissioni di “gas serra”. Per il visconte thatcheriano, nulla di più falso, “semplicemente perché è stato invertito, semmai, l’ordine dei fattori: sono i cambi di temperatura a influire sulla concentrazione di CO2 nell’aria, e non il contrario. Gli stessi documenti che Gore usa come pezze d’appoggio per il suo film spiegano come i cambi di temperatura precedano di 800-2800 anni l’aumento (o la diminuzione) della quantità di biossido di carbonio nell’aria.C’è un solo paper scientificamente valido a sostenere la stessa tesi dell’ex vicepresidente, ed è quello di James Hansen, mentre tutto il resto della letteratura scientifica dice esattamente l’opposto”.Ma c’è di più: “Gore dice che il biossido di carbonio è ‘inquinamento da global warming’ – scrive Lord Monckton – ma non lo è affatto. Si tratta, anzi, di cibo per le piante e per gli alberi. Parecchi test attendibili hanno dimostrato come una concentrazione di biossido di carbonio anche trenta volte superiore a quella attuale permetterebbe persino alle piante più delicate di sopravvivere e prosperare.Le foreste ben tenute, come quelle degli Stati Uniti, stanno crescendo (anziché morire) proprio perché la maggior concentrazione di biossido di carbonio sta nutrendo gli alberi. In realtà, il biossido di carbonio, in una scala geologica, è oggi a livelli molto bassi: basti pensare che un miliardo di anni fa era presente nell’aria in quantità diciotto volte superiori alle attuali”.Il punto principale è, però, proprio quello sulle temperature. Caldo è bello, spiega Christopher Walter Monckton, perché il vero pericolo viene dal freddo. Per dimostrarlo cita ancora i dati utilizzati da Al Gore in “Una scomoda verità”: “L’ex vice di Bill Clinton sostiene che nell’estate del 2003 un’anomala ondata di caldo abbia ucciso circa 35 mila persone in tutta Europa. A parte il fatto che, più che il presunto global warming, i fattori che scatenarono quell’improvvisa calura furono semmai l’influenza di El Niño e una attività vulcanica superiore alla media, questa non è affatto la dimostrazione che il caldo sia peggio del freddo, anzi. In linea di massima, il caldo è invece preferibile al gelo: non a caso il maggior numero di forme di vita sulla Terra è presente ai tropici, contrariamente a quanto accade ai poli. Andando a leggere le statistiche, poi, scopriremmo che le temperature rigide dell’inverno che seguì a quell’ondata di caldo causarono la morte, nel solo Regno Unito e non in tutta Europa, di circa 20 mila persone. Di più: l’Ipcc sostiene che circa 150 mila persone muoiano ogni anno in giro per il mondo ‘a causa del global warming’. Ma questo è un dato falsato, dal momento che omette di dire invece quanti sono coloro che non muoiono perché non fa più freddissimo. Si calcola che soltanto negli Stati Uniti siano circa 174 mila le persone che sopravvivono grazie a questo clima più temperato rispetto a quello di qualche anno fa”.

Il Dalai Lama a Milano? Mmm...Meglio di no

Dopo che Bush e la Merkel lo hanno incontrato, in Cina le aziende americane e tedesche hanno perso diversi contratti.

Non stiamo qui a scrivere un trattato di storia, se volete avere informazioni sul Dalai Lama potrete fare un bel giretto qui su Wikipedia. Partiamo quindi dal presupposto che la storia dell'invasione cinese in Tibet è ben nota (magari anche quella dell'esilio) e passiamo oltre, visto che l'atteggiamento del Piemonte e della Lombardia sulla questione Dalai Lama sembra essere colpevolmente differente.
Il 16 dicembre il Dalai Lama sarà ospite a Torino, invitato dal Consiglio Regionale, ma la sua visita sta già creando polemiche. L'ambasciatore cinese ha fatto sapere alla Farnesina che "Pechino" è irritato per lo sbarco in Italia del capo spirituale dei tibetani.
Da Torino fanno sapere che la sua presenza ha forte valore culturale e non politico, come è giusto che sia; ora la polemica sulla visita si sposta anche qui a Milano, dove il Dalai Lama sembra non essere benvenuto.
Simili problemi diplomatici c'erano già stati in tempi recenti a Washington, Berlino e Vienna. L'Italia ha ottimi rapporti con la Cina - la futura prima potenza economica è da trattare con i guanti - , Milano invece ha un rapporto tutto suo con la comunità cinese.
Da una parte c'è un inevitabile coinvolgimento negli affari, dall'altra la forte presenza della comunità cinese.

