mercoledì, dicembre 31, 2008

domenica, dicembre 21, 2008

Allarme a Frittole


Il Granducato in mutande

No al nucleare, si alle rinnovabili

Il Granducato ha avuto Ansa il Magnifico, gli sono rimasti i diessinidiossini, le banche di sinistra e i disoccupati. I licenziamenti più che a pioggia sono diventati a grandine. Colpiscono un po' ovunque come chicchi d'uva. Alla do coio, coio.
L'arte e il turismo, da sole, potrebbero fare di Frittole una delle terre più ricche del mondo. Ma gli amministratori del PDmenoelle non possono accontentarsi di così poco. Per lo sviluppo vogliono rigassificatori, inceneritori, mattone e cemento e parcheggi, meglio se nel centro storico.
Frittole ha una grande opportunità. Trasformarsi da Chiantishire a Nukeshire. I bambini frittolesi potranno gemellarsi con i fanciulli di Chernobyl. L'Arcipelago di Frittole potrebbe infatti accogliere nell' isola di Pianosa una centrale nucleare. Una delle tante che lo psiconano vuole regalare agli italiani. E' come aprire una discarica a San Vito o costruire una palazzina di Ligresti da Little Fish. Belin, non vorrei aver dato delle idee a questa gente.
I bisonti Frittolesi caricano alla "Maremma maiala". Non li fermi neppure con i pallettoni da cinghiale. Da Roma li possono già sentire. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

mercoledì, dicembre 17, 2008

Frittole

Autore
Difficoltà
Reperibilità alimenti Ingredienti
600 g di farina, 450 g di latte, 200 g di zucchero, 100 g di burro, 35 g di lievito di birra, 6 uova, 140 g di uva sultanina, 60 g di pinoli, 60 g di rum. Preparazione
Mettere in ammollo l'uva sultanina, sciogliere il lievito nel latte tiepido.
Mettere in una terrina le uova insieme allo zucchero e agli altri ingredienti e sbatterle insieme fino a quando risulta una crema ben soffice, poco alla volta unire la farina e mescolare bene fino a quando diventa un composto ben omogeneo, coprire e lasciare riposare al caldo per mezz'ora. Nel frattempo mettere sul fuoco una pentola con olio abbondante, quando l'olio risulta ben caldo immergere varie frittole aiutandosi con due cucchiai e farle cuocere fino a quando vengono a galla e risultano ben dorate da ambo le parti, scolarle, metterle su carta assorbente, quando e cospargere con zucchero a velo.

domenica, dicembre 14, 2008


ENOTECA FRITTOLE

Tipologia: Ristorante
Indirizzo: Via Alessi, 30
06122 Perugia (PG)
Telefono: 3401498536
3476404957

Prezzo Min/Max: € 10 / € 29.00
Comodità
parcheggio: Scarsa
Prenotazione: Consigliata
Carte di credito: Le principali
Pernottamento: no
L M M G V S D
Pranzo
Cena

Aperto Chiuso

Brunetta Vs. Mentana

venerdì, dicembre 12, 2008

Scienziati di Frittole scoprono...........




Reperto della civiltà villanoviana
Le delicate figure di animali incise su questa cintura testimoniano la perizia tecnica raggiunta dalla civiltà villanoviana nella lavorazione del metallo.
Art Resource, NY/S

giovedì, dicembre 11, 2008

VENERDì 19 DICEMBRE 2008
h. 20:30 alla Trattoria Secchia
("la melnetta")
CENA 30° COMPLEANNO di:
Ely, Spino, Omar, Marco, French

mercoledì, dicembre 10, 2008

martedì, dicembre 09, 2008

giovedì, dicembre 04, 2008


3 Dicembre 2008
Liste Civiche a Cinque Stelle


Molti mi hanno chiesto più volte, anche in questo blog, di fare un partito. Ma il partito siete voi, non qualcun altro. E' dai cittadini che deve partire il cambiamento. Non dai partiti. Delegare senza partecipare non è democrazia. E', nel migliore dei casi, menefreghismo civico. Per cambiare l'Italia bisogna cambiare prima gli italiani. Metterli in condizione di essere informati, di scegliere, di verificare. I Comuni sono i mattoni sui quali è costruito il tessuto del Paese. Ricostruiamo il Paese con nuovi mattoni a Cinque Stelle. Io metto a disposizione il blog e la mia immagine, voi (se volete) il vostro impegno. Per ogni consigliere comunale eletto nelle Liste Civiche a Cinque Stelle ci sarà un rappresentante dei cittadini che potrà entare nel merito dei bandi, degli investimenti, delle collusioni e informare con un video, un articolo pubblicato in Rete. L'operazione "Fiato sul collo" ha dimostrato l'arroganza del potere autoreferenziale, chi filma un incontro PUBBLICO viene allontanato dall'aula. Ma non potranno cacciare dall'aula i consiglieri comunali delle Liste Civiche. Nel 2009 ci saranno le elezioni amministrative, migliaia di Comuni eleggeranno il sindaco e il Consiglio comunale. Chi vorrà potrà costituire una Lista Civica a Cinque Stelle usando il simbolo associato.
I requisiti per chi vuole costituire una lista sono:
- all'atto della sua candidatura e nel corso dell’intero mandato elettorale, ogni candidato non dovrà essere iscritto ad alcun partito o movimento politico
- ogni candidato non dovrà avere riportato sentenze di condanna in sede penale, anche non definitive
- ogni candidato non dovrà avere assolto in precedenza più di un mandato elettorale, a livello centrale o locale, a prescindere dalla circoscrizione nella quale presenta la propria candidatura
- ogni candidato dovrà risiedere nella circoscrizione del Comune per il quale intende avanzare la propria candidatura
- per le elezioni comunali dei capoluoghi di provincia, i candidati potranno risiedere in uno dei comuni appartenenti a quella provincia
- ci potrà essere una sola Lista Civica a Cinque Stelle per Comune
- le Liste Civiche potranno unirsi per la gestione del Comune ad altre liste o raggruppamenti politici in cui non siano presenti dei condannati.
Il Programma delle Liste Civiche a Cinque Stelle sarà fatto insieme a voi su questo blog nei prossimi mesi. Sarà un programma di riferimento al quale le Liste potranno ispirarsi. Il Programma sarà presentato il 31 gennaio a Firenze al primo incontro nazionale delle Liste.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene), noi neppure.

PER LA COSTITUZIONE DELLA LISTA CIVICA A CINQUE STELLE CONSULTA IL SITO DELLE LISTE CIVICHE.

martedì, dicembre 02, 2008

lunedì, dicembre 01, 2008

San Zemian a Porto Venere


Dal lontano 2001, un gruppo di balordi (Nic-Tom-Bedo-Calle) modenesi hanno deciso che il giorno del 31 gennaio per la festa del paese di San Zemian era meglio trasferirsi in liguria a Porto Venere per una bella abbuffata di pesce e vino, piuttosto che rompersi i maroni in giro per la fiera modenese.
Dopo tanti anni la tradizione è rimasta più viva che mai e tante scene memorabili sono successe durante questo appuntamento fisso dell'anno.
Caso vuole che quest'anno, San Zemian, il 31 gennaio, cada proprio di sabato.
Questo vuol dire che la carovana di macchine diretta al ristorante Elettra di Porto Venere sarà numerosissimo e non si accetteranno defezione (solo un certificato di morte propria sarà ritenuta valido).
CHI VIENE CONFERMI LA PROPRIA PARTECIPAZIONE QUI :

http://www.polljunkie.com/Zy6AAD/Poll2360.aspx

martedì, novembre 25, 2008

venerdì, novembre 21, 2008

Trova l’errore


Dominique “versione enigmista” Strauss Khan, presidente Fondo Monetario Internazionale

Il G20 ha convenuto sulla necessità di “proposte concrete per la sorveglianza, la trasparenza e la regolamentazione dei mercati”. Possibile la creazione di meccanismi di ‘early warning’. Il Fondo Monetario Internazionale e il Financial Stability Forum (…) hanno già espresso venerdì la propria disponibilità a farsi carico del compito.


(La Repubblica, 15 ottobre 2008)

L’economia islandese è prospera e flessibile. Il reddito pro capite è tra i più alti e le diseguaglianze di reddito sono tra le più basse al mondo. Il mercato del lavoro e quello dei prodotti è aperto e flesibile. Le istituzioni e la politica sono forti e il debito del governo è molto basso. La rimarchevole gestione delle risorse naturali del paese ha permesso all’Islanda di diversificare l’economia e ha aiutato ad assicurare la sostenibilità (dello sviluppo, nda). Su questo sfondo, le prospettive economiche a lungo termine per l’economia dell’Islanda rimangono invidiabili.

(Rapporto del Fondo Monetario Internazionale, 4 giugno 2008)



Rapporto dall’Islanda, l’isola della bancarotta

(Titolo di un reportage de “La Repubblica”, 9 ottobre 2008)

«Prelievo non disponibile». Tre parole, martedì mattina, hanno cambiato la vita di Elsa Run Gusladiottir, ventiduenne studentessa di economia all’ università di Reykjavik. «Com’ è andata? Semplice. Mentre facevo la prima colazione seguivo con la coda dell’ occhio le notizie alla tv. E’ apparso in diretta il primo ministro. Strano, mi sono detta. Quando ha iniziato a parlare ho fatto un salto sulla sedia. Stava annunciando che la Landsbanki, la banca dove ho tutti i miei risparmi, era fallita ed era stata nazionalizzata(…)».


(La Repubblica, 9 ottobre 2008)

La borsa dell’Islanda, parte del gruppo Nasdaq, ha annunciato che ha sospeso le contrattazioni del suo listino. (…) Il presidente islandese Lafur Ragnar Grimsson è stato ricoverato in ospedale a inizio settimana per problemi cardiaci. Dimesso dopo breve tempo, Grimsson ha poi ripreso la gran parte delle sue attività.

(Corriere della Sera, 9 ottobre 2008)

Islanda, tracollo finanziario la Borsa è crollata a -76,13%

(La Provincia pavese, 15 ottobre 2008)

Crisi economica: cittadini in rivolta a Reykjavik, “chi ha sbagliato deve pagare”

(Euronews, 26 ottobre 2008)

La piazza in Islanda ora chiede le dimissioni del primo ministro e del capo della banca centrale. La crisi si è abbattuta come una scure sul paese (…). “Perderemo le nostre case, il nostro lavoro?- dice una manifestante- Vogliamo avere risposte a queste domande. Ne abbiamo abbastanza, perchè è accaduto tutto questo? Vogliamo avere voce in capitolo, mostrare che siamo uniti e vogliamo che il governo faccia meglio il suo lavoro”. Quanto accaduto si poteva evitare? E’ la domanda che serpeggia tra la folla. Secondo l’ex ministro delle finanze, intervenuto dal palco, “Si è trattatato di un evento prevedibile e chi non lo ha fatto deve ammettere i suoi sbagli”.


(Euronews, 26 ottobre 2008)

E l’ Fmi aiuta l’ Islanda

(Corriere della Sera, 25 ottobre 2008)

Il Fondo monetario internazionale esce dalla sua disoccupazione di lunga durata. Dopo anni di inattività, si allunga la lista dei Paesi che tornano a chiedere la sua assistenza finanziaria, e proprio ieri l’ Fmi ha siglato il primo accordo preliminare con un nuovo cliente: si tratta dell’ Islanda, il cui sistema bancario è stato spazzato via dalla crisi e il cui prodotto interno lordo viene previsto in contrazione del 10% nel 2009.


(Corriere della Sera, 25 ottobre 2008)

Il ministro delle Finanze islandese ha annunciato oggi che quattro Stati del Grande Nord presteranno all’Islanda 2,5 miliardi di dollari (ovvero quasi 2 miliardi di euro) per aiutare il paese a riprendersi dal collasso economico. A correre in soccorso della piccola Islanda saranno Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca. Che hanno deciso di intervenire dopo che anche il Fondo monetario internazionale ha approvato un proprio pacchetto di aiuti da 2,1 miliardi di dollari (ossia 1,66 miliardi euro).


(New York Times, 20 novembre 2008)



P.S. Soluzione. Purtroppo non c’è nessun errore. E’ proprio così: il G20 - dopo l’ottimo lavoro del Fmi in Islanda (e in molti altri posti nei quattro angoli del pianeta) - potrebbe affidare al Fondo monetario internazionale pure il controllo della “trasparenza dei mercati” oltre a quello di aiutare gli stati in crisi. Che dire di più? Beh, che oggi proprio gli uomini del Fmi se ne sono usciti con un rapporto sull’Italia. Dicendo che problemi ce ne sono. Ma in fondo non va poi così male. Perchè il declino della crescita, da noi «sarà probabilmente meno pesante che in molte altre economie avanzate per effetto della relativa solidità del sistema bancario». Visto il caso di Reykjavik e dintorni: che il dio dei Belpaesi in difficoltà, per una volta, ce la mandi buona.

giovedì, novembre 20, 2008

martedì, novembre 18, 2008

ma siamo così ignoranti.......

Far Oer, Danimarca, il massacro delle balene

La vergogna della Danimarca




Quando i delfini balena si avvicinano alle isole Far Oer della Danimarca è un giorno di festa. Le scuole chiudono e i bambini si recano in spiaggia insieme ai genitori. La popolazione, vestita con i costumi tradizionali, si appresta a ricevere i cetacei.




I delfini balena arrivano in gruppi, molte femmine con i piccoli. Sono animali socievoli, curiosi e non hanno timore dell'uomo. E' il grande spettacolo di autunno per gli isolani. In motoscafo spingono le balene nelle baie dove l'acqua è poco profonda.



Quindi si avvicinano con fiocine di due chili e le piantano più volte nelle carni degli animali finchè non li hanno immobilizzati. I carnefici delle Far Oer possono allora estrarre i coltelli da 15 centimetri e tagliare grasso e carne viva per trapassare la spina dorsale. I piccoli danesi applaudono mentre le balene gridano. Non lo sapevate? Le balene gridano come gli esseri umani quando sono macellate. L'acqua acquista un bel colore rosso sangue. 2.000 balene sono trascinate sulla riva dai coraggiosi abitanti delle Far Oer per essere lasciate agonizzare. La maggior parte marcisce ed è ributtata a mare.





Il delfino balena è una specie protetta e non si conosce il numero di esemplari ancora esistente.
Invito i lettori del blog a non recarsi in vacanza nelle isole Far Oer o a comprare prodotti danesi fino a quando questo ignobille massacro durerà.
Inviate una mail alla regina di Danimarca per chiederle di intervenire e promuovete questa iniziativa sul vostro blog.

Mattanza.....uguale IGNORANZA.....

lunedì, novembre 17, 2008

Free Blogger
Comunicato Stampa
della Segreteria Nazionale Funzione Pubblica CGIL

La sentenza sulla mattanza della scuola Diaz a Genova, getta nello sconforto ed indigna tutta quella parte della società, che fortunatamente e' ancora maggioritaria del paese, che crede che massacrare a freddo decine di ragazze e ragazzi addormentati in una scuola, che si sono "macchiati" della sola colpa di esprimere manifestando il proprio punto di vista critico sulle scelte politico economiche dei Grandi, come avvenne durante il G8, sia cosa da condannare in un Paese che vuole definirsi civile. Da ieri, inevitabilmente cambiano i rapporti tra chi crede che in Italia esistono ancora dei diritti civili e chi invece ne farà strame per poter governare con il pugno di ferro.
Di fronte ad un’evidenza che ha fatto il giro del mondo, di fronte a calci e manganellate date indiscriminatamente a persone di ogni età, questa sentenza fa rabbrividire perché ricorda i salvataggi operati per analoghi fatti nelle dittature latino americane. Noi siamo convinti che l’ordine pubblico abbia bisogno di professionisti e persone preparate ad ogni livello.
Coloro che hanno pestato a sangue quel giovane popolo della pace, sono il vero corpo avulso dalla storia civile e dalla Costituzione antifascista del nostro paese. E colpisce ancor più' che in questa inaccettabile sentenza, ad essere perseguiti ed a pagare, siano solo gli ultimi, quegli agenti che si sono prestati ad essere "materiali esecutori" di ordini illegali ed ingiusti che non hanno avuto il coraggio civile di rifiutare.
I capi, i responsabili, coloro che hanno guidato la "catena di comando" escono impuniti!
La violenza , la menzogna e l’abuso vincono sul diritto.
Le tante persone che hanno sofferto e credevano che cambiare questo mondo fosse possibile, nonostante quest’ultima pesantissima e grave manganellata inflitta loro dalla magistratura e dai vertici della polizia, siamo certi non abbandoneranno quell’idea, ma la rafforzeranno nei loro pensieri e sentimenti. Noi non ci stancheremo di chiedere giustizia.
Roma, 14 novembre 2008

Mi ama o mi Obama?


Mi ama o mi Obama?


Obama parla al mondo attraverso YouTube. Mediaset chiede danni per 500 milioni di euro a YouTube.
Obama predica l'avvento delle reti sociali e della democrazia diretta. L'Italia rilancia il digitale terrestre e la legge ammazzablogger (Levi-Veltroni).
Negli Stati Uniti la banda larga è ovunque, da noi è in Parlamento e 3.000 comuni sono senza ADSL.
La politica italiana vive di televisione, senza contraddittorio. La televisione si è fatta addirittura politica. Telepolitica. La televisione distrugge la coscienza delle persone. La Rete aiuta a formarla.
Lo psiconano sfoglia la margherita: "Mi ama o mi Obama? Mi ama o mi Obama?" Secondo me lo Obama.
Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?), noi neppure.

FREE BLOGGER

Grande Uomo Ragno

Varriale Omm' è Mmerd

martedì, novembre 11, 2008

L'orgia sbagliata....


E’ difficile perfino immaginarlo. E’ difficile immaginare che un giornale possa difendere la censura. Ed è difficile immaginare che una televisione possa difendere - a spada tratta - un giornalista che racconta in diretta di essere stato un informatore della Cia. Ma francamente è ancora più difficile immaginare che un comico possa essere cacciato per aver fatto il suo mestiere. Ovvero per una battuta. L’Italia, però – per sua (s)fortuna – è un paese con molta fantasia. E infatti, queste cose accadono. Anzi, sono appena accadute. Tutte e tre contemporanemante. E senza che nessuno si sia stupito – o abbia protestato – più di tanto.


Di cosa stiamo parlando? Ma della cacciata di Daniele Luttazzi dagli schermi de “La 7”. Una cacciata andata in onda – si fa per dire – giusto sabato scorso. E che sembra non aver sconvolto più di tanto l’opinione pubblica del Belpaese. Del resto, perché sorprendersi? Da decenni, la televisione italiana sembra diventata il set del remake de “Il Padrino”. Ogni tanto, qualcuno – dopo aver detto una frase sbagliata – semplicemente scompare. Per fortuna – e per ora – solo dal video. Domani, chissà. E’ successo – tanto per fare qualche esempio celebre – a Beppe Grillo. Che nei lontani anni Ottanta si permise di fare la battuta sbagliata sulle persone sbagliate: i socialisti dell’allora (quasi) onnipotente Bettino Craxi. Ed è successo, negli anni del secondo governo Berlusconi, pure a Sabina Guzzanti. Che ebbe il torto di attaccare l’allora (davvero) onnipotente Cavaliere. Ma la cacciata bis di Luttazzi – che per la cronaca era tra le vittime dell’ormai celebre editto bulgaro di berlusconiana memoria – rappresenta un vero e proprio capolavoro nel suo genere. Per le ragioni che sfiorano il ridicolo (avrebbe offeso l’inoffendibile Giuliano Ferrara descrivendolo alle prese con un’improbabile orgia sadomaso). Ma soprattutto per il modo in cui è stata raccontata dalla stampa. E addirittura non raccontata dal tg della sua stessa rete, “La7″. Che - la sera dello stop del programma di Luttazzi - ha censurato la notizia.

Ma facciamo un passo indietro. E per prima cosa – anche se in Italia va poco di moda – raccontiamo i fatti. Anzi, i fatti li lasciamo raccontare a Luttazzi. Che nel suo blog, sabato scorso, ha scritto: “Stasera è successo un fatto gravissimo”. Ovvero “verso le 20, dei funzionari di La7 sono entrati in sala montaggio per impedire fisicamente che proseguissimo (il lavoro, ndr). Hanno occupato la stanza, hanno intimato al tecnico di sospendere (senza averne titolo)”, e “uno di loro si è seduto al mio posto alla consolle e non se ne andava, sfidandoci”. Insomma, il comico stava ultimando la sesta puntata della sua trasmissione, “Decameron”, che doveva andare in onda proprio quella sera. Quando la rete – che per la cronaca è controllata da Telecom Italia - all’improvviso ha deciso di cancellare il programma dal suo palinsesto. Con tanto di irruzione in stile marines (o, se preferite, in stile golpe alla Repubblica delle banane). Ma perché tanta foga? E perché tanta fretta?


Quel che è certo è che gli spettatori de “La7” hanno scoperto che Decameron era stato cancellato, soltanto il giorno dopo. Perché – sempre in perfetto stile Repubblica delle banane – il vicedirettore del telegiornale della rete Telecom, Pina Debbi ha deciso di non dare la notizia nell’edizione di sabato notte (e se non ci credete, leggete qui cosa scrive il Corriere della Sera). Le ragioni - quelle vere - dello stop a Luttazzi, invece, sono rimaste avvolte nella nebbia fitta dei comunicati ufficiali della tv. Che hanno spiegato che il comico era stato cacciato per aver “gravemente insultato e offeso Giuliano Ferrara, che con la stessa La 7 collabora da anni come coconduttore di 8 e mezzo”.


Ora riesce difficile credere che “La 7” abbia davvero scatenato tutto questo polverone solo per difendere Ferrara. Anche perchè gli insulti al direttore del “Foglio” erano andati in onda – e senza alcuna scia di polemiche - ben 7 giorni prima della decisione di cassare Decameron. Ma soprattutto riesce difficile credere che la tv di Telecom tolleri ancora il barbuto conduttore di 8 e mezzo. Che nel 2003 – proprio dai suoi schermi – dichiarò urbi et orbi di essere stato una spia a libro paga della Cia (come potete leggere sul sito dell’ordine dei giornalisti della Lombardia). Ma questa – ovviamente - è tutta un’altra storia. E, sia come sia, “La7” il meglio di sé l’ha dato attraverso la viva voce del suo direttore, Antonio Campo Dall’Orto. Che, per inciso si è formato alla corte di Berlusconi (è stato vicedirettore di Canale 5). E che al quotidiano torinese La Stampa, il giorno dopo la chiusura del programma, ha dato altre motivazioni per lo stop a Luttazzi. Più alte. Più solenni. E ben più nebbiose. Dichiarando che “La7 vive dei capisaldi di libertà di espressione” e “la decisione” di chiudere Decameron “vuole” appunto “difendere il principio dell’uso responsabile di un bene prezioso come la libertà di stampa”.


In sostanza, secondo il ragionamento di Campo Dall’Orto, a “La7” la censura non esiste. Esiste, invece, la libertà di dire quel che si vuole. Ma se la si usa male, si viene cancellati. Ovvero censurati. Un cortocircuito logico contro cui ci si sarebbe aspettati un vero e proprio fuoco di fila della cosiddetta stampa libera. E invece? E invece i due maggiori quotidiani italiani - Corriere della Sera e Repubblica - hanno sposato in pieno la tesi di Dall’Orto. E persino Aldo Grasso, il più noto critico televisivo del Belpaese - proprio sulle pagine del Corriere dell’ 8 dicembre - si è schierato sul fronte pro censura. Scrivendo: “Che triste vicenda quella di Daniele Luttazzi”, quando “un direttore ti dice che puoi scrivere o dire quello che vuoi, ti devi sentire responsabilizzato due volte: uno per quello che scrivi o dici, due per dimostrare di meritare tanta fiducia”.


Ma La Stampa è andata addirittura oltre. Attaccando Decameron (“ma far ridere è davvero un’altra cosa”). E Tessendo un vero e proprio elogio de “La7”. Che, come ha scritto il quotidiano di Torino sempre l’8 dicembre, non solo è “la più raffinata tra le reti generaliste”. Ma è anche “molto ben frequentata”, perché – a parte Luttazzi - ci “lavorano giornalisti e conduttori che stanno lì ben volentieri perché alla Rai o a Mediaset potrebbero avere, se non censure, problemi” o “seccature”. Ma chi sono queste voci libere? La Stampa, nel dubbio, le ha pure elencate: Gad Lerner (che, come potete leggere nel suo blog, si è formato a Lotta continua e poi é passato a più miti consigli, entrando anche nel comitato dei 45 che ha varato il regolamento delle elezioni primarie del Pd); lo stesso Ferrara (ex informatore Cia ed ex ministro del primo governo Berlusconi); e dulcis in fundo, Daria Bignardi (che tra l’altro ha il merito di aver condotto un’edizione del Grande Fratello e nel suo blog ama discettare solo di argomenti seri, come la “secchezza vaginale”). Peccato che l’autrice del pezzo, Alessandra Comazzi, non abbia citato anche Ritanna Armeni, che è la coconduttrice di 8 e mezzo assieme a Ferrara ed è stata portavoce di Bertinotti. Almeno avrebbe completato l’intero arco costituzionale delle voci libere. Da destra a sinistra. Passando pure per il centro.

Vi siete mai chiesti perchè l’Italia – secondo la classifica di Freedom house 2007 – è al 64^ posto per libertà di stampa, dopo la Guyana e prima di Sao Tomé (che è 65^)? Se le voci libere e scomode della nostra tv sono le Bignardi, trovare la risposta non è certo difficile.


Ma a proposito di risposte. Noi bamboccioni alla riscossa abbiamo - volutamente - lasciato una questione in sospeso: perché tanta foga e perché tanta fretta nel cancellare Luttazzi? Be’, la sera dello stop, Decameron avrebbe dedicato una puntata al vetriolo all’ultima enciclica del papa. E di questo – nel fumoso comunicato de “La7” - non c’era traccia. Vi basta? A noi, sì. O per lo meno – visto lo strapotere del Vaticano in Italia – questa ci sembra una motivazione un po’ più valida di quella di aver pronunciato una frase sbagliata sull’orgia sbagliata (con dentro pure Previti, Berlsuconi e Dell’Utri).


Comunque sia. Per sfogare la nostra rabbia per questa ennesima censura, vogliamo seguire il metodo Luttazzi. E provare a immaginare Campo Dall’Orto a gattoni e a culo nudo e Ratzinger in tenuta sadomaso che lo frusta. Con la teo-dem Binetti in latex, che armata di videocamera riprende il tutto. Ecco ci sentiamo già meglio. Voi no?


P.S. Volete sapere qual è la battuta che è costata il posto a Luttazzi? Eccovi serviti:


“L’altro giorno, incontro una ragazza che mi fa: Daniele, dopo 4 anni di guerra in Iraq, 3.900 soldati americani uccisi, 85.000 civili americani ammazzati e tutti i soldati italiani morti anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Ma come si fa a sopportare una cosa del genere?”.


“Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema. Penso a Giuliano Ferrara dentro una vasca da bagno con Berlusconi e Dell’Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sado-maso che li frusta. Va già meglio, no?”.


Non vi basta? Volete godervi Luttazzi in voce e corpo? Guardate qui.


Dell’Utri attacca Antimafia e pentiti. E definisce l’ex boss Vittorio Mangano un “eroe”. Certo: a qualcuno potrebbe anche venire il dubbio che l’ex senatore forzista, e con lui tutto il Popolo delle libertà, abbia voluto strizzare l’occhio ai voti di Cosa nostra (anche perchè ci sono le elezioni di casa nostra). E magari qualche magistrato potrebbe avere addirittura la tentazione di approfondire la questione. Ma tanto sarebbe tutto inutile. Perchè Berlusconi respingerebbe queste accuse come i soliti (infondati) sospetti. E se la prenderebbe come sempre coi giudici. Dicendo magari che sono tutti matti. E che avrebbero bisogno di un esame di salute mentale. Ah, no. Pardon: questo non lo direbbe. Lo ha - già - detto.

lunedì, novembre 10, 2008

Mafiocrazia

>

Testo:
"Buongiorno a tutti.
Finalmente, si fa per dire, riparte la commissione parlamentare antimafia. Voi sapete che è dall'inizio degli anni Sessanta che il Parlamento italiano si costituisce in commissione bicamerale antimafia per combattere la mafia, soprattutto nei suoi rapporti tra mafia e politica.
C'è una contraddizione: la politica che combatte i rapporti tra mafia e politica è come dire la mafia che combatte i rapporti fra mafia e politica.
E infatti non li ha, almeno negli ultimi quindici anni, mai combattuti; da quando, cioè, non c'è più un'opposizione forte a chi sta al governo ma ci sono, sulle questioni che contano, finte divisioni fra maggioranza e opposizione e poi una sostanziale unanimità. Infatti, come sappiamo, negli ultimi quindici anni tutte le normative serie in materia di lotta alla criminalità organizzata sono quelle che erano contenute nel papello di Totò Riina. Sono state abolite le carceri nelle isole con l'isolamento del 41bis serio, Pianosa e Asinara; sono stati di fatto aboliti i pentiti, nel senso che nell'anno 2000 destra e sinistra insieme hanno messo mano alla riforma che aveva voluto Falcone all'inizio degli anni Novanta e hanno deciso di togliere tutti i benefici che rendevano conveniente, per un mafioso, schierarsi dalla parte dello Stato tradendo la mafia. Per cui i mafiosi hanno capito l'antifona, quelli che avevano qualche intenzione di pentirsi se la sono fatta passare, quelli che si erano già pentiti si sono pentiti di essersi pentiti e hanno ritrattato.
In più sono state ridotte di molto le scorte ai magistrati e ai testimoni antimafia. E' stato svuotato dall'interno il 41bis per cui quando il cosiddetto ministro Alfano racconta che non è mai stato così efficace sa benissimo - spero per lui - di raccontare favole perché lo sanno tutti che il 41bis è diventato una specie di barzelletta da quando è stato stabilizzato per legge.
Quando voi sentite il presidente del Senato Schifani dire: "noi nella legislatura del governo Berlusconi II abbiamo stabilizzato un provvedimento che prima era provvisorio e veniva attuato dal ministro della Giustizia di sei mesi in sei mesi, abbiamo stabilizzato per sempre il 41bis", spero che anche lui - ma credo che lo sappia - sia conscio di raccontare favole. Perché il 41bis quando era provvisorio era molto più efficace che oggi quando è diventato legge definitiva. Per quale motivo?
Per un motivo molto semplice: quando un provvedimento viene rinnovato di sei mesi in sei mesi i tempi burocratici necessari per il mafioso recluso per chiedere la revoca dell'isolamento, sono talmente lunghi che di solito la risposta alla sua domanda non arriva in tempo in sei mesi, quindi quando gli rispondono c'è già stato un nuovo provvedimento semestrale, contro il quale deve di nuovo ricorrere.
I ricorsi, quindi, contro il 41bis non venivano quasi mai accolti perché non si faceva in tempo. Praticamente il 41bis durava molto a lungo ed era molto difficile revocarlo. Ora che è diventato un provvedimento che vale per sempre, preso una volta vale per sempre - o almeno fino a che non ce ne sono i presupposti - i ricorsi sono molto facili perché anche se durano 7-8 mesi ne basta uno perché la persona possa vincerlo, allora si va alla discrezionalità del magistrato singolo il quale ogni volta che riceve il ricorso deve valutare se la persona sia ancora socialmente pericolosa, collegata con l'organizzazione mafiosa. E come fai a saperlo? Come fai a sapere se una persona è potenzialmente pericolosa? Come fai a sapere se ha ancora legami dopo anni che è in carcere? Lo puoi presumere ma se non lo puoi dimostrare, spesso puoi concedere la revoca del 41bis senza alcun rischio e senza alcuna formale irregolarità.
Quindi molti detenuti mafiosi, anche stragisti, che stavano al 41bis hanno ottenuto, in buona o cattiva fede dei magistrati di sorveglianza, il trattamento carcerario normale.
Quindi adesso incontrano quando gli pare avvocati, parenti eccetera. Non raccontiamoci balle: le commissioni antimafia sono un paravento per far finta che lo Stato ancora combatte la mafia. Non sono più le commissioni antimafia degli anni Sessanta e Settanta che addirittura anticipavano il lavoro della magistratura.
La magistratura negli anni Sessanta e Settanta, soprattutto in Sicilia e a Roma in Cassazione, era quella magistratura che proclamava la non esistenza della mafia oppure scambiava la mafia per un'accozzaglia di bande che, scompostamente e senza alcun vertice, agivano per i campi.
La commissione antimafia, molto più avanzata di quella magistratura, già faceva i nomi e i cognomi dei personaggi.
Salvo Lima era citato decine di volte nelle relazioni di minoranza della commissione antimafia come referente della mafia ben prima che venisse assassinato e ben prima che nel processo Andreotti e nel processo sull'assassinio Lima i magistrati poi stabilissero nero su bianco che Lima era un noto mafioso.
Negli ultimi anni la commissione antimafia è diventata un ente inutile, anzi dannoso, proprio perché ha diffuso la sensazione che il Parlamento continuasse a occuparsi dei rapporti fra mafia e politica, mentre non ha mai avuto il coraggio di mettere le mani sul caso Dell'Utri.
Non ha mai avuto il coraggio di mettere le mani sul caso Berlusconi. Non ha mai avuto il coraggio di mettere le mani sul caso Andreotti, nemmeno dopo che la magistratura aveva già squadernato, sotto gli occhi dei commissari e del Parlamento, le carte necessarie e indispensabili per poter tirare almeno le conclusioni politiche di quei rapporti ormai accertati.
Io ricordo che, con Elio Veltri, scrivemmo il libro "L'odore dei soldi" nel 2001 con gli editori riuniti proprio perché Veltri faceva parte della commissione antimafia.
Venne da me e mi disse: "abbiamo fatto arrivare dal Tribunale di Palermo le carte del processo Dell'Utri, le perizie sui finanziamenti ambigui della Fininvest negli Settanta e Ottanta,
i rapporti sui finanziamenti delle varie finanziarie del gruppo Berlusconi.
Quando io ho chiesto di discuterne in commissione, eravamo alla fine della legislatura del centrosinistra, mi hanno tutti guardato come un matto e abbiamo votato.
Ho votato da solo per parlare del caso Dell'Utri - Berlusconi in commissione antimafia e tutti mi hanno votato contro, compresi persone oneste della sinistra come Beppe Lumia dei DS e Giovanni Russo Spena di Rifondazione".
Allora facemmo il libro.
Ora perché vi racconto tutto questo? Perché si sta reinsediando la commissione parlamentare antimafia.
Se voi andate sul sito della Camera, andate nella finestra che riguarda le commissioni, andate nelle commissioni bicamerali e trovate "Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno di mafia e sulle altre associazioni criminali anche straniere".
Poi trovate la legge istitutiva, è una legge nuova ogni volta, rispetto a quella vecchia.
Di solito ricopiata, questa volta - sono anche spiritosi - hanno voluto scrivere che questa commissione antimafia indagherà anche sui rapporti tra mafia e politica con particolare riferimento al periodo delle stragi del '92-'93. Quindi mandanti occulti, trattative fra Stato e mafia eccetera. Speriamo che sia vero. Alla voce presidente, vicepresidenti e segretari c'è il bianco, perché non hanno ancora designato il presidente.
Ci sono invece i cinquanta componenti, venticinque deputati e venticinque senatori.
Buona notizia: non ci sono pregiudicati. Ve lo dico perché nella scorsa legislatura ce n'erano due: Vito Alfredo e Paolo Cirino Pomicino. Questa volta hanno pensato di non metterceli.
In compenso abbiamo dei personaggi che forse, valutate voi, non sono proprio il non plus ultra per la commissione antimafia.
Soprattutto il presidente: pare il che il favorito alla presidenza dell'antimafia sia Beppe Pisanu.
Premetto che Beppe Pisanu è persona estremamente seria ed è uno dei migliori, o dei meno peggio a seconda della visuale, di Forza Italia. Ma più per demerito degli altri che non per merito suo!
Voi sapete che Pisanu è completamente uscito dall'orbita di Berlusconi: nessuno ne parla più.
L'avete mai più visto in televisione, l'avete mai più sentito nominare?
Eppure era il ministro dell'Interno durante le elezioni del 2006. Secondo alcuni, Enrico Deaglio, è il ministro dell'Interno che si oppone ai tentativi golpistici di broglio ventilati dal Cavaliere e per questo è protagonista di una rissa memorabile a Palazzo Grazioli.
Da allora - noi non sappiamo se è vero, Deaglio con alcuni indizi l'ha sostenuto nella sua inchiesta sui presunti brogli nel 2006 - sta di fatto che Pisanu non ha più avuto alcun incarico di prestigio ed è stato posato, anche se è rimasto in Forza Italia.
Adesso pare che, proprio per questo suo ruolo non più fidato per Berlusconi, stia diventando una figura di garanzia che piace anche all'opposizione per fare il presidente dell'antimafia.
Purtroppo, però, Pisanu non è un pivellino appena uscito dalle Università.
E' un signore nato a Sassari nel 1937.
Ha un anno in meno di Berlusconi, ne ha 71. Laureato in scienze agrarie, era nella DC - nella sinistra DC - amicissimo di Cossiga.
E' stato nella segreteria di Zaccagnini, capo della segreteria di Zaccagnini negli anni del compromesso storico.
Poi è stato sottosegretario al Tesoro e alla Difesa nei governi Forlani, Fanfani, Spadolini, Goria e Craxi.
Nel 1994 era vice capogruppo di Forza Italia alla Camera e nel 1996 è stato nominato capogruppo quando hanno cacciato Vittorio Dotti perché era fidanzato di Stefania Ariosto, che aveva il grave torto di avere parlato di Previti.
Nel 2001 ministro per la verifica del programma nel governo Berlusconi II e poi ministro dell'Interno dopo che Scajola ebbe la splendida idea di definire "rompicoglioni, avido" il povero Marco Biagi dopo l'assassinio.
Insomma, è in Parlamento da dieci legislature.
Questa è la sua undicesima.
Perché dico che forse non è l'uomo giusto al posto giusto? Perché nel 1983 era sottosegretario al Tesoro nel governo Fanfani V.
Cosa successe? Il caso Ambrosiano.
Andiamo con ordine: Pisanu è sottosegretario al Tesoro e il Tesoro ha il dovere di sorveglianza, insieme alla Banca D'Italia, sulle banche, soprattutto sull'Ambrosiano che era un'enorme banca.
Bene, lui, che avrebbe dovuto vigilare come sottosegretario al Tesoro, in realtà era amicissimo di Roberto Calvi, il bancarottiere, e di tutti gli uomini che gli avevano dato una mano a fare bancarotta, a cominciare da Flavio Carboni.
Flavio Carboni non era coinvolto tanto negli aspetti finanziari del caso Ambrosiano quanto piuttosto nella fuga di Calvi in Svizzera e poi in Inghilterra, tant'è che è stato addirittura imputato per l'omicidio Calvi, assolto in primo grado ma adesso credo ci sarà il processo di appello.
Insieme a Licio Gelli, ad esponenti della banda della Magliana, un bel giro.
Pisanu ci andava in barca, in Sardegna con Flavio Carboni, e sulla barca - che si chiamava la "Punto Rosso", 22 metri - c'era anche un omino: il nostro presidente del Consiglio attuale, Berlusconi.
Sempre sulla barca, in Costa Smeralda.
A un certo punto condannano Calvi per reati valutari, lo mettono in libertà provvisoria.
Va anche Calvi in barca, dopo essere stato condannato in primo grado, arrestato e messo in libertà provvisoria, va in barca pure lui con Pisanu e il resto della compagnia.
Poi nel 1982 arrestano Carboni per la fuga di Calvi, che poi è stato trovato impiccato sotto il ponte dei Frati Neri di Londra; Carboni viene arrestato e Pisanu viene interrogato sulle sue frequentazioni con Carboni e risponde al magistrato Pierluigi Dell'Osso: "incontravo Carboni perché era un interlocutore valido per le forze politiche richiamantisi all'ispirazione cattolica".
Carboni era un'anima pia: parlavano di teologia, probabilmente, in barca nei giorni del crack Ambrosiano.
Carboni, aggiunge Pisanu riuscendo a rimanere serio, "mi disse che Berlusconi aveva interesse a espandere Canale5 in Sardegna, tal che lo stesso Carboni si stava interessando per rilevare, a tal fine, la più importante rete televisiva sarda, Videolina, e mi disse di essere in affari col signor Berlusconi anche a riguardo di un grosso progetto edilizio denominato "Olbia 2"".
Era quando Berlusconi e Carboni volevano rovesciare una colata di cemento sulla costa Smeralda.
Questo pio sodalizio si estende poi al Banco Ambrosiano perché, come vi ho detto, il sottosegretario al Tesoro, anziché vigilare su quello che stava facendo Calvi, già condannato per reati valutari, incontra Calvi quattro volte, in quei giorni.
Subito dopo viene chiamato a rispondere alla Camera da un'interrogazione parlamentare delle opposizioni che, allarmate per il crack dell'Ambrosiano, del quale già si parla anche se non è stato ancora ufficializzato, chiedono notizie al governo, al sottosegretario al Tesoro.
Pisanu, l'8 giugno del 1982, risponde alla Camera. Già all'epoca c'era un enorme buco, c'era il buco del banco Andino, affiliato al Banco Ambrosiano, che stava rischiando di trascinare anche l'Ambrosiano nel crack.
Ma Pisanu rassicura: niente paura: è tutto sotto controllo, nessun allarme. Dice: "le indagini condotte all'estero sull'Ambrosiano non hanno dato alcun esito".
Non tanti giorni dopo, un giorno dopo, il 9 giugno Pisanu va di nuovo a cena con Flavio Carboni.
Un altro giorno dopo, il 10 giugno, Calvi scappa dall'Italia per finire, come sappiamo, sotto il Ponte dei Frati Neri, appeso.
Nove giorni dopo l'uscita di Pisanu in Parlamento - tutto sotto controllo, nessun problema per l'Ambrosiano - il governo suo, Fanfani, mette l'Ambrosiano in insolvenza.
Lo dichiara insolvente e manda sul lastrico migliaia di risparmiatori, che perdono tutto quello che avevano.
Poi, sia l'Ambrosiano, sia l'Andino fanno la loro regolare bancarotta.
La commissione P2, presieduta da Tina Anselmi, convoca Pisanu perché Angelo Rizzoli, editore, all'epoca proprietario del Corriere della Sera, P2, poi coinvolto in un crack, anche lui arrestato, racconta: "a proposito del Banco Andino, Calvi disse a me e a Tassandin - l'uomo della P2 al vertice del Corriere della Sera - che il discorso dell'onorevole Pisanu in Parlamento l'aveva fatto fare lui - Calvi. Qualcuno mi aveva detto che per quel discorso Pisanu aveva preso 800 milioni da Flavio Carboni".
Quest'accusa, che poi verrà riesumata anche dal portaborse di Calvi, Pellicani, non ha mai trovato conferma, quindi possiamo ritenerla falsa o non provata.
Ma il problema è politico: Pisanu è il signore che ha messo la faccia, è andato in Parlamento a dire che il Banco Ambrosiano era una meraviglia mentre era alla vigilia del crack.
Il tutto a causa dei suoi conflitti di interessi, cioè dei suoi rapporti con Carboni, con Calvi e con Berlusconi.
In commissione P2 si scatenano le opposizioni: i più accesi sono Teodori, dei Radicali, e Tremaglia, del Movimento Sociale, che ne dicono di tutti i colori di Pisanu.
Se volete trovate in "Se li conosci li eviti", la biografia di quei giorni terrificanti, tant'è che urlano "dimissioni, dimissioni, dimissioni!" e alla fine, il 21 gennaio del 1983, Pisanu si dimette da sottosegretario al Tesoro.
Poi rientrerà in un altro governo e verrà riciclato da Forza Italia, perché sapete che in Italia non si butta via niente!
Lo ritroviamo, Pisanu - ve lo racconto di nuovo il suo possibile ruolo di presidente della commissione antimafia - nel 2004, 10 gennaio, in una telefonata.
Non è lui al telefono: al telefono ci sono Berlusconi, presidente del Consiglio, e Cuffaro, all'epoca governatore della Sicilia per il centrodestra.
Cuffaro, sapete, era preoccupato perché c'era un'indagine per favoreggiamento alla mafia da parte della Procura di Palermo, Berlusconi lo rassicura e gli dice: "io ho saputo qui, la ragione perché ti telefono, il ministro dell'Interno mi ha parlato e mi ha detto che tutta la... è sotto controllo, è tutto sotto controllo".
Chi era ministro degli Interni in quel periodo? Pisanu.
A che titolo Pisanu sapeva notizie o controllava notizie su un'indagine segreta della magistratura a Palermo, un'indagine di mafia che coinvolgeva anche il governatore?
E a che titolo informava Berlusconi di queste eventuali notizie segrete di cui aveva saputo?
E a che titolo Berlusconi informava Cuffaro?
C'è, per caso, un reato di favoreggiamento in questo comportamento? Lo domando perché Cuffaro è stato condannato per avere avvertito dei mafiosi su notizie riservate su indagini in corso.
Se fosse vero quello che dice Berlusconi al telefono, forse ci sarebbe qualcosa di illecito anche nel comportamento di un ministro dell'Interno che si procura notizie su un'indagine segreta, che le rivela al presidente del Consiglio, che le rivela all'interessato, cioè all'indagato, cioè a Totò Cuffaro.
Perché non sono stati chiamati a risponderne penalmente? Perché in quel periodo la procura di Palermo adottava una linea morbida nei confronti dei politici.
Pisanu fu sentito come testimone, Berlusconi non fu nemmeno sentito.
La procura, presieduta da Piero Grasso, chiese e ottenne la distruzione di quei nastri, anziché mandarli al Parlamento per ottenere l'autorizzazione a utilizzarli per valutare eventuali reati da parte di Berlusconi e Pisanu.
Tutti da dimostrare, naturalmente, ma la telefonata è quanto mai inquietante, soprattutto perché Cuffaro non si è mai saputo da chi sapesse le notizie riservate che poi passava ai mafiosi.
Qui abbiamo un piccolo indizio: "il ministro dell'Interno mi ha parlato, e mi ha detto che tutta la... è tutto sotto controllo, tutto sotto controllo".
Perché dico questo? Perché è evidente che una commissione parlamentare antimafia seria, che volesse occuparsi dei rapporti mafia-politica, potrebbe per esempio cominciare dal caso Cuffaro.
E nel caso Cuffaro domandarsi se c'erano deviazioni istituzionali.
E magari convocare Berlusconi e Pisanu.
Ma se il presidente dell'antimafia fosse Pisanu, potrebbe convocare se stesso? Si, dovrebbe guardarsi allo specchio e farsi le domande e darsi le risposte.
Passate parola!

Ps. La scorsa settimana ho citato l'ex onorevole Publio Fiori a proposito della Loggia P2.
Fiori mi prega di precisare che il suo nome figurava, sì, nelle liste ritrovate nel 1981 negli uffici di Gelli a Castiglion Fibocchi.
Ma poi una sentenza definitiva del Tribunale di Roma (come pure l'Avvocatura Generale dello Stato) hanno stabilito che la presenza del suo nome nelle liste non dimostra la sua adesione alla Loggia.
Il suo nome, insomma, potrebbe essere stato inserito abusivamente negli elenchi." Marco Travaglio

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venerdì, novembre 07, 2008

DIFFERENZIA..........


rifiuti sono un incantesimo. Non esistono. Il Comune di Capannori lo dimostra. Un passo alla volta si può arrivare a "Rifiuti zero" e riciclare e guadagnare con il riciclo. Se ci riesce Capannori, perchè non possono farlo anche altrove? Anche gli altri Comuni, invece di avvelenare cittadini, cibi e ambiente con gli inceneritori? Già, perchè? I consigli comunali a chi rispondono? A quali interessi? E perchè non vogliono farsi filmare durante le sedute pubbliche? Timidezza? Loro non molleranno mai, noi neppure.

"Capannori è il primo comune in Italia ad aver aderito alla “strategia rifiuti zero”.
In questi anni Capannori ha dimostrato che l’aumento dei rifiuti non è un dato immodificabile.
Il Comune ed ASCIT (l’azienda locale che si occupa della raccolta dei rifiuti) hanno avviato una riorganizzazione del servizio. Hanno eliminato tutti i cassonetti ed attivato la raccolta domiciliare “porta a porta”, con la consegna a tutte le famiglie degli strumenti per la raccolta differenziata.
A Capannori il “porta a porta” è consolidato per 26 mila dei 45 mila cittadini, con oltre l’80% di differenziazione.
Con la raccolta differenziata dal 2004 al 2007 sono stati avviati a riciclaggio 56.861 tonnellate di rifiuti.
Dall’avvio del “porta a porta” c’è stata una riduzione dei rifiuti indifferenziati di oltre 10.000 tonnellate.
Grazie alla sola raccolta differenziata della carta nel 2007 si è risparmiato l’abbattimento di 100.000 alberi, il consumo di 2.85 milioni di litri di acqua, l’emissione di 9.100 tonnellate di CO2. Per un termine di paragone, 2.85 milioni di litri di acqua risparmiati equivalgono al risparmio idrico del consumo annuo di 31.647 cittadini.
Nel 2007 sono state raccolte 15.723 tonnellate di materiale differenziato. In Provincia di Lucca il costo medio di conferimento dell’indifferenziato è di 160 euro alla tonnellata. Se queste 15.723 tonnellate fossero finite nel circuito dei rifiuti indifferenziati sarebbero stati necessari 2.515.680 di euro per il loro smaltimento.
La spesa di conferimento agli impianti di riciclaggio delle 15.723 tonnellate è stata invece di 507.688 euro. Inoltre, va considerato che la carta è una risorsa. Infatti, dalla vendita delle 6.439 tonnellate di carta raccolta sono stati ricavati 340.010 euro: il risparmio è di 2.348.000 di euro.
Il “porta a porta” necessita di un numero più elevato di operatori. Dall’inizio di questa raccolta ad oggi ci sono state 30 nuove assunzioni.
Con i risparmi ottenuti dal non dover smaltire i rifiuti indifferenziati, oltre a coprire i costi delle nuove assunzioni, il Comune ha riconosciuto una riduzione della tariffa ai cittadini, pari al 20% sulla parte variabile."
A cura di Marco Boschini, www.comunivirtuosi.org

BERLUSCONI NON E' ABBRONZATO... MA COTTO

Caro Beppe,
sono un ragazzo italiano che lavora all'estero e che per l'ennesima volta si sente preso in giro dalle parole del solito Berlusconi.
Sono stufo che una persona cosi ci rappresenti nel mondo !
Spesso non è facile crearsi una credibilità, essere italiani ci porta a essere visti positivamente per molti aspetti: creatività, moda, buon umore... Ma dall'altro lato veniamo spesso messi alla prova sulla nostra affidabilità, onestà e dobbiamo fare molta fatica per crearci una certa credibilità.
Questa mina vagante continua a viaggiare a nostre spese in giro per il mondo e a dire delle cose prive di senso e che portano solo delle ripercussioni negative al popolo italiano.
Sono Stufo!!! Penso che siamo stufi!!!
Basta! Facciamo una raccolta firme da inviare a Napolitano che sciolga le camere per "Palese Incapacità", che lo mandi a casa, che li mandi a casa tutti questi incompetenti!
ARTICOLO TRATTO DAL BLOG DI GRILLO

giovedì, novembre 06, 2008

No TAV

uso della forza....

http://it.youtube.com/watch?v=j2oFfahEbdM
Il forzuto di Arcore ci riprova. Alla Fiera del ciclo e del motociclo ha affermato, riferendosi alla Val di Susa: “Useremo la forza contro i blocchi, non c’è comunità o minoranza che possa pretendere di fermare un cantiere…”. Ha straparlato di “16 miliardi già a disposizione” per fare un buco nel Frejus. Il problema è che il tunnel nel Frejus è già stato realizzato nel lontano 1800 e lui non era stato informato da Lunardi. Forse alludeva al Moncenisio. Al supertunnel di 23 chilometri che finirà tra 15 anni. Un’opera che non serve a nulla, ma che distribuisce un fiume di denaro.Marco Ponti professore al Politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti di economia dei trasporti in Europa e consulente della Banca Mondiale, scriveva tre anni fa:"Si è partiti promettendo che il progetto si sarebbe ripagato al 60%. Poi si è scesi al 40% e infine è stato stabilito che bastava il 40% dei costi, esclusi quelli per i 'nodi' in prossimità delle città, molto dispendiosi. Secondo le mie simulazioni si arriverebbe al 20%; altri stimano il 23%. Il sistema è destinato al default: pagherà lo Stato. Molti di questi lavori verranno inaugurati, ma poi non ci saranno i soldi per proseguirli e saranno ri-inaugurati a ogni tornata elettorale. La Torino-Lione è un monumento alla dissipazione: costerà almeno 13 miliardi (fu ottimista, ndr), come 3 o 4 ponti sullo Stretto. Per sviluppare l'innovazione si deve puntare sulle tecnologie, non sul cemento. Quanto all'occupazione, oggi le grandi opere hanno un moltiplicatore modesto: non si mobilitano più, come nell'Ottocento, i braccianti. È poi evidente che il nostro è un territorio con un grande valore turistico per il futuro. Quindi ci sono modi più redditizi per spendere. A meno che qualcuno non si riprometta, per se stesso, grandi affari sulle grandi opere".Il referendum per la nuova base americana a Dal Molin a Vicenza è stato annullato, a Chiaiano sono stati picchiati i residenti, a Piazza Navona è arrivato un camion pieno di manganelli tricolori sotto gli occhi della Polizia (neppure una multa per sosta vietata, belin).E’ il governo del manganello. L’uso della forza come politica del consenso. Non credo che gli italiani siano informati sulla Val di Susa e sullo spreco colossale di risorse pubbliche. Decine di miliardi per far viaggiare tra vent’anni una mozzarella da Lisbona a Kiev mentre il Piemonte chiude i battenti. Un’impresa piemontese su quattro sta fallendo. Tremila i prossimi licenziati, quarantamila i cassintegrati L’Olivetti perde lo stabilimento di Agliè, 250 dipendenti. Motorola lascia a casa dall’oggi al domani 370 tecnici. Dayco, 470 operai in mobilità. Bertone, 1.200 lavoratori in cassa integrazione. 700 operai della Pininfarina (700 milioni di euro di debiti) a rischio. La Fiat sbarra i cancelli di Mirafiori fino al 16 novembre, 3.500 operai in cassa integrazione.Le aziende chiudono e si aprono i buchi nelle montagne con altri buchi di bilancio. Loro non molleranno mai, noi neppure.

mercoledì, novembre 05, 2008

Il ragazzo...

Vi racconto una storia........c'era un ragazzo che lavorava presso una fattoria e nel suo piccolo cercava di contribuire al benessere degli animali che ci vivevano ,poi un brutto giorno uno di questi animali si ammalò ,ed il ragazzo avvertì il proprietario della fattoria del malessere dell'animale, questo dal canto suo disse...ma CHE VUOI CHE SIA!!!! NON VALE LA PENA PORTARLO DAL VETERINARIO PER FARLO CURARE!!!!! .........tanto ci sei tu a vegliare su di loro di notte..........appunto proprio per quel motivo il ragazzo aveva cercato aiuto da parte del suo datore di lavoro perché lo mettesse in condizione di offrire una prestazione adeguata.......ma come al solito c'è chi se ne lava le mani...tanto....vero...ci sono gl'altri......che se ne occupano.......

Giorno Storico


martedì, novembre 04, 2008

Omologazione



Pier Paolo Pasolini

domenica, novembre 02, 2008

An mor mai chelò...






Malore in diretta....poi sfortunatamente si riprende...

sabato, novembre 01, 2008

venerdì, ottobre 31, 2008

Regime

09:41 Il governo: "Nessun infiltrato a piazza Navona" Infiltrati in piazza Navona? Francesco Nitto Palma, nel riferire alla Camera sugli scontri di mercoledì, lo esclude in maniera categorica. "Il sospetto è un giovane di 'blocco studentesco', e la sua posizione è tuttora al vaglio degli inquirenti". Il sottosegretario ha poi parlato del camion degli estremisti di destra arrivato piazza Navona: "E usuale che durante le manifestazioni i camion raggiungano la piazza". da Repubblica.it

Firma la petizione per i diritti pubblici di qualità accessibili a tutti

http://www.petitionpublicservice.eu/

domenica, ottobre 26, 2008

COSSIGA FUORI DAL PARLAMENTO


"Non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti all'ospedale"

"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".
Intervista a Francesco Cossiga. Presidente emerito della Repubblica Italiana e senatore a vita.

Cossiga ha confessato. Ne va preso atto. In fin dei conti ne va apprezzata la sincerità, neppure Totò Riina aveva osato tanto. Ha solo detto quello che la maggior parte degli italiani sapeva: l'Italia non è una vera democrazia. Forse non lo è mai stata. Quante fandonie ci hanno raccontato da Piazza Fontana in avanti? Sul G8 di Genova? Chi ha attivato il timer delle stragi di Stato?
Cossiga ci ha fornito una lezione magistrale della strategia della tensione. Però, ora, dopo quelle frasi , va dimesso dal Senato e ritirata la sua nomina a presidente emerito della Repubblica Italiana. Voglio vedere se un deputato o un senatore avanzerà la proposta in Parlamento.
Se rimane al suo posto è una vergogna per il Paese e un insulto ai professori e agli studenti. Non va picchiato, è anche lui un docente anziano. Va solo accompagnato in una villa privata. Propongo, per non farlo sentire troppo solo villa Wanda di Arezzo. Insieme a Licio Gelli potrà rinverdire i vecchi tempi, parlare di Gladio, di Moro, dei servizi segreti...

Un consiglio ai ragazzi: portate alle manifestazioni una telecamera, riprendete sempre chi compie atti di violenza. Vedremo chi sono, da dove vengono, se sono dei "facinorosi", come dice lo psiconano, o "agenti provocatori pronti a tutto", come suggerisce Cossiga.

venerdì, ottobre 24, 2008

IL FASCISTONE

"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".
Intervista a Francesco Cossiga. Presidente emerito della Repubblica Italiana e senatore a vita.

Cossiga ha confessato. Ne va preso atto. In fin dei conti ne va apprezzata la sincerità, neppure Totò Riina aveva osato tanto. Ha solo detto quello che la maggior parte degli italiani sapeva: l'Italia non è una vera democrazia. Forse non lo è mai stata. Quante fandonie ci hanno raccontato da Piazza Fontana in avanti? Sul G8 di Genova? Chi ha attivato il timer delle stragi di Stato?
Cossiga ci ha fornito una lezione magistrale della strategia della tensione. Però, ora, dopo quelle frasi , va dimesso dal Senato e ritirata la sua nomina a presidente emerito della Repubblica Italiana. Voglio vedere se un deputato o un senatore avanzerà la proposta in Parlamento.
Se rimane al suo posto è una vergogna per il Paese e un insulto ai professori e agli studenti. Non va picchiato, è anche lui un docente anziano. Va solo accompagnato in una villa privata. Propongo, per non farlo sentire troppo solo villa Wanda di Arezzo. Insieme a Licio Gelli potrà rinverdire i vecchi tempi, parlare di Gladio, di Moro, dei servizi segreti...

Un consiglio ai ragazzi: portate alle manifestazioni una telecamera, riprendete sempre chi compie atti di violenza. Vedremo chi sono, da dove vengono, se sono dei "facinorosi", come dice lo psiconano, o "agenti provocatori pronti a tutto", come suggerisce Cossiga.

dal blog di beppe grillo.

CHE FOSSI UN FASCISTONE SI sapeva, ma che tu continui ancora a stare da mummia in parlamento... poi no ....eh!!!!!!!

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giovedì, ottobre 23, 2008

CONSIGLIO AL NAVIGANTE



Lo psiconano ha lanciato “un avviso ai naviganti”. Ha preso ispirazione dal suo modello, Putin. E ha dichiarato con scansione di parole degna di un padrone che si rivolge ai suoi servi: “Convocherò oggi il ministro degli Interni, darò a lui istruzioni dettagliate” per l’utilizzo della Polizia nelle scuole occupate.
Maroni-prendi-istruzioni è lo stesso condannato a 4 mesi e 20 giorni per resistenza e oltraggio (addentamento di polpaccio) a pubblico ufficiale.
Io, più civilmente, vorrei dare un consiglio, non un avviso, al Navigante: di tagliare la corda. Non è l’unico responsabile dello sfascio, anche se il più in vista. Pagare per tutti non gli conviene. Meglio fare alla romana e filarsela all’inglese.
Il crollo della finanza sta passando il testimone all’economia. Non tutti hanno azioni, ma tutti fanno la spesa e devono mantenere una famiglia.
Le aziende sono strangolate dall’indebitamento e le banche non fanno più credito. In media ogni impresa italiana è indebitata per 176.000 euro. Il gran totale dei debiti aziendali è salito a 916,3 miliardi di euro. Quante imprese chiuderanno quest’anno? Almeno 300.000, ma è un numero prudente, molto ottimista. Nel 2009 la produzione industriale diminuirà, il Prodotto Interno Lordo sarà negativo, le serrate potrebbero raddoppiare. Quando diminuisce la produzione si perdono posti di lavoro. Quanti rimarranno a casa entro la fine del prossimo anno? Due milioni in più è un numero plausibile.
3,2 milioni di famiglie rischiano di perdere la casa. La rata del mutuo a tasso variabile sta diventando insostenibile. Finiranno in mezzo a una strada? E’ possibile.
L’Islanda è fallita, chi l’avrebbe detto un mese fa? L’Italia fallirà? Chi non l’ha pensato almeno una volta? Il debito pubblico si aggira, senza dare troppo nell’occhio sui mezzi di informazione, sui 1.700 miliardi di euro con 80 miliardi di interessi all’anno da pagare.
Non è più il tempo che Gianni Letta filava. Il bel tempo di Alifarsa, del grembiulino nelle scuole e delle impronte ai Rom è finito. E anche quello della legge salvaprocessi e del Lodo Alfano e dell’opposizione fantasma di Topo Gigio.
Da Palazzo Chigi a Hammamet è un attimo. Nel caso, il Navigante porti con sé Veltroni
ARTICOLO COPIATO DAL BLOG DI B.GRILLO

CHE SCHIFO DI ARIA.....

ma la sentite quando respirate?????

Sforamenti a 81 su 35 e valori oltre il doppio del limite ( 118 su 50)


http://service.arpa.emr.it/qualita-a...o.aspx?prov=mo


e questi sono i consigli di ARPA, sempre su internet, stesso sito, alla voce
"come si legge il bollettino":


Concentrazioni (µg/m3) 101 - 150, livello MOLTO ALTO
Commento: Il livello di inquinamento è molto superiore al "limite per la
protezione della salute umana" che non può essere superato più di 35 volte
all´anno (DM 60/02). Si consiglia di evitare attività fisiche intense e
prolungate all´aperto e di rimanere il più possibile in ambienti chiusi, in
particolare per i soggetti a rischio. Si invita la popolazione a collaborare
per ridurre i livelli di inquinamento adottando forme di mobilità di minore
impatto ambientale spostandosi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici


LIBERIAMO L'ARIA...!

lunedì, ottobre 20, 2008

venerdì, ottobre 17, 2008


"Acqua in bocca" di Rosaria Ruffini (Docente di teatro allo IUAV di Venezia). Mentre nel paese imperversano annose discussioni sul grembiulino a scuola, sul guinzaglio per il cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica. Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300% Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armatati e carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede del mondo: l'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L´acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L´acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
(Alrtro articolo da Ecoblog.it) ... La notizia è passata quasi inosservata, ma dal 5 agosto scorso l’Italia ha deciso che la sua acqua può essere privatizzata. La denuncia arriva da Padre Alex Zanotelli attraverso una lettera inviata a Beppe Grillo. Per l’esattezza il provvedimento è contenuto nell’articolo 23 bis del decreto legge numero 113, comma 1, firmato dal ministro G. Tremonti dove si dà il via alle privatizzazioni dei servizi offerti dai diversi enti. Ed ecco cosa recita il primo comma dell’art. 23 bis: Le disposizioni del presente articolo disciplinano l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonche’ di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, assicurando un adeguato livello di tutela degli utenti, secondo i principi di sussidiarietà, proporzionalità e leale cooperazione. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili. Quinto comma: "Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati"L’approvazione è avvenuta con il consenso dell’opposizione e più precisamente del PD

martedì, ottobre 14, 2008

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BOLLETTE LUCE HERA

Caro Beppe,
Recentemente mi è stata recapitata una bolletta relativa all'energia elettrica erogata da Gruppo HERA dell'ammontare di 622, 63 euro e non possiedo un'azienda o un'abitazione di 400 metri quadrati: nella nostra casa, di circa 120 metri abitiamo in due e non usiamo apparecchi particolarmente dispendiosi.
Subito dopo il recapito della bolletta sopra citata io e il mio compagno siamo andati presso la sede HERA di Pavullo nel Frignano (MO) il paese in cui siamo residenti, per chiedere spiegazioni e ci hanno fornito dettagli che sfiorano , a mio avviso, il grottesco e cioè: la fatturazione si riferisce ad un consumo reale per un periodo di 398 giorni dal 09-02-07 al 12-03-08, poi però Hera sta anche fatturando un consumo stimato per un periodo di 120 giorni dal 13-03-08 al 10-07-08 ma soprattutto Hera sta RICALCOLANDO CONSUMI GIA' FATTURATI RELATIVI AL PERIODO dal 15-05-07 al 13-11-07.
In seguito ad una animata discussione l'unica agevolazione che ci hanno concesso è stata una comoda rateizzazione (6 rate mensili da 103,77 euro ) senza interessi poiché Hera non ha alcuna responsabilità in merito ai rincari operati dallo STATO!
Con questa lettera vorrei chiedere un suo consiglio in merito a ciò che è in mio potere fare per contrastare queste misure arbitrarie provenienti dall'alto e per evitare che ogni cittadino si appiattisca nella triste accettazione di queste manovre vessatorie incivili e umilianti.
Certa che leggerà con attenzione quanto Le ho scritto vorrei ringraziare fin d'ora per la cortesia e l'attenzione con cui affronta i problemi segnalati.

lunedì, ottobre 13, 2008

lunedì, ottobre 06, 2008

Gran Ducato

Bracco & Birra

Hit Parade



Candidato al Premio Nobel, già vincitore del "Premio alla carriera Cioni", Membro Onorario del Granducato di Frittole e Zanzaropolis, non era tra i favoriti ma ha sbaragliato una concorrenza agguerrita e tante nuove leve promettenti!!!
Non ci sono parole per descrivere le gesta di quest'uomo.
Si è preso le luci della ribalta, è partito in sordina e ha bruciato tutti in volata , «è stato semplicemente straordinario» il commento dei molti.
Unico, inimitabile,eroico, certamente un esempio per tutti.
Tutti in piedi!!!!
NON CE N'E' PER NESSUNO
La Medaglia D'oro







DRAGAN