Come fare allora a levarsi di dosso la responsabilità di un invito mancato ad un premio Nobel per la Pace?

Semplice, scaricando il barile a Roma.

Ci ha pensato Roberto Formigoni, affermando che la possibile visita del Dalai Lama è questione "troppo delicata". Il presidente della Lombardia ha quindi deciso di scrivere al ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, per chiedere lumi.
La scusa regge: la Lombardia ha diritto ad avere rapporti internazionali autonomi, ma la politica estera la deve decidere il governo. Già, la parolina magica: politica al posto di cultura. E' vero che il Dalai Lama non può che incarnare l'ormai decennale lotta per la liberazione del Tibet, ma basterebbe così poco per architettare un cavillo alla maniera del Piemonte aprendo così le porte ad un uomo che è espressione di libertà.
Il solo fatto che quest'uomo, dopo decenni di persecuzione, riesca a portare avanti una battaglia per la libertà con il solo dono della parola meriterebbe qualcosa in più che un semplice incontro "istituzionale".
Ci si riempe spesso la bocca della parola "libertà"; è invece sempre più chiaro che a farsi sentire sono sempre più coloro che parlano con l'esplosivo. L'Oceano di saggezza (questo vuol dire Dalai Lama), qui a Milano, rimarrà una invisibile goccia nel mare.

venerdì, novembre 23, 2007

Chi vive in baracca,
chi suda il salario
chi ama l'amore
e i sogni di gloria
chi ruba pensioni,
chi ha scarsa memoria
Chi mangia una volta,
chi tira al bersaglio
chi vuole l'aumento,
chi gioca a Sanremo
chi porta gli occhiali,
chi va sotto un treno
Chi ama la zia
chi va a Porta Pia
chi trova scontato,
chi come ha trovato
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più
blu uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu
uh uh, uh uh, uh uh...
Chi sogna i milioni,
chi gioca d'azzardo
chi gioca coi fili
chi ha fatto l'indiano
chi fa il contadino,
chi spazza i cortili
chi ruba, chi lotta,
chi ha fatto la spia
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu
uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu
uh uh, uh uh, uh uh...
Chi è assunto alla Zecca,
chi ha fatto cilecca
chi ha crisi interiori,
chi scava nei cuori
chi legge la mano,
chi regna sovrano chi suda,
chi lotta,
chi mangia una volta
chi gli manca la casa,
chi vive da solo
chi prende assai poco,
chi gioca col fuoco
chi vive in Calabria,
chi vive d'amore
chi ha fatto la guerra,
chi prende i sessanta
chi arriva agli ottanta,
chi muore al lavoro
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu
uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu
uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu
Chi è assicurato,
chi è stato multato
chi possiede ed è avuto,
chi va in farmacia
chi è morto di invidia
o di gelosia
chi ha torto o ragione,
chi è Napoleone
chi grida "al ladro!",
chi ha l'antifurto
chi ha fatto un bel quadro,
chi scrive sui muri
chi reagisce d'istinto,
chi ha perso,
chi ha vinto
chi mangia una volta,
chi vuole l'aumento
chi cambia la barca
felice e contento
chi come ha trovato,
chi tutto sommato
chi sogna i milioni,
chi gioca d'azzardo
chi parte per Beirut
e ha in tasca un miliardo
chi è stato multato,
chi odia i terroni
chi canta Prévert,
chi copia Baglioni
chi fa il contadino,
chi ha fatto la spia
chi è morto d'invidia
o di gelosia
chi legge la mano,
chi vende amuleti
chi scrive poesie,
chi tira le reti
chi mangia patate,
chi beve un bicchiere
chi solo ogni tanto,
chi tutte le sere
na na na na na na na na na
Ma il cielo è sempre più blu
uh uh, uh uh,
ma il cielo è sempre più blu
uh uh, uh uh, uh uh